mercoledì 31 maggio 2017

DISASTRO PROSSIMO VENTURO

DISASTRO PROSSIMO VENTURO


L’Italia è in declino. In spaventoso declino. Se va avanti di questo passo uscirà presto dalle nazioni industriali per entrare nel terzo mondo. Soprattutto perchè  guidata da politici  inetti, inconfrontabili perfino con I politici di trenta anni fa , che non erano certo il non plus ultra. Indipendentemente dal partito o dall’idea politica. Non esistono attualmente idee importanti e costruttive. Hanno solo in testa i gay, le scissioni dei partiti, i pettegolezzi politici e quant’altro.

Storia industriale del nord e del sud.

Al sud la grande industria è assente, salvo qualche isola tipo Finmeccanica che , peraltro, mani inesperte tentano di distruggere. Al nord le grandi industrie sono o sparite o ridotte di dimensioni. Dove sono Montedison, Snia Viscosa, Olivetti, Brown Boveri, e tantissimi altri ? Ferrero e Fiat e Del Vecchio si sono praticamente trasferite all’estero e la piccola e media industria è fallita o si è dimezzata  o si è trasferita anche lei. E al sud? Non mi si venga a dire che il  sud , una volta era fortemente industrializzata. Balle! Se un popolo , e lo ha dimostrato il dopoguerra , ha mentalità e capacità industriali , anche se viene spianato fa riemergere le sue antiche capacità.

Al sud è riemersa solo la mafia. E l’agricoltura? Il sud non è mai riuscito a schiodarsi dalla cultura del latifondo e si presenta solo con pochissime specialità come ad esempio la mozzarella (quella non taroccata ) e l’olio. Al nord i politici, succubi dell’Europa, agiscono sempre in funzione demolitoria. Perfino nelle arti e negli sport l’Italia è l’ombra di un tempo. Dove sono I grandi artisti ed I campioni sportivi?

Perchè tutto questo? Il progresso cammina sulle gambe degli uomini e, pertanto vediamo le principali caratteristiche delle etnie presenti sull’ italico suolo. Ovviamente, se pensiamo alle etnie che vi saranno fra  cinquant’ anni, ci sarà da piangere : afri pigri ed incapaci, arabi violenti e ignoranti, gialli strozzini, albanesi e simili dediti a rapine allo sfruttamento delle donne, il cui campione sarà Igor delle paludi padane….. Il meglio delle “ risorse “ mondiali allignerà in Italia…

( dimenticavo le bande dei latinos sudamericani..).



Ma torniamo a noi

Al sud : Intelligenza molto viva, ma visione miope dei problemi.

Risolvere subito e a poco prezzo l’immediato. Scarsità di tenacia. Mancanza di senso della collettività. Tendenza ad addossare ad altri le responsabilità.

E’ chiaro che con queste caratteristiche non si sviluppa niente, salvo, parossisticamente, l’impiego pubblico.
Al nord: Intelligenza meno brillante, ma più profonda. Capacità di  perseguire con tenacia gli obbiettivi. Costanza nello studio. Tendenza negativa di farsi avanti.

Con queste caratteristiche il progresso al nord è stato fatto grazie alla presenza di personaggi carismatici e di grande valore tecnico-organizzativo.

Senza personaggi validi lo sviluppo è pressocchè zero. Al nord, come al sud non c’è più niente e, recentemente, Renzi ha ben rappresentato il vuoto culturale delle due aree. Pieno solo di vacue parole e di una presunzione da premio Nobel. E la sua qualità è autorevolmente confermata da quella dei suoi collaboratori-cortigiani. Nani e ballerine. Soprattutto le seconde, in attesa che pure il frociume, in nome delle pari opportunità del politically correct,  si faccia avanti a vender le proprie grazie….

L’Italia eccelleva nel settore della meccanica . Ora in mazzette industriali….

Unico settore che ancora può sventolare la bandiera dell’eccellenza è quello delle macchine utensili.

Ma fino a quando? Eccelleva nel settore energetico, nella costruzione e nella gestione delle dighe . Mitica la costruzione della diga di Assuan , un capolavoro di livello mondiale.

Enel ha dichiarato che non svilupperà più in Italia il suo core business. Eccelleva nel settore nucleare. Dalla Fisica nucleare all’ingegneria nucleare. Eccelleva nel settore della farmaceutica sino a quando una serie di geni politici ha stabilito che ci si doveva dedicare alla chimica primaria ( tutta fallita senza eccezioni) e non alla chimica fine.

In parallelo alla carenza di leader industriali al nord è avanzato il potere del sud nella burocrazia statale e nella politica. Invadendo il nord, ha spazzato quel poco di buono che era rimasto.

La moneta cattiva scaccia sempre quella buona. La situazione che si è venuta creare con questa disastrosa scalata è stata oltre alla lenta distruzione dell’industria il drammatico degrado culturale della scuola e conseguente assenza di investimenti in ricerca. A tutto questo si aggiunge un ribasso dei sentimenti di sfida e di rischio della massa giovani che , troppo spesso cercano di rimanere all’ombra protettiva dei genitori.

Mentre quelli validi, checchè ne dica  Poletti , se ne vanno all’estero. E CI RIMANGONO.



Stante questa disastrosa situazione pensate a che succederà quando la decadente cultura attuale si miscelerà alla cultura da età della pietra degli immigrati. I quali, secondo la vulgata buonista cui fa eco un irenismo vaticano fuori luogo , rappresentano una grande risorsa (sic!).

Per i nostri  figli arride un disastro. Un grande futuro dietro le spalle…..

Che Dio abbia pietà di loro. Non gli resterà altro.

Reporter
                                                                                                                                                             


sabato 27 maggio 2017

CI HANNO "ROTTO"

CI HANNO "ROTTO"

Siamo veramente stufi di sentire, ad ogni occasione, sussiegosi maestri di pensiero, mezzibusti televisivi, uomini politici, giornalisti, pseudo storici, preti, insegnanti, sindacalisti, comici vari discettare sulla "tragedia del Fascismo" che ha colpito l'Italia e che l'ha trascinata alla guerra!

E mai, mai nessuno che si periti di fare presenti le mille cose buone che il Fascismo ha fatto e che gli valsero il consenso popolare e l'ammirazione internazionale, quasi che questo non fosse stato una realtà vissuta dagli italiani e documentata dai giornali internazionali dell'epoca.

Ed allora cerchiamo di analizzare cosa successe in quel periodo della storia italiana e come il Fascismo ne fu il protagonista assoluto.

Quando il Fascismo prese in mano le sorti dell'Italia, i bambini lavoravano a 9 anni di età e lo facevano anche nelle miniere e nelle filande.

La scuola obbligatoria per i fanciulli arrivava alla seconda elementare.

Le donne erano regolarmente licenziate quando restavano incinte.

Per i lavoratori non esisteva alcun orario di lavoro, ma tutto era all'arbitrio dei padroni.

Non c'era per i lavoratori la previdenza sociale, la pensione, l'assistenza malattia, i contratti di lavoro, il libretto di lavoro, gli assegni famigliari, l'assicurazione infortuni, il dopolavoro.

Le ferrovie erano scarse, gli acquedotti insufficienti, le zone paludose e malariche erano estese a vaste parti del Paese, i beni culturali ed artistici erano alla mercé della speculazione privata, non esisteva alcuna possibilità per i figli dei lavoratori di fruire di cure climatiche al mare o in montagna e la mafia spadroneggiava in Sicilia beffando lo Stato e colludendo con la politica.

In venti anni, di cui cinque di guerra e due della più grave crisi economica mondiale che sconvolse tutti i Paesi industrializzati, il Fascismo riuscì a trasformare l'Italia con una serie di leggi e di riforme epocali che cambiarono radicalmente il panorama e gli equilibri sociali del Paese.

Ecco un elenco, sintetico ed incompleto, delle principali leggi e riforme che il Fascismo mise in atto:

Parchi nazionali, Tutela del lavoro di donne e fanciulli, assistenza ospedaliera per i poveri, Assicurazione invalidità e vecchiaia, riforma della scuola( Gentile), Acquedotti pugliese, del Monferrato, del Perugino, del Nisseno e del Velletrano, Riduzione dell'orario di lavoro sin o a quaranta ore settimanali, Opera Balilla e colonie per i fanciulli, Opera nazionale Dopolavoro, Centrali idroelettriche e rete ferroviaria, Reale Accademia d'Italia, Bonifiche integrali dell'Agro Pontino, dell'Emilia, della bassa Padana, di Coltano, della Maremma Toscana, del Sele, della Sardegna e colonizzazione del latifondo Siciliano, Attribuzione della facoltà d'indagine alla polizia tributaria, Opera Nazionale Maternità ed Infanzia, Assistenza agli illegittimi, abbandonati od esposti, Carta del lavoro, Esenzioni tributarie per le famiglie numerose, Rete autostradale, ferrovie e porti, Aree industriali, patti lateranensi, INAIL, Libretto di lavoro, INPS, ECA, Assegni famigliari, casse rurali ed artigiane, Case popolari, legge Bottai per la difesa dei beni culturali, Riforma dei codici civile e penale, legge urbanistica, INAM, lotta alla mafia, Socializzazione delle imprese.

Oggi, dopo 65 anni dalla caduta del Fascismo, la situazione sociale è regredita, i lavoratori contano di meno ed i padroni contano di più, la disoccupazione, la precarietà e l'incertezza per il domani dominano la vita quotidiana e costringono i giovani a vivere alla giornata senza la possibilità di fare progetti per il loro futuro, senza la possibilità di formarsi una famiglia e di avere dei figli.

La mafia si è moltiplicata e si è sempre più inserita in ogni aspetto della vita sociale con la complicità della politica che oramai è organica ad essa.

Il prestigio nazionale non è mai stato così basso e così ridicolizzato nel contesto mondiale.

E' vero, durante il Fascismo la libertà di espressione era limitata, ma a questo proposito vogliamo fare un paio di osservazioni:

Non ci pare che oggi la libertà di espressione porti a dei risultati così positivi dato che nelle cose importanti ( vedi i referendum ) la politica se ne frega del parere popolare e svillaneggia la sovranità popolare facendo il contrario di quanto essa esprime mentre poi manipola la pubblica opinione con il monopolio dei mezzi d'informazione.

