martedì 3 giugno 2014

PROCESSO ALLA DEMOCRAZIA


 
PROCESSO ALLA DEMOCRAZIA

( 02-06-14 )

Partiamo da un dato di fatto provato ed  incontrovertibile, una vera e propria legge naturale: in natura la qualità è inversamente proporzionale alla quantità.
Ne consegue che è statisticamente provato che il giusto, l’intelligente, il bene, l’opportuno e il conveniente risiedono nelle minoranze e mai nelle maggioranze perché le seconde hanno una probabilità molto maggiore di sbagliare.
Un vecchio professore, pieno di anni, di esperienza e di acume diceva:” Quando troppa gente mi da ragione, allora sono quasi sicuro di essere in errore”
In democrazia le decisioni più importanti sono prese dalle maggioranze e quindi, per quanto dianzi dimostrato, dai meno preparati, dai meno intelligenti e dai meno capaci e questo ci sembra il modo migliore per prendere decisioni sbagliate per la comunità.
E’ altrettanto vero che in pratica la maggioranza decide solamente su chi comanderà e che i politici di professione se ne infischiano del concetto di democrazia ed applicano una oligarchia che fa capo a gruppi economici ed ideologici che, una volta al potere, fanno interessi che sono particolari e non generali.
In Italia 70 anni di democrazia hanno ampiamente dimostrato quanto andiamo dicendo con gli scandali, le ruberie, la corruzione ed i comportamenti paramafiosi che hanno devastato il Paese e non hanno invece fatto fare quelle leggi e quelle riforme che sarebbero state necessarie per ben governare!
Ma tutto ciò rimane un’aberrazione, un falso ed una presa per i fondelli in cui nessuno è quello che dice di essere e nessuno fa quello che ha promesso di fare!
Sarebbe allora più logico e soprattutto più onesto riconoscere i limiti intrinsechi della democrazia quanto quelli della possibilità della sua realizzazione pratica e non affidarsi ad essa per il governo delle nazioni.
A questo punto i democratici insorgono dicendo che se non c’è la democrazia, allora c’è la dittatura che è molto peggio,
A parte che, come in tutte le forme di governo il bene o il male non dipende dalla forma, ma sempre dalla natura di chi comanda e noi possiamo citare dittatori ottimi come Benito Mussolini che tanto di buono e di bene ha fatto per l’Italia ed agli italiani come dimostrano non le chiacchere, ma la mole di leggi e di riforme realizzate nei venti anni di suo governo, resta il fatto che le dittature presuppongono un dittatore che non sempre è presente e disponibile in quanto per esserlo si debbono avere delle qualità di personalità, di capacità di comando e di intelligenza strategica che non sono sempre alla portata di qualcuno.
Ma la ragione per la quale i democratici si sbagliano ( ed appartenendo ad una maggioranza si capisce bene il perché sempre in ragione che in natura la qualità è inversamente proporzionale alla quantità ) è che la dittatura NON è l’unica alternativa alla democrazia.
Noi riteniamo che l’alternativa più valida alla democrazia sia invece la MERITOCRAZIA.!
Partiamo con un esempio per non perderci subito nella teoria.
Il generale Josef Radetzky che fu governatore del Lombardo Veneto per conto dell’impero austriaco, aveva poteri assoluti e governò bene quelle terre tanto da lasciare un’eredità di ottima amministrazione e di progresso economico tra le più fiorenti d’Italia.
Egli non aveva bisogno di elargire favori a nessun politico ed a nessun faccendiere per conservare la sua carica che gli era stata affidata dall’imperatore per le sue qualità e le sue capacità e quindi il suo unico scopo era quello di dimostrare che la sua amministrazione era corretta e la migliore possibile tramite i risultati positivi ottenuti.
Se il governo delle nazioni, delle regioni e dei comuni fosse attribuito a persone scelte tramite una selezione meritocratica, così come pure avvenisse per i parlamentari, allora non dovremmo assistere allo scambio di favori per ottenere i voti e gli incarichi e si trancerebbe alla base uno dei principali motivi del malgoverno.
D’altronde quando uno di noi deve decidere da quale medico farsi curare, o quale ingegnere assumere per costruirsi la casa od a quale avvocato affidare una causa importante, la prima informazione che assume è se e quanto quella persona sia capace ed esperta.
Non si vede perché non debba usare lo stesso metodo per amministrare la cosa pubblica ed il governo del Paese.
Si potrà discutere su quale possa essere il metodo migliore per raggiungere tale obiettivo, ma l’importante è di incamminarsi sulla strada giusta, nella giusta direzione e con  un preciso traguardo da raggiungere anziché insistere a rimanere in una condizione come la democrazia  virtuale in cui ci troviamo che non può che dare frutti avvelenati!
Un  grande statista del passato, il Tayllerand soleva dire: ” La democrazia è l’arte di contare i nasi anziché i cervelli “

Alessandro Mezzano 





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