Non ci pare che i regimi antifascisti di cui il comunismo era il principale, abbiano mai espresso situazioni di assoluta libertà ed anzi ci sembra che mentre durante il Fascismo non esistevano Gualg, questi erano la norma nei Paesi comunisti.

Non ci pare che nelle grandi democrazie come gli USA il parere del popolo sia più determinante, per le scelte di politica generale delle lobby di interessi, dei grandi gruppi finanziari e delle confraternite giudaico massoniche.

Quanto alla seconda guerra mondiale, essa fu progettata e voluta dalle potenze plutocratiche che vedevano in pericolo il mondo capitalista a causa delle nuove idee rivoluzionarie del fascismo che, superando l'antitesi Capitale/lavoro del vecchio ed obsoleto marxismo, e trasformando la lotta di classe in sinergia tra le classi, metteva in crisi profonda tutto l'impianto su cui si reggeva il capitalismo basato sul profitto e che aveva il denaro come fine anziché come mezzo.

Stupidaggini quelle della difesa della democrazia o quella della libertà di Danzica.

Stupidaggini facilmente contestabili perché gli USA vennero in guerra in Europa anche nel 1915 quando non era in pericolo la democrazia, ma lo erano i suoi interessi strategici ed economici  e per quanto riguarda Danzica, il mondo non mosse un dito quando non solo Danzica, ma tutta la Polonia fu inghiottita dall'URSS il che, per coerenza, avrebbe meritato un'altra guerra contro Stalin.

Quanto poi allo scandalizzarsi per la guerra, "da che pulpito viene la predica.." dato che i principali piangioni sono quei filocomunisti che non hanno fatto neppure una piega quando il comunismo ha annesso mezza Europa dell'est sulla punta delle baionette ed ha eliminato fisicamente tutta la possibile opposizione e neppure quando il comunismo ha scatenato le guerre in Tibet, in Korea, in Vietnam, in Cambogia ed in Laos, ma si sono limitati ipocritamente a definire queste guerre imperialiste come "Guerre di liberazione" dando così autonomamente ad esse la patente di liceità e santità!

Sono gli stessi comunisti che applaudirono alle repressioni sovietiche in Polonia ed in Ungheria ed all'invasione della Cecoslovacchia senza il minimo sussulto di umanità per chi moriva in nome della libertà.

E sono quegli stessi comunisti che, egemoni al 95% nella resistenza, non volevano portare in Italia la democrazia, ma volevano sostituire il Fascismo con il comunismo di Stalin che invece a febbraio del 1945 li fregò a Yalta concedendo che l'Italia entrasse sotto la sfera d'influenza degli USA.

Ricordiamo qui, per inciso, che nell'Italia del Fascismo non c'erano né campi di concentramento per i dissidenti, né filo spinato o Vopos pronti a sparare per impedire agli italiani di scappare all'estero come invece era nel "paradiso comunista"!

Ed allora appare evidente quanto siano ipocriti, bugiardi ed in malafede tutti coloro che piangono ancora oggi sulla "tragedia del Fascismo" senza contestualizzare la storia e facendo finta che i nemici del Fascismo fossero il bene assoluto.A tutti loro un vaffa., di vero cuore!

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AVEVA RAGIONE IL DUCE.

Nel 1945 la Russia del comunismo internazionale e gli USA del capitalismo mondialista, con l'aiuto di " servi sciocchi" a loro alleati, vinsero la guerra intrapresa contro il Fascismo mondiale rappresentato dalle forze dell'Asse per cercare di annullare quella idea sociale e politica che si opponeva alle loro e che stava cambiando il mondo intero togliendo loro lo spazio vitale per svilupparsi o solamente esistere!

Il Fascismo,. con una geniale intuizione, aveva inventato ed interpretato socialmente la "terza via" che risolveva la quadratura del cerchio delle proposizioni socio politiche in atto. Tra una visione marxista che proponendo una società egualitaria e che, operando forzosamente e contro natura, annichiliva l'individuo per totalizzare nello stato e nella collettività ogni attività, ogni pulsione ed ogni iniziativa avrebbe fallito miseramente il suo obiettivo ed una visione capitalista che impostava la società sull'unico obiettivo del profitto individuale senza badare alle tendenze naturali ed istintive dell'Uomo a sviluppare la propria individualità e ponendo il denaro come fine invece che come mezzo invertendo così le priorità esistenziali, il Fascismo trovò il giusto compromesso che trasformava un secolare contrasto tra capitale e lavoro in una sinergica collaborazione spegnendo così ogni motivo di lotta.

La nuova idea era così rivoluzionaria, dirompente e grande nella sua semplicità da mettere in pericolo quei due ideali che stavano dominando le vite del mondo intero e la seconda guerra mondiale fu, al di là dei pretesti ufficiali, la loro risposta per tentare la propria sopravvivenza.

Dopo la vittoria delle armi, sorretta dallo strapotere del denaro, sembrava che tutto dovesse potere proseguire come prima, ma così non fu.

Il comunismo marxista con il prosieguo degli anni ed entro pochi decenni, e nonostante la vittoria in guerra, franò miseramente su se stesso senza bisogno dell'aiuto di forze esterne, dimostrando nella pratica la sua intrinseca incapacità a realizzare una utopia contro natura e contro lo spirito stesso dell'Uomo e smentendo nella pratica le proprie teorie socio politiche!

Restava in piedi il capitalismo che però non gode più di buona salute e sta, anche lui, evidenziando i segni della sua incongruenza e mostra le prime crepe e le prime frane.

Le ricorrenti crisi economiche e gli squilibri sempre più evidenti tra le varie zone del mondo e persino tra le varie fasce sociali degli stessi Paesi sono i sintomi di un malessere che si sta sempre di più aggravando e si trasforma via, via in una malattia che sarà mortale.

La pratica sta dimostrando che i concetti di continuo sviluppo della produzione e del profitto hanno il loro limite naturale nella saturazione dei mercati.

La pratica sta dimostrando che il mondo capitalista sta creando sempre più ricchezza per pochi e miseria per tanti togliendo così al mercato quella componente essenziale del consumismo che è il ceto dei consumatori fenomeno questo accentuato dal fatto che il vantaggio del progresso tecnologico, non distribuito equamente tra impresa e lavoratori con meno lavoro a parità di salari,  porta all'aumento della disoccupazione ed alla diminuzione della domanda.

La pratica sta dimostrando che l'iperproduzione, oltre che a saturare i mercati, riduce sempre di più le riserve di materie prime e di fonti energetiche inquinando il pianeta e ponendo un limite naturale allo sviluppo infinito preconizzato dal capitalismo.

La pratica sta dimostrando che l'esasperazione dei concetti del marxismo e del capitalismo, senza un fattore di mediazione e di controllo svolto dallo Stato, porta al fallimento ed alla rovina.
Il Fascismo che proponeva e propone lo sviluppo dell'individuo come soggetto di
uno stato etico, nell'ambito di una libertà di intrapresa che trova il suo limite nell'interesse comune, aveva visto giusto ed i fatti e la storia lo stanno dimostrando! Quello che non è stato possibile realizzare a causa della sfortuna delle armi lo realizzerà  inevitabilmente ed automaticamente la logica dello sviluppo della società.Dal fallimento del sistema capitalista risorgerà quell'idea, forse modificata, forse migliorata, forse con un altro nome, che il DUCE aveva previsto!

Con buona pace dei detrattori, dei mentitori, dei mestatori e dei coglioni che quella idea hanno combattuto ..!!

                                                                                           







martedì 23 maggio 2017

IL SANGUE E L’ORO


IL SANGUE E L’ORO

PREMESSA:
Siamo profondamente convinti che la causa prima della situazione sociale in cui oggi
viviamo e che tende a monetizzare ogni aspetto della vita togliendo o depauperando gli
aspetti più nobili che dovrebbero regolare ogni società civile, abbia le sue radici nell’esito
della seconda guerra mondiale che vide uscire vincitori i due grandi blocchi formati da Usa
che impersonava il capitalismo e URSS che impersonava il comunismo marxista.
Apparentemente le ideologie che dominavano i due blocchi erano in contrasto tra di loro,
ma avevano in comune la concezione materialistica impersonata dall’oro.
Il capitalismo per trarre il massimo profitto da parte di chi già aveva tanto ed il comunismo
per distribuire più equamente a tutti la ricchezza.
Entrambe le ideologie però avevano come unico oggetto del contendere il denaro e la
ricchezza considerando che in questi orizzonti si esaurisse ogni aspetto della vita di
ciascuno e del vivere sociale.
La tesi era che, una volta risolti i problemi materiali del denaro, tutto il resto si sarebbe
risolto da se e comunque era di importanza secondaria e trascurabile.
Non abbiamo nulla contro il denaro, ma in termini di relatività, lo consideriamo una cosa
buona se è un mezzo mentre lo consideriamo un’aberrazione sociale se diventa esso
stesso un fine.
Era inevitabile che una simile concezione della società, capitalista o comunista che fosse ,
innescasse una deriva sociale verso un materialismo esasperato trasformando il denaro
nel fine ultimo anziché nel mezzo per raggiungere degli obiettivi più alti e più nobili!
E’ una strada sbagliata che snatura la stessa essenza dell’uomo visto nel suo insieme,
nella sua completezza e la storia ci insegna che le vere conquiste che l’umanità ha fatto
da quando l’uomo scese dagli alberi e cominciò a camminare eretto non sono la
produzione di ricchezza, ma il progresso del pensiero, la sua capacità di immaginare, lo
sviluppo della sua sensibilità, la capacità di vivere in armonia con gli altri, il sapersi
astrarre dal puro egoismo per operare nell’interesse collettivo, tutti elementi che non sono
mercificabili e che non hanno perciò un prezzo a identificarli.
Per secoli e pure tra mille difficoltà, la strada è andata in quella direzione sino a quando un
avvenimento epocale che ha coinvolto tutto il mondo non ha spostato gli obiettivi
rimarcando un’unica e predominante priorità, quella dell’accumulo di denaro sopra tutto il
resto.
Non che non ci fosse anche prima un contrasto tra due concezioni diverse, quella del
sangue e quella dell’oro, appunto, ma c’era una lotta costante come tra il bene ed il male
ed il risultato era un equilibrio tra le due posizioni in guerra tra di loro.
Poi, con la fine della seconda guerra mondiale, ha vinto definitivamente l’oro..!!
I risultati si stanno vedendo e se chi ha un’età sufficientemente avanzata per fare dei
confronti, paragona i tempi della propria giovinezza a quelli odierni, avrà immediata la
sensazione di quanto il mondo sia cambiato e non certamente in meglio!
Cercheremo di fare un’analisi ed un confronto prendendo in esame le varie categorie
sociali, le varie situazioni e le varie professioni per rimarcare quanto il mondo sia cambiato
in questo ultimi 60 anni e quanto sia stata deleteria per la società la concezione
materialistica oggi imperante.
Alessandro Mezzano
GLOBALIZZAZIONE
Un primo risultato evidente dello spostamento dai valori etici a quelli economici in base al
nuovo comandamento universale che il denaro vale più di tutto il resto è senza dubbio il
fenomeno della globalizzazione.
La globalizzazione si fonda sulla ricerca del massimo profitto ad ogni costo e si basa sulla
speculazione del capitalismo mondiale che ha trovato più conveniente spostare i propri
investimenti verso quei Paesi poveri dove i costi di produzione sono immensamente
inferiori a quelli dei Paesi più emancipati.
Al capitalismo mondiale non importa se quella produzione costa di meno perché i
lavoratori operano in una condizione di semi schiavitù, con salari da miseria e con orari di
lavoro massacranti, né gli interessa che in quei Paesi non esista alcuna legge che tuteli
l’ambiente permettendo altissimi tassi di inquinamento, né gli interessa che tutto ciò
produca una concorrenza sleale ed insostenibile per i Paesi più avanzati provocando la
chiusura delle aziende e una massiccia disoccupazione.
Anzi tutto questo, al capitalismo mondiale fa comodo perché abbassa i costi di produzione
ed aumenta di conseguenza i profitti..!
Al capitalismo interessano solamente gli utili che da tale situazione possono derivare in
nome appunto del profitto e della priorità che questo assume in una società in cui l’oro ha
vinto sul sangue.
Il paradosso di una tale situazione è che anche i capitalisti vivono sullo stesso pianeta dei
poveri e degli sfruttati e dato che il processo innescato dalla globalizzazione mette a
repentaglio il futuro di tutto il pianeta, se non altro sotto l’aspetto ecologico, quando si sarà
superato il punto di non ritorno, sarà segnata anche la loro sopravvivenza.
Ma il denaro non è capace di proiettare il ragionamento in prospettiva e vive solo e
sempre nel presente senza preoccuparsi delle conseguenze future del suo operare!
La globalizzazione avrebbe un senso solamente se rappresentasse una situazione
mondiale in cui ogni Paese fosse ad un grado di sviluppo eguale agli altri e quindi non si
creassero discrepanze economiche e sociali, ma così non è e non serve a nulla fare finta
che lo sia.
La storia insegna che i popoli e le civiltà si sviluppano e crescono in modi ed in tempi
diversi tra di loro creando delle differenze economiche culturali e sociali che non possono
essere colmate con la bacchetta magica della finanza internazionale.
Se pure è giusto auspicare che i popoli meno progrediti possano raggiungere il grado di
sviluppo di quelli più progrediti, pure si deve tenere conto che il processo deve essere
graduale per non sconquassare le economie.
È come se da un bacino di acqua a monte si dovesse riempirne uno al valle sino ad
equilibrare i livelli.
Se l’afflusso sarà graduale non ci saranno danni, ma se si apriranno le dighe di colpo ciò
provocherà una tale onda di piena da distruggere il bacino a valle…
Fuori di metafora, se si ponessero dei dazi sulle importazioni dai Paesi emergenti, in modo
graduale e magari per grandi blocchi a sviluppo omogeneo, si otterrebbe il risultato di fare
sì progredire quei Paesi, magari in tempi un poco più lunghi, ma senza dissestare le
economie dei Pesi più progrediti come invece sta avvenendo ora ..!!
MEDICI
Nel primo dopo guerra, epoca a cui risalgono i nostri ricordi di ragazzo, non c’era come
oggi il “Medico di base”, ma bensì la figura del “Medico condotto” che provvedeva a quasi
tutte le necessità sanitarie del paese, che conosceva tutti e la loro storia sanitaria e che
era un’autorità indiscussa assieme al parroco ed al maresciallo dei carabinieri.
Raramente il medico condotto mandava i pazienti da uno specialista, salvo rari e
documentati casi “difficili”, anche perché la sue esperienza e la sua professionalità, frutto
di tanti anni di costante applicazione e di vera dedizione gli davano le armi per risolvere
con successo la gran parte delle patologie che gli si presentavano.
Il medico condotto svolgeva la sua funzione più come missione che come professione a
fini di lucro, non percepiva regalie dalla case farmaceutiche ed era disponibile ad ogni ora
per visitare e per curare i suoi pazienti.
Oggi il medico di base è diventato poco più che un passacarte che mediamente e salvo
rare e commendevoli eccezioni, stenta a fare una visita come si deve, spesso fa diagnosi
a pazienti con giacca o cappotto addosso ed invia allo specialista ogni caso che sia più
complicato di un raffreddore o di un’unghia incarnata..!
Intercala le visite ai pazienti con il ricevimento dei “propagandisti medici” che girano per gli
ambulatori a promuovere le vendite delle case farmaceutiche e concede con facilità giorni
di riposo per malattia per soddisfare le richieste, non sempre giustificate, di postulanti
pretenziosi!
La stessa capacità professionale ne risente per mancanza di esperienza diretta e ciò
provoca sovente superficialità delle diagnosi causata anche da un generale senso di
menefreghismo o quanto meno di superficialità che ha preso il posto della dedizione che
era una volta la regola per questa professione.
Se poi passiamo agli specialisti, possiamo subito constatare una prima cosa e cioè quanto
sia diverso il trattamento tra i pazienti mutuati e quelli a pagamento e quanto siano salate
le parcelle delle visite a pagamento.
Un atteggiamento speculativo, la frequente richiesta di reiterare le viste, il suggerimento, in
caso di necessità, di ricoverarsi in una clinica privata dove il luminare opera anziché nelle
strutture pubbliche, dimostrano, come testimoniano le frequenti denunce dei media, che la
loro professionalità è al servizio più del profitto che non di quello della salute dei pazienti!
Ma la cosa più grave è la quasi accettazione di questo stato di cose da parte della
pubblica opinione che considera questi atteggiamenti come una inevitabile espressione
della natura umana quasi che l’anteporre il denaro e la visione materialistica della vita al
senso del dovere, alla solidarietà umana ed alle regole etiche, fosse l’ineluttabile destino
dell’umanità!
Se poi consideriamo che quasi sempre questi specialisti si sono fatti le ossa ed hanno
acquisito capacità professionale nelle strutture pubbliche e pagati dallo Stato e che, una
volta arrivati, sfruttano privatamente e per lucro personale queste loro capacità, allora
appare ancora più evidente una moralità ambigua e la prevalenza della ricerca del profitto
rispetto alla missione medica!
Certamente, anche in tempi passati, erano presenti individui di tale fatta, ma erano molto
più rari di oggi e certamente non trovavano alcuna giustificazione in rapporto ai parametri
etici del tempo!
ARTIGIANI
Sta diventando una specie in via di estinzione ..!
L’artigiano, come dice l’etimologia del termine, è una specie di artista e cioè una persona
che mette nel suo lavoro anche la passione e la creatività che il suo talento professionale
gli suggeriscono e che svolge il proprio lavoro con l’orgoglio che deriva dalla
consapevolezza della propria maestria.
Tutto ciò lo pone in una dimensione che, pur mirando ad un giusto guadagno, pure è in
qualche modo disgiunto da tale obiettivo quanto meno non facendone l’ obiettivo primario!
Non stiamo assolutamente dicendo che l’artigiano deve essere un francescano od un
santo che lavora per la gloria, ma che, quanto meno, i due aspetti possano convivere
nell’artigiano senza che uno annulli l’altro..!
Anche qui, purtroppo, è arrivata però la mercificazione spinta e l’artigiano di oggi ha poco
o nulla a che vedere con quello di 60 anni fa.
Oggi la professione si è allontanata sempre di più dall’essere vicina all’arte ed è diventata
un qualsiasi mestiere banale.
La maestria, la passione, la creatività sono state sostituite dalla tecnologia trasformando
spesso l’artigiano in un semplice assemblatore di parti prefabbricate dove il portato
personale è praticamente nullo, mentre l’obiettivo principale e quasi unico è diventato il
profitto in omaggio al nuovo concetto che ogni cosa è mercificabile e tutto ha un prezzo in
denaro!
Naturalmente a tutto ciò concorre anche il fatto che pure la clientela degli artigiani, sempre
in funzione del materialismo imperante, si è diseducata al bello adattandosi all’utile come
chi, abituandosi a mangiare cibi insipidi, perde piano, piano la memoria ed il gusto per i
cibi saporiti!
Se da una parte la mancata richiesta di un alto livello qualitativo ed estetico dei manufatti
prodotti provoca la contrazione della qualità della produzione artigianale, dall’altra questa
mancata produzione di qualità provoca una caduta ed una mancanza di gusto nella
clientela.
Insomma è un cane che si morde la coda o, se si preferisce, causa ed effetto che si
rincorrono e sono l’una la conseguenza dell’altro!
Lo si può constatare anche in un campo domestico come l’alimentazione laddove ai cibi
preparati con cura ed amore dalla massaia si sostituisce in parte il cibo preconfezionato
dei supermercati.
IMPRENDITORI
Imprenditore è quella persona che, come dice la parola, si lancia in una impresa produttiva
in funzione della sua propensione a creare un qualche cosa che produce beni o servizi.
Per quanto il fine di una azienda sia sempre stato il guadagno, pure anche gli aspetti
dell’ambizione di creare una realtà, il procurare posti di lavoro e ricchezza nel contesto
sociale in cui si opera, in una specie di sfida o di gara con se stessi per dimostrare la
propria valentia, così come l’orgoglio di sapere di svolgere una precisa funzione sociale,
sono sempre stati elementi significativi dell’impresa.
Anche in questo campo però, sebbene in misura forse minore che in altri campi, la nuova
tendenza a porre in modo prioritario il denaro, ha trasformato la figura dell’imprenditore
che ha accentuato i connotati di speculatore economico ed assopito quelli di produttore.
Esempio classico è quello di imprenditori che, spinti dai mercati e dalla concorrenza,
hanno quasi cessato di produrre in proprio ed oggi acquistano da Paesi in via di sviluppo
o producono colà tramite delocalizzazione delle aziende, merci che poi rivendono nei
Paesi nei quali le aziende hanno solamente una presenza fittizia o virtuale.
Questo tipo di speculazione è fatta in parte per necessità, ma in parte perché il fine del
maggiore utile è divenuto prioritario rispetto a tutte le altre motivazioni per le quali
un’impresa dovrebbe vivere.
Va insomma sempre più scomparendo la figura dell’imprenditore, sostituita da quella dello
speculatore!
E’ pur vero che a fronte di una previsione di guadagno del 3%-6%, gravato di tasse e
balzelli vari e minacciato da scioperi o occupazioni, l’alternativa di guadagni a due cifre
ipotizzabili con la speculazione, spinge inevitabilmente verso quest’ultima, ma questo è
pur sempre l’effetto inevitabile, la conseguenza logica, del mutato orizzonte economico
che deriva sempre dalla sciagurata vittoria dell’oro sul sangue ..!
Il risultato pratico è alla fine che sempre di più la figura del vecchio imprenditore sta
cedendo il posto a quella dell’imprenditore speculatore con una drammatica ricaduta
sociale sull’occupazione, sul potere d’acquisto e sulla serenità della gente.
Lo stesso capitalismo che era rappresentato per la sua quasi totalità dalle imprese, tanto
che l’antitesi classica del proletariato erano i “padroni”, si è oggi trasformato.
Non esistono quasi più i “padroni” che sono stati sostituiti dai finanzieri o da anonimi
gruppi finanziari che, senza produrre ricchezza se non per se, spostano montagne di
miliardi da una speculazione all’altra condizionando addirittura la vita dei governi e la
natura degli Stati!
Delocalizzazioni, titoli speculativi come i famigerati “Sub prime”, manovre di borsa,
megagalattiche compravendite di valute, sono gli strumenti attraverso le quali poche
centinaia di persone detentrici della ricchezza mondiale, su sei miliardi di abitanti della
terra, monopolizzano la creazione di ricchezza che rimane concentrata nelle loro mani
senza apportare alcun beneficio alla collettività umana!
E’ l’apoteosi della preminenza dell’oro sul sangue!
E’ la realizzazione del disfacimento dei valori della civiltà, la morte del pensiero, la necrosi
dei sentimenti, il trionfo del materialismo assoluto!
In questa situazione l’individuo cessa di essere una persona per diventare un mero
strumento di strategie finanziarie, un oggetto di speculazioni, mentre si annullano i diritti
più basilari a favore dell’imperativo del profitto e si abbruttiscono dignità, senso dell’onore,
tradizioni e spiritualità!
LA SCUOLA
La scuola maestra di vita.
Questo era l’assunto nelle vecchio società e la parte umanistica dell’insegnamento era lo
strumento base attraverso il quale raggiungere tale obiettivo.
Anche in questo settore il materialismo imperante nella nuova società ha trasformato il
contesto ed oggi, sempre di più, si tende a considerare l’insegnamento più un
addestramento per lo svolgimento di quei compiti che saranno assegnati da coloro che
gestiscono e controllano l’economia che non la coltivazione delle capacità intellettuali per
creare un individuo che pensi autonomamente e che sia capace di una sua critica
speculativa scevra da condizionamenti e da idee preconfezionate da interessi esterni.
Anche le scimmie si possono addestrare, ma restano sempre degli animali….
Non sappiamo quanto ciò corrisponda ad un preciso piano strategico, ma il dubbio che
questo esista è suffragato dal fatto oggettivo che è molto più facile gestire un popolo di
rincoglioniti consumatori che non uno di gente pensante in modo libero ed autonomo
senza contare che un metodo siffatto risponde in pieno alle esigenze speculative della
Finanza internazionale.
Chi pensa può criticare e chi critica danneggia gli interessi di coloro che desiderano
decidere il come, il quando ed il quanto ed il perché in modo che ciò collimi con i propri
interessi!
Da ogni pulpito politico sentiamo dire che la scuola non è all’altezza delle aspettative
perché non prepara gli allievi ad incontrare il mondo del lavoro tanto che i diplomati ed i
laureati, se assunti dalle aziende, debbono iniziare un addestramento totale il che è una
perdita di tempo e di denaro.
Ci risiamo con il denaro.
Nessuno considera che dopo la scuola tutta una vita attende di essere vissuta e che non
sarà certamente la preparazione tecnica, per quanto migliorata ed approfondita, a dare gli
strumenti per affrontare le problematiche cui i ragazzi andranno incontro.
Servono apertura mentale, capacità critica di ragionare, ancoraggi culturali ai quali fare
riferimento e acquisizione di valori e non è certo l’addestramento tecnico che può fornire
tutto ciò!
Alla società ed agli insegnanti di oggi tutto ciò non interessa ed anche se lo scopo per cui
la scuola fu in origine creata era la formazione dei cittadini, si preferisce, in nome del solito
materialismo e degli interessi economici, produrre degli individui addestrati anziché dei
cittadini colti..!
I risultati si vedono ed i sintomi più eclatanti sono laureati che non sanno scrivere
decentemente un testo, diplomati che non sono nemmeno in grado di redigere una
domanda di assunzione senza fare errori grossolani.
L’accettazione da parte della gente del condizionamento mediatico, constatabile nella
pedissequa adesione alle mode, nella adesione emotiva ad avvenimenti solo sino a
quando essi sono di attualità oppure nel condividere giudizi prefabbricati, dimostra una
volta di più quanto la scuola crei più una sovrastruttura mentale condizionante che non
una personalità autonoma, critica ed indipendente.
Quali progressi siano in grado di realizzare nelle loro vite individui così “formati” è
purtroppo prevedibile.
Un vecchio insegnante universitario della facoltà di chimica mi diceva che , dopo il primo
anno di università, gli allievi che provenivano dal liceo classico e quindi con formazione
umanistica, superavano mediamente quelli che provenivano dal liceo scientifico,
nonostante che questi avessero già una certa infarinatura di chimica.
E’ la dimostrazione pratica della tesi che abbiamo esposto e la conferma che il vero
progresso dell’umanità sta nello sviluppo del pensiero speculativo e non in quello della
tecnica perché il primo fornisce gli strumenti per sviluppare intelligenza mentre il secondo
è solo addestramento.
La preminenza è perciò del sangue e non dell’oro anche se provvisoriamente la vittoria
dell’oro appare irreversibile..!
LA POLITICA
La politica dovrebbe esser lo strumento attraverso il quale i cittadini possono promuovere
e realizzare il loro progetto di vita nel contesto di una società civile responsabile che
rispetti i diritti di tutti senza discriminazioni e senza privilegiare interessi privati o di gruppi.
Le cronache di tutti i giorni ci certificano quanto tale obiettivo sia lontano dall’essere
realizzato e quanto invece La politica agisca in nome di interessi privati o di gruppi!
E’ la inevitabile conseguenza della priorità che viene data all’oro sul sangue, al denaro
sull’onesta amministrazione, al profitto sull’etica!
Quando l’oro vince sul sangue, vince soprattutto un modo di concepire la vita, vince un
modo di considerare valori e gerarchie, vince un modo di determinare le priorità assolute e
pertanto diventa inevitabile tutta una serie di ricadute che sono la conseguenza logica ed
obbligata di quelle premesse.
Oggi, dopo la caduta del comunismo dell’ URSS tra i due materialismi che dominavano la
politica mondiale, il predominio è passato al capitalismo, ma anche quando il comunismo
era l’altra faccia della politica e contrastava il capitalismo, entrambe le ideologie dominanti
erano improntate al materialismo e vedevano nel denaro l’unico oggetto del contendere.
Come abbiamo già detto, il capitalismo per aumentare i patrimoni di chi già aveva tanto ed
il comunismo per distribuire più equamente la ricchezza, ma entrambi terminavano i propri
orizzonti sociali ed umani al modo in cui trattare il denaro senza mai affermare l’esistenza
e l’importanza di altri valori che sono invece fondamentali e che caratterizzano la stessa
natura dell’essere umano come l’arricchimento della propria cultura o la realizzazione di
una spiritualità, non importa se religiosa oppure agnostica, che sono le naturali ed
imprescindibili pulsioni dell’Uomo..!
Invece nel mondo politico di oggi corruzione, mercimonio, prostituzione morale, affarismo,
collusione con la criminalità organizzata, sono all’ordine del giorno e riempiono le
cronache dei media a dimostrazione che la virtù è morta e che la sete di denaro ha
infettato tutto questo mondo.
Deputati e senatori vengono comperati come vacche al mercato, capi politici rinnegano il
loro passato per interesse e cambiano bandiera, le ideologie che erano, a torto o a
ragione, le bussole etiche dei comportamenti politici, sono morte e sostituite dall’interesse
personale o di gruppo!
Una ulteriore e significativa dimostrazione di quanto andiamo esponendo è il massiccio e
documentato coinvolgimento della politica con la mafia, rapporto in cui si vendono alla
malavita protezione, complicità e negazione della giustizia sino ad arrivare a negare il
diritto con gli accordi discussi e realizzati con la mafia in nome del denaro e del potere
derivante da appoggio elettorale quando non da affari in comune.
Falcone, Borsellino e il generale Della Chiesa, assieme a tanti altri fedeli servitori dello
Stato che tentarono di opporsi, pagarono con la vita la loro convinzione sulla preminenza
della legge sul malaffare, mandati al macello da una politica collusa e complice!
Tutta la politica è coinvolta, dalla DC di Andreotti alle cooperative edili rosse siciliane a
Forza Italia fondata da Berlusconi e Dell’Utri.
Todos Caballeros, tutti picciotti….
Come abbiamo già detto, era inevitabile che ciò accadesse perché quando si parte dal
principio che il denaro è la cosa più importante, esso passa da strumento a fine ultimo e
quei comportamenti ne sono la logica conseguenza!
I GIOVANI
I giovani dovrebbero essere, per loro natura e per la condizione contingente che vivono, i
meno toccati dall’infezione dell’oro.
La vita tutta da vivere con le scoperte, le emozioni, l’amore, le curiosità e gli entusiasmi
non ancora mortificati dall’esperienza, dovrebbero dare loro una sorta di immunità.
Non è purtroppo così.
L’infezione dell’anima che ha colpito tutta la società ha infettato anche loro, inaridendo i
loro cuori, congelando le loro menti e spegnendo i loro entusiasmi.
In un mondo che pensa solo al denaro e non si cura dei valori che arricchiscono lo spirito, i
giovani crescono trascurati e si trapianta anche in loro quel materialismo che trasuda da
ogni aspetto della vita di oggi.
Gli eroi immaginari che ispirano e fanno loro da modello, non sono più i guerrieri, gli
scienziati, gli artisti, i poeti, ma i giocatori di pallone, i cantanti, gli attori e lo sono perché
essi guadagnano tantissimi soldi con i quali comprare automobili, donne, droga e rispetto.
I traguardi sognati non sono più la gloria e la felicità, ma il denaro e lo sballo e questi
traguardi si perseguono con freddo calcolo e con arido cinismo.
Anche per loro è avvenuta la mercificazione di tutto ciò che conta nella vita e tutto ha un
prezzo in assenza completa di regole etiche e di rispetto della coscienza che si è
assopita.
Ed ecco allora la ricerca dello “sballo”, la droga, il bere ed ecco l’incanalarsi di quelle
energie che sono espressione di gioventù verso traguardi meschini in un trionfo
dell’egoismo più cinico e freddo.
Ed ecco che anche le unioni, i matrimoni, nascono tarati da questi concetti e dall’assenza
di una capacità di assunzione di responsabilità e di rispetto degli impegni e durano spesso
pochi anni per poi esplodere con conseguenze spesso tragiche per se stessi e per gli
eventuali figli.
Quando diventa sentire comune il fatto che la priorità della vita è quella del guadagno e
della ricchezza, per conseguenza logica scadono gli altri valori e la parola data, l’impegno
liberamente accettato, la dignità, il senso di responsabilità e dell’onore appaiono
solamente come delle zavorre che ostacolano il raggiungimento di tale priorità,
Certamente non è così per tutti, ma lo è per molti, troppi, che crescendo daranno vita ad
una società ancora più arida e miserevole di quella in cui viviamo oggi!
Un tempo i giovani erano pieni di entusiasmi e di progetti a volte utopici come quello di
cambiare e di salvare il mondo ed anche se poi l’esperienza della vita ridimensionava i
progetti e smorzava gli entusiasmi, pure qualche cosa rimaneva di quei sogni ed era ciò
che arricchiva l’umanità e la portava avanti di un gradino nel progresso umano.
Oggi resta solo un panorama grigio, arido e nebbioso, i sogni sono morti e con essi sta
morendo l’anima dell’Uomo ..!!
D’altronde la più significativa forma di educazione, quella che dà risultato concreti e
conformi, è l’esempio e gli esempi che i giovani di oggi hanno costantemente sotto gli
occhi da parte dei comportamenti degli adulti, portano tutti a considerare come “normale”
una società mercificata e priva di valori etici per cui anche la formazione dei giovani non
può non avere una strada tracciata e dei risultati inevitabilmente negativi.
I PRETI E LA CHIESA
Pur essendo quella che è cambiata di meno perché da secoli è sempre stata molto attenta
ai suoi interessi materiali come è dimostrato sia dalla storia di guerre e di persecuzioni
dettate da mero interesse per il potere che dagli immensi patrimoni e dalle grandi
ricchezze di cui dispone, pure anche la chiesa, negli ultimi settanta anni e cioè dopo la
vittoria dell’oro sul sangue, ha accentuato questo suo materialismo interessato e dietro ad
una spiritualità di facciata, prospera con le sue banche, i suoi palazzi, i suoi ori.
Ogni tanto qualche Papa predica la povertà ed il ritorno alle origini, ma poi, al di là di
prediche virtuose e di pie intenzioni, tutto resta come prima con le banche, i patrimoni, gli
ori e la lotta per il potere.
E’ pur vero che ci sono preti eroici che vivono tutta una vita di sacrifici, di carità e di
dedizione al prossimo e monaci e monache che passano in clausura ed in penitenza tutta
la vita, ma essi, in buona fede, costituiscono solamente la manovalanza della chiesa, non
ne rappresentano il campione medio e soprattutto non vi esercitano alcun potere che ne
possa condizionare in qualche modo l’azione.
Si vedono altresì tanti preti che indulgono ai piaceri della carne ( anche con depravazioni
schifose e bestiali ) e del denaro e conducono una vita ben lontana dai dettami dei quel
vangelo che ipocritamente predicano nelle parrocchie ..!!
D’altronde il crollo verticale delle “vocazioni” che costringe a rinfoltire le fila con preti e
suore del terzo mondo, dimostra che la spiritualità che una volta era presente nella società
più evoluta, si sta estinguendo al gelo del materialismo imperante e tutto ciò avviene non
solo all’esterno della chiesa, ma anche al suo interno.
Le ultime cronache certificano addirittura la presenza di società segrete come la
massoneria nel cuore più intimo della chiesa e disvelano atteggiamenti ed azioni suggeriti
più dalla sete di denaro e di potere che non dalla carità cristiana e dal vangelo.
A chi obietta che non è cosa semplice smontare un complesso mastodontico come quello
del patrimonio economico della chiesa, facciamo presente che ciò non cambia lo stato
delle cose e che, essendo il papa uno degli ultimi sovrani assoluti del mondo, il suo potere
è altrettanto assoluto e non necessita di troppe intermediazioni, né di troppi consensi.
Manca invece la concretezza di quello spirito evangelico che dovrebbe essere faro
d’ispirazione e parametro di riferimento e manca la volontà politica di attuare quelle riforme
che si vanno predicando!
Ma la di là delle analisi sulle cause, resta la contraddizione tra dottrina e comportamenti,
tra predicazione e realtà, tra il dire ed il fare ..!!
E’ fuori di dubbio, data la corrispondenza tra causa ed effetto, che tutto ciò sia la
conseguenza di quel materialismo strisciante che nasce dalla sconfitta del sangue e dalla
vittoria dell’oro e che sta trascinando verso di sé tutte le manifestazioni della vita
comprese quelle, come la religione, che per loro natura ed origine dovrebbero essere le
più spirituali.
I MILITARI E LE FORZE DELL’ORDINE
Quando i valori dello spirito non erano ancora stati sopraffatti dagli interessi materiali, le
motivazioni che spingevano alla vita militare ed a quella delle forze dell’ordina erano
soprattutto l’amore per la Patria ed il senso dello Stato.
Certamente anche la prospettiva di una carriera che permettesse una vita dignitosa aveva
il suo peso, ma non era così determinante come invece lo è oggi.
La sensazione è che oggi si stia tornando a quel passato remoto delle compagnie di
ventura in cui era il “mestiere delle armi” e cioè quando fare la guerra, uccidere o essere
uccisi era solamente un mestiere pericoloso e redditizio.
La riprova è nella grande differenza tra la paga di un soldato che presta servizio in Italia e
che è di circa 1000 €/mese e quella dello stesso soldato in “missione di pace” per esempio
in Afganistan
Naturalmente al soldo va aggiunto vitto ed alloggio.
La mercificazione e la monetizzazione dell’amor Patrio è forse una delle peggiori e più
degradanti conseguenze della trasformazione che il materialismo imperante ha operato
nella società in quanto svilisce uno dei più puri sentimenti, quasi come la prostituzione
svilisce l’amore.
D’altronde anche questo aspetto delle scelte di vita nella moderna società è in linea con il
complesso delle convinzioni che ne determinano la natura e non c’è quindi da stupirsi se
concetti come Patria, onore e senso dello Stato hanno perso la loro valenza originale e
sono oggi solo i fantasmi residuali di ciò che furono in passato.
Troppo spesso si assiste alla scoperta di poliziotti o carabinieri che sono coinvolti in traffici
illeciti di ogni genere e questo dimostra che anche nelle forze dell’ordine il senso del
dovere cede qualche volta alla sete di denaro e questa è, secondo noi, la conseguenza
della mutata scala delle priorità che nasce dalla mitizzazione dell’oro a sfavore del sangue!
Non siamo così sprovveduti da negare che nelle vite di ciascuno di noi, e quindi anche in
quelle delle forze dell’ordine, ci sia la quotidianità dei problemi pratici e delle esigenze
concrete che presuppongono, per la loro soluzione, di una certa disponibilità di denaro.
Il problema nasce quando l’equilibrio tra doveri, coscienza e bisogno di denaro, si sposta
tutto a favore di quest’ultima esigenza e trasforma le azioni in male azioni senza che
intervenga nessun freno.
Insomma, non diciamo che essere militari o forze dell’ordine debba essere tutto una
missione e per nulla una professione, ma che è altrettanto sbagliato che diventi SOLO ed
esclusivamente una professione legata solamente ad uno stipendio.
I GIORNALISTI ED I LETTERATI
Il compito del giornalista è quello di informare, magari anche attraverso il filtro della propria
personale interpretazione dei fatti, ma sempre con la massima obiettività ed in assoluta
buona fede.
Quello dovrebbe essere il suo compito ma, all’atto pratico, anche questa professione che
era un tempo un magistero di verità, è diventata troppo spesso un mercimonio quando non
un esempio di prostituzione morale con la vendita della propria coscienza al migliore
offerente alla ricerca del guadagno ed a scapito della morale e della dignità!
D’altronde anche in questo caso vale la constatazione fatta per gli altri esempi e cioè che
a causa della sconfitta del sangue e della vittoria dell’oro, il dio denaro è diventato il
sovrano che impera sulle vite di ognuno e che determina le più importanti e significative
scelte della vita.
Oggi i giornali sono quasi tutti catalogabili a sostegno di una parte politica o di una classe
sociale o imprenditoriale ed è sufficiente leggere nelle varie edizioni i commenti e le
interpretazioni dei medesimi avvenimenti per capire come esse sino partigiane e
prezzolate anziché cercare di essere obiettive!
Il fatto che quando una testata importante è in vendita si assista ad un vero e proprio
assalto per aggiudicarsene la proprietà quand’anche il bilancio economico diretto, come
accade spesso, sia passivo, può solo significare che il possesso di un importante mezzo di
comunicazione di massa è utile per condizionare la pubblica opinione e portarla a
pascolare ( politicamente ed economicamente ) laddove è più conveniente per chi è in
grado di controllare quel condizionamento.
Spesso quello che dovrebbe essere un mezzo di informazione e di diffusione culturale si
trasforma in un supermercato delle idee preconfezionate e l’azione dei mezzi
d’informazione diventa strumento per ottundere la capacità critica dei cittadini a filtrare i
fatti attraverso un proprio giudizio autonomo per trarne in libertà una convinzione, giusta o
sbagliata, ma libera.
Insomma quello che avrebbe dovuto esser strumento di libertà si è trasformato,
distorcendo fatti e giudizi, in mezzo di persuasione occulta con il risultato di condizionare
pesantemente la libertà dei cittadini ed al servizio di quei “poteri forti” che hanno
comperato le coscienze dei giornalisti trasformandoli in mercenari della penna.
Alla buona fede del cronista che cerca di informare, si è sostituita spesso la malafede di
chi cerca di condizionare per obbedire ad ordini di scuderia …!!
Vale anche per questa categoria, quanto è avvenuto per le altre e la scomparsa o
l’attenuazione dell’importanza dei valori etici lascia il passo alla prevalenza degli interessi
economici ed alla sete di denaro che riesca a comperare tutto!
GLI SPORTIVI
Nell’antica Grecia, così come anche in altre civiltà, lo sport era considerato quasi una cosa
sacra e le gare che si svolgevano nelle “polis” erano soggette a date precise, a precisi
rituali ed erano quasi sempre dedicate alle divinità.
Lo sport era praticato come una manifestazione della tensione a superare i propri limiti
umani ed a proiettarsi in una dimensione superiore.
Data la sua natura sacra, l’agone presupponeva lealtà, sincerità, buona fede e umiltà
perché la sua natura lo poneva quasi nel contesto di una cerimonia sacra in cui il
malanimo sarebbe stato considerato empietà verso gli dei …!
Il compenso per il quale gli atleti lottavano e si sacrificavano era un serto di alloro, simbolo
di vittoria e di supremazia soprattutto su se stessi.
Quanto siamo oggi lontani da una tale interpretazione..!!
Oggi lo sport è diventato principalmente una questione economica ed intorno ad esso
girano una ridda di miliardi per gli ingaggi, le concessioni televisive e la pubblicità
commerciale e questi fattori hanno largamente superato per importanza l’agonismo.
Da rito semisacrale quale era alle origini, lo sport è diventato essenzialmente spettacolo
ed idealmente gli stadi dell’antica Grecia sono stati sostituiti dalle arene dei gladiatori del
tardo, decadente, impero di Roma!
L’agone sportivo ha perso la sua caratteristica di spinta al superamento dell’ostacolo per
diventare strumento di guadagno e ne fa anche fede la casistica del ricorso, in quasi tutti
gli sport, all’assunzione di droghe, ormoni, eccitanti e chimica varia che falsano le effettive
capacità degli atleti, truffano gli spettatori e spesso rovinano la salute in nome del denaro.
La speculazione dei media sulla spettacolarità degli eventi sportivi più popolari, produce
un mercato assolutamente sproporzionato nel quale calciatori ed allenatori in grado di
attirare molti spettatori e quindi di far vendere a caro prezzo gli inserti pubblicitari,
percepiscono compensi stratosferici completamente avulsi dal valore della prestazione
sportiva, ma collegati solo a quello del ritorno economico.
Insomma, anche qui l’oro la fa da padrone e supera per importanza qualsiasi altro valore
che lo sporto possa avere ..!!
E’ evidente la grande differenza che le due posizioni hanno anche sul piano etico.
La prima portava le persone che praticavano uno sport a rafforzare la propria personalità
nell’esercizio di uno sforzo costante a migliorarsi per raggiungere e superare risultati che
spostavano in avanti i limiti delle proprie possibilità.
La seconda se ne infischia di quegli obiettivi e cerca solamente di trarre dalle proprie
prestazioni il maggiore guadagno possibile anche a costo di frodi, di falsi e di raggiri!
Questa trasformazione che lo sport e gli sportivi hanno subito non è casuale, ma deriva
direttamente dal cambiamento etico dovuto dal cambio di obiettivi intervenuto quando
l’oro, vincendo sul sangue ha trasformato i valori in interessi, i principi in guadagno, le
coscienze in capitali.
Quanto tutto ciò abbia degradato il contesto generale è sotto gli occhi di tutti e non
occorrono certamente dotte analisi per prenderne atto.
Quel mondo all’apparenza così pulito e così disinteressato è diventato un verminaio di
interessi anche illeciti ed ha perso completamente quell’aspetto spirituale che ne era la
componente più importante.
LA VITA DI COPPIA
L’unione di due persone che mettono in comune le loro vite e condividono interessi,
progetti, emozioni, affetti e persino gli ostacoli che la vita riserva a ciascuno, nasce da un
istinto naturale alla conservazione della specie che la ragione, la coscienza e le tradizioni
razionalizzano trasformandolo in un sentimento che si chiama amore.
Teoricamente questa sfera della vita umana dovrebbe essere scevra da condizionamenti
di tipo economico ed il denaro dovrebbe entrarci poco con l’amore.
Per molti secoli della storia della nostra civiltà è stato così ed anche quando i genitori
combinavano i matrimoni dei figli, si trattava quasi sempre di fare con discernimento e
valutando alla luce dell’esperienza tutte le condizioni, quelle scelte che i soggetti, a causa
della ubriacatura dell’innamoramento, non sarebbero stati in grado di fare, ma sempre con
l’obiettivo di costruire per i propri figli delle realtà che avrebbero potuto funzionare e con lo
scopo ultimo di favorire la felicità od almeno la serenità della coppia.
Alla fine quindi un gesto d’amore nel contesto di una prospettiva d’amore ..!
Oggi tutto ciò è radicalmente cambiato e la resistenza che l’istinto della specie oppone alla
ragione che privilegia il denaro ai sentimenti, appare sempre più debole e sconfitta.
Non servono molti ragionamenti e molte considerazioni.
E’ sufficiente considerare l’aumento esponenziale che negli ultimi anni si è verificato nelle
separazioni e nei divorzi per concludere, senza tema di smentita, che la coppia è in crisi
come concetto e come istituzione.
La stabilità e la forza della coppia era indubbiamente ancorata all’amore ed al peso che
ciascuno dava ai valori tradizionali della società civile e la recente vittoria totale dell’oro sul
sangue ha indubbiamente stravolto questo equilibrio introducendo nell’equazione un
fattore disgregante e dirompente che è l’interesse per il denaro.
Neppure più l’amore istintivo, irrazionale e primordiale per i figli ha saputo essere di
contrasto a questa tendenza e l’egoismo ha mediamente prevalso scardinando i
sentimenti, le coscienze, la coerenza verso gli impegni liberamente presi e quei valori etici
che l’amore per il denaro ha annacquato e reso labili!
Tale tendenza è esplosa negli ultimi anni come dimostrano le statistiche ISTAT che
certificano come, solo negli ultimi 6 anni essi siano aumentati del 68%.
Ecco una grafica dell’andamento delle separazioni e divorzi solamente dal 1995 al 2009:
Sono fenomeni sociali di grandissima rilevanza e soprattutto sono fenomeni che non
accadono per caso, ma per precise cause.
Sono venute a mancare quelle condizioni che stabilizzavano i rapporti di coppia e sono
contemporaneamente aumentati quei fattori disgreganti che ne minano la consistenza.
Il materialismo dominante che è scelta di priorità materiale rispetto a quella spirituale ed
etica nella scala di valori che regolano la vita, conseguenza diretta della vittoria dell’oro sul
sangue, hanno distrutto il cemento che univa la coppia mentre ha preso il sopravvento
quell’egoismo che è figlio diretto dell’Oro.
Le conseguenze pratiche di tali scelte e di tali comportamenti non potevano non essere
che lo sfaldamento ed il dissolvimento di quei legami che tenevano unita la coppia e tutto
ciò non è teoria in quanto dimostrato dai fatti..!!
CONCLUSIONI
Non siamo sicuri che quanto abbiamo scritto possa servire a qualche cosa ed anzi
temiamo fortemente che non serva a nulla perché le forze che dominano oggi il mondo
grazie al peso del denaro sono forti, organizzate e talmente inserite al comando nel
contesto sociale da impedire l’efficacia di qualsiasi testimonianza, sebbene documentata e
qualsiasi reazione allo status quo.
Come ha dichiarato recentemente in un’intervista don Gabriele Amorth il più famoso
esorcista del mondo, : “Chi comanda é chi ha i soldi.
Il nostro mondo è gestito da 7-8 persone che hanno in mano i quattrini…….
Purtroppo anche nella Chiesa ci sono quelli che vanno avanti a forza di carriera, a forza di
soldi, a forza di corruzione.
Anche nella Chiesa c'è una grande massa di massoni.
E anche tra i cardinali ce ne sono, altroché, altroché!
Perché di fronte al dio denaro uno ammazzerebbe suo padre, sua madre, i suoi figli.
Anche un uomo di Chiesa lo fa, se non ha fede.”
E’ chiaro che in tale situazione è come se un nano volesse combattere contro un gigante
ed a parte le leggende della Bibbia, nella vita reale il gigante vince sempre alla grande
contro il nano…!!!
Pur tuttavia noi abbiamo voluto fare egualmente la nostra denuncia considerandola come
un seme gettato nel campo della vita, sperando che col tempo esso possa germogliare a
dispetto delle erbacce, dell’incuria e del maltempo.
Come il granello di terra che rotolando sulla distesa del nevaio si ingrandisce sempre più
diventando alla fine valanga travolgente ed inarrestabile, la nostra illusione è che anche
questo seme possa dare un giorno i suoi frutti e che una forza travolgente sorga contro
questo mondo retto dall’oro travolgendo, sradicando, annientando sino a creare un nuovo
ordine, un mondo nuovo, meno materialista e più Umano..!!!!
Alessandro Mezzano

                                                                                                                                              

giovedì 18 maggio 2017

GRAMSCISMO DI DESTRA...

GRAMSCISMO DI DESTRA...

Per la salvezza dell’Italia riconciliazione del popolo italiano

                                                                                                          

martedì 16 maggio 2017

OLIO DI RICINO E MANGANELLO: VEDIAMO PERCHE'!

Olio di ricino e manganello:
vediamo perché!

Per coloro che, ancora oggi, continuano ad immaginare o a credere (o fanno finta di
credere o preferiscono semplicemente supporre o congetturare…) che il Fascismo di
Mussolini sia nato o scaturito dal nulla o possa, in qualche modo, essere
improvvisamente balzato fuori dal "cappello di un mago", sarà bene riesumare il
contesto storico nel quale quell’avvenimento della Storia si svolse. In particolare:
- la “Fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento”, il 23 Marzo del 1919 ;
- il clima che regnava in Italia, negli anni che precedettero la presa del potere da parte
del Fascismo (1920-1922);
- la “Marcia su Roma”, il 28-31 Ottobre del 1922;
- la violenza anti-fascista contro i fascisti (1919-1932)

A. Fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento
di: Alberto B. Mariantoni

Il 23 Marzo del 1919, quando ebbe luogo a Milano la prima Assemblea costitutiva dei
«Fasci Italiani di Combattimento», nessuno o quasi, in Italia ed all’estero, si accorse
di quella riunione, né tanto meno del possibile valore storico, politico, economico,
sociale, culturale ed esistenziale di quell’avvenimento.
Prova ne sono, le classiche ed asettiche dieci righe di formale resoconto che
apparvero, il giorno dopo, sull’esclusiva cronaca locale di alcuni quotidiani milanesi.
Ed era normale che così avvenisse!
Convocata a soli quattro mesi dalla firma dell’armistizio di Villa Giusti (4 Novembre
1918) e dalla fine, per l’Italia, della Prima Guerra mondiale, quella “storica adunata”
- non avendo avuto praticamente il tempo necessario per essere adeguatamente
pubblicizzata, né ponderatamente ed appropriatamente organizzata - era risultata un
“fiasco”. Un insuccesso formale, in quanto - oltre a non essere riuscita a suscitare il
diretto plauso né l’aperta critica di nessun organo di stampa, era stata addirittura
distrattamente equivocata o confusa dai diversi osservatori dell’epoca, con uno
qualunque dei numerosissimi convegni nazionalistici o patriottici che erano
2
regolarmente organizzati, in quel periodo, dalle diverse organizzazioni di exinterventisti
e/o di ex-combattenti.
Il perché di quell’apparente insuccesso, è facile spiegarlo.
L’allora direttore del “Popolo d’Italia”, Benito Mussolini, e lo sparuto manipolo di
simpatizzanti e di seguaci che lo attorniava e lo sosteneva sin dal 1914-15, essendo
intimamente convinti che le situazioni di contingenza del Paese fossero più che mai
imperiose ed incalzanti, avevano per così dire affrettatamente tentato di “bruciare i
tempi” e di anticipare gli eventi (che immancabilmente si produrranno nei mesi
successivi) e, di conseguenza, avevano ottimisticamente e goliardicamente
improvvisato…
L’annuncio per la convocazione di quell’Assemblea, infatti, dopo un primo fugace
appello lanciato dal futuro Duce del Fascismo l’11 Gennaio del 1919, aveva
incominciato ad essere sistematicamente pubblicizzato, su Il Popolo d’Italia1, soltanto
a partire dal 2 Marzo dello stesso anno. Cioè, esattamente diciannove giorni prima
dell’incontro preparatorio (21 Marzo ) di quel convegno, e ventuno, dall’effettiva data
di quel fatidico e storico raduno (23 Marzo).
Risultato: alla vigilia di quell’ “importantissima riunione” (come lo stesso Mussolini
l’aveva fin lì definita), l’iniziativa in questione era riuscita a malapena ad attirare o a
suscitare, in tutta la Penisola, soltanto 400 adesioni individuali (verbali o scritte) ed
una trentina di conferme collettive di sostegno da parte di qualche associazione
di reduci, di mutilati e di studenti.
Il 23 Marzo del 1919 - la data scelta dai futuri Sansepolcristi2 - era una domenica
come tante altre. Milano - svestitasi temporaneamente del suo tradizionale e
laborioso dinamismo feriale - si era, in quel giorno, apaticamente risvegliata sotto
un’intermittente e noiosa pioggerellina primaverile. E piazza San Sepolcro,
raramente frequentata nei giorni festivi, appariva agli occasionali passanti, appena
un po’ più animata del solito.
Già dalle prime ore del mattino, infatti, diversi capannelli di persone, incuriosite o
interessate, si erano spontaneamente costituiti dal lato opposto dello stretto piazzale
che tuttora fronteggia la prominente basilica affiancata dai due caratteristici campanili
romanici. E quell’inconsueto e sorprendente assembramento - con la sua attenzione
principalmente rivolta all’indaffarato andirivieni che regnava al numero civico 9 di
quella piazza, davanti al portone d’ingresso del neoclassico ed, in quel tempo,
abbastanza malridotto e fatiscente Palazzo Castagni (sede designata per quella
riunione) - faceva da estemporanea e surreale cornice al quadro piuttosto
assembleare e senz’altro effervescente di quel rumoroso e singolare convegno.
1 Il quotidiano di Benito Mussolini, fondato a Milano, il 5 Nobembre 1914.
2 Coloro, cioè, che avevano partecipato alla riunione di Piazza San Sepolcro, a Milano (23
Marzo 1919). Secondo l’art. 13 del Regolamento del Partito Nazionale Fascista (1939 - XVIIº):
« Spetta la qualifica di "Sansepolcrista" al Fascista che il 23 marzo 1919 abbia effettivamente
partecipato all'adunata di Piazza San Sepolcro e sia in possesso del relativo brevetto rilasciato dal
Duce ».
3
All’interno di Palazzo Castagni – sede in quel tempo del Circolo per gli Interessi
Industriali, Commerciali e Agricoli della provincia di Milano ed i cui locali erano stati
regolarmente presi in affitto e non certo «benevolmente concessi» dai responsabili
del Capitalismo lombardo, come ebbero più tardi a pretendere i cosiddetti antifascisti
della venticinquesima ora! – c’era di tutto: combattenti, arditi, volontari e mutilati della
Prima Guerra mondiale, studenti, operai, commercianti, imprenditori, liberi
professionisti, disoccupati, poeti, artisti, ex-interventisti, socialisti rivoluzionari,
sindacalisti, anarchici, nazionalisti, futuristi, repubblicani, monarchici, massoni e,
perfino, alcuni israeliti… E fu davvero un «miracolo» che la risicata e tetra «sala dei
Commercianti» di quel Circolo riuscisse addirittura quasi a riempirsi con un centinaio
di presenze effettive, tra cui - oltre i soliti curiosi e qualche poliziotto in borghese -
soltanto 61 o 62 delegati3 dei nascituri «Fasci».
Un reale fallimento, da un punto di vista formale… Ed uno strabiliante ed
incalcolabile successo, se viene presa in considerazione la specifica qualità e la
profonda sostanzialità di quell’avvenimento!
Quel giorno, infatti, al di là delle roboanti e bellicose dichiarazioni di principio che
furono immancabilmente pronunciate dai diversi intervenuti, non furono soltanto
gettate le basi di quello che più tardi diventerà il «Fascismo Italiano». Quel giorno, se
vogliamo, senza volerlo e senza saperlo, venne ri-inaugurato l’antico, naturale,
umano e sempre valido metodo di fare politica all’interno della società: fissare,
cioè, un obiettivo o uno scopo da raggiungere, e chiamare indistintamente ed
indiscriminatamente a raccolta tutti coloro che direttamente o indirettamente - al di là
di qualunque schema ideologico, politico o partitico preconcetto - sono pronti con il
loro cuore, il loro spirito, la loro mente e/o le loro braccia ad implicarsi personalmente
e concretamente in quell’impresa comune, per tentare di contribuire quotidianamente
e fattivamente alla libertà, all’indipendenza, all’autodeterminazione ed alla sovranità
politica, economica, culturale e militare del proprio Popolo-Nazione, nonché al
benessere, alla fierezza ed alla dignità della Societas e dello Stato di cui si fa parte.
Ancora oggi, persino tra gli stessi «Fascisti» o presunti tali (il più delle volte,
politicamente ottenebrati dalla rituale e ciclica “corsa alle sedie” democratica o
ideologicamente forviati da più di cinquant’anni di quotidiana e ossessionante
propaganda antifascista…), ci si continua a meravigliare che un tale avvenimento
abbia potuto effettivamente realizzarsi. Oppure, che - in quell’occasione - tutto ed il
contrario di tutto abbia potuto “incoerentemente” ed “inverosimilmente” confluire in
quel modesto e contraddittorio alveolo e, da irrisorio e maldestro ruscello,
trasformarsi dapprima in torrente impetuoso ed, in seguito, in fiumana straripante e
travolgente.
Oggi, tentare di descrivere quel particolare episodio della nostra Storia, sembra
davvero come raccontare una favola… Eppure, fu semplicemente Storia. Storia di
uomini e di volontà umane che tenacemente vollero ed arditamente e decisamente
seppero raggiungere l’obiettivo che si erano liberamente e sinceramente imposto di
conseguire.
3 Altre fonti, parlano di 80-100 delegati.
4
Quella loro Storia, ancora oggi, se ancora ce ne fosse bisogno, è là per dimostrare al
mondo che quando si vuole, si può. E che il semplice buon senso e l’antica “arte del
fare”, quando sono opportunamente “conditi” con un po’ di coraggio e di
abnegazione umana, oltre ad essere la migliore ricetta di ogni sana politica, sono
sempre in grado, in ogni momento della Storia, di sconfessare qualunque tipo di
teoria preconcetta ed, allo stesso tempo, di contraddire, inficiare o stravolgere
qualsiasi preteso, inevitabile o dogmatico “senso della Storia”!
B. Il clima politico che regnava in Italia, negli anni che
precedettero la presa del potere da parte del Fascismo.
a cura di: Alberto B. Mariantoni ©
Fonte :
Libro: “Per non dimenticare”. Barbarie e bestialità dei rossi, negli anni del
Primo dopo-guerra, Tipografia Ditta L. Cecchini - Via del Lavatore, 88 –
Roma - 1924.
AVVERTENZA:
(*) La numerazione tra parentesi, corrisponde a quella della collezione del
quotidiano «Il Corriere della Sera».
1920
(Primo semestre)
9 gennaio - A San Cesario (Modena) malviventi e sovversivi attaccano la caserma
dei carabinieri. Un borghese ferito grave e molti feriti meno gravi (N. 9).
14 gennaio - Sciopero postelegrafonico in tutta Italia (N. 12). Anche i ferrovieri
minacciano di scioperare. (N. 12).
20 gennaio - E’ proclamato lo sciopero dei ferrovieri in tutta Italia (N 17).
21 gennaio - L’equipaggio del postale “Città di Cagliari” si rifiuta di partire per la
Sardegna; il Ministero della Marina utilizza l’immediata iscrizione della nave nel
naviglio militare e lo sbarco del personale (N. 18).
23 gennaio - Due attentati ferroviari: uno fra Bucine e Montevarchi (linea Firenze –
Roma): e l’altro alla Palombella (Ancona – Bologna): fortunatamente i colpi di fucili
vanno a vuoto. Giornata di sciopero generale a Pisa e a Bari per solidarietà con i
ferrovieri (N. 20).
4 febbraio - L’agitazione degli operai tessili provoca lo sciopero generale nel
Bergamasco. Sciopero agrario Ferrarese. Sciopero nelle Zolfatare siciliane (N. 30).
5
21 febbraio - Conflitto tra i carabinieri e socialisti, a Castelfranco di Sotto (Firenze)
avendo voluto i socialisti penetrare a viva forza nei locali di un circolo cattolico per
devastarlo. Due feriti gravi (N. 45).
1° marzo - 24 ore di sciopero generale a Milano provocato dagli incidenti di un
comizio indetto dalla Lega proletaria fra mutilati ed invalidi di guerra: 17 feriti (N. 52).
10 marzo - Nuova agitazione dei ferrovieri (N. 61).
26 marzo - In un conflitto tra militari e contadini scioperanti a Barengo (Novara)
cadono uccisi un soldato e due contadini. Molti feriti (N. 71).
5 aprile - Sanguinoso conflitto a Decima di Persiceto (Bologna), causato dallo
sciopero; scontro tra carabinieri e scioperanti: 5 morti, numerosi feriti (N. 8).
7 aprile - In seguito ai conflitti di Decima scoppiano scioperi di solidarietà a Bologna,
Pisa, Livorno, Modena, Genova, Firenze, Piacenza (N. 85).
15 aprile - Sciopero generale a Torino causato dalla volontà degli operai di governarsi
nelle fabbriche con le commissioni interne (N. 92).
19 aprile - A Raiano (Abruzzi) vengono uccisi il Commissario Regio e due contadini
durante un tumulto per l’aumento del canone sull’acqua (N. 95).
Sono sospesi tutti i treni diretti ai centri colpiti dagli scioperi (N. 98).
1° maggio - Il 1° maggio è turbato a Torino e a Pola da deplorevoli e sanguinosi
tumulti. A Torino in un comizio vengono lanciate due bombe contro le Regie Guardie
che reagiscono: un agente morto e uno moribondo. Due cittadini morti e quaranta
feriti. A Pola conflitto tra la forza pubblica e i comizianti: due morti, parecchi feriti. A
Mordano (Imola) un comizio di popolari, tenuto in locale chiuso, viene assalito dai
socialisti, 5 feriti, tutti popolari. A Paola (Reggio Calabria) popolari e ferrovieri, iscritti
al Sindacato Ferrovieri, vengono a conflitto: 3 morti e molti feriti (N. 105).
4 maggio - Un morto e due feriti ad Imola in un conflitto avvenuto durante
l’inaugurazione della statua di Andrea Costa (N. 106).
La forza pubblica viene aggredita con bombe a Livorno: 1 morto e trenta feriti nel
conflitto. I ferrovieri impediscono, a Bologna, la partenza ai carabinieri per Viareggio.
Un morto in un conflitto tra gli operai del Cotonificio Poma e la forza nel Biellese (N.
107).
24 maggio - A Roma un corteo di studenti nazionalisti che avevano commemorato la
guerra italiana è assalito in Via Nazionale dalle Guardie Regie: 8 morti, 40 feriti. (N.
124).
A Palermo tafferugli per il 24 maggio; un agente ucciso (N. 125).
25 maggio - Conflitto tra leghisti bianchi e leghisti rossi a San Giorgio (Legnano): 10
feriti.
8 giugno - Sciopero generale a Bari. Le leghe bianche nel Trevigiano commettono
soprusi, violenze, estorsioni.
9 giugno - Nitti si presenta dimissionario alla Camera dopo aver revocato il decreto –
legge (già firmato da S. M. il Re) sul pane. Sciopero generale a Trento. Un morto e
quattro feriti durante una dimostrazione (N. 139).
11 giugno - Treni fermati ad Alessandria per non lasciar partire 90 carabinieri (N.
141). Sciopero ferroviario nel compartimento di Milano. Tumulti e violenze a Trieste.
Molti feriti gravi (N. 141).
14 giugno - Treni con materiali militari in Albania sono fermati dai ferrovieri ad
Ancona che si rifiutano di farli proseguire (N. 143). Scioperi parziali delle ferrovie
secondarie in Alta Italia (N. 150).
23 giugno - Conflitti e tumulti a Milano provocati da comunisti e sindacalisti.
Prolungato scontro in Via Dante a Milano morti e molti feriti. Sciopero generale a
Milano (N. 150–151).
6
28 giugno - Ammutinamento dei bersaglieri dell’11° Reggimento ad Ancona
(Caserma Villarey) che doveva partire per l’Albania. Elementi socialisti si uniscono
alla rivolta. Ancona per alcune ore viene occupata dai ribelli che si impadroniscono
dei forti. Nel conflitto tra rivoltosi e forza pubblica: 10 morti. Le altre unità militari non si
uniscono alla rivolta e rimangono obbedienti agli ordini dei superiori (N. 154).
29 giugno - Sanguinosi conflitti a Forlì e a Cesena. Assalto anarchico a Pesaro
contro una polveriera e una caserma che fu subito respinto dai carabinieri Tumulti
nelle Marche e in Romagna (N. 156).
1920
(Secondo semestre)
30 giugno - A Porto Civitanova (Macerata) gruppi di rivoltosi tentano di dare l’assalto
alla caserma dei carabinieri che li respingono. Un morto. Lo sciopero generale
continua in Umbria. Grave conflitto a Brindisi: un morto e sei feriti. Conflitto fra leghisti
e mezzadri nel Ferrarese: due feriti (N. 157).
1° luglio - Sanguinoso conflitto a Gioia del Colle fra proprietari e contadini: 4 morti,
due moribondi, 7 feriti (N. 158)
2 luglio - E’ diramato il seguente comunicato Stefani sui tumulti nella provincia di
Ancona: “Nei recenti moti di questa provincia si sono avuti a deplorare
complessivamente 24 morti, di cui 22 in Ancona, uno a Fabriano ed uno a Jesi. Inoltre
nel comune di Ancona vi sono stati 411 arrestati, dei quali 356 rilasciati e 55
denunciati. Sono stati sequestrati un’ingente quantità di armi, munizioni ed esplosivi,
due camions due mitragliatrici e della benzina. Nel comune di Chiaravalle vi sono stati
13 arrestati, dei quali 8 rilasciati e 5 denunciati. L’esito delle perquisizioni è stato
negativo. “Nel comune di Osimo gli arrestati sono stati 35, dei quali denunciati
all’autorità giudiziaria solo 8. Sono state anche sequestrate armi. “Nel comune di Jesi
gli arrestati ammontano a 50, i rilasciati a 25, i denunciati a 40, di cui 21 ancora
latitanti. Sono state inoltre sequestrate armi, 43 casse di munizioni per fucili,
mitragliatrici, esplosivi di varia qualità, 10 casse di benzina. “Infine nel comune di
Fabriano vi sono stati 32 arrestati dei quali solo due denunciati”. L’on. Quarantini è
arrestato per oltraggio ai carabinieri, però immediatamente rilasciato (N. 159).
5 luglio - Il vescovo di Cremona Mons. Gazzani, deplora i metodi estremisti dell’on.
Miglioli e delle organizzazioni bianche in una circolare mandata alla Diocesi (N. 160).
14 luglio - Gravi tumulti di Trieste: due morti e 25 feriti: L’Albergo Balkan è quasi
completamente distrutto. Conflitto fra leghisti e carabinieri a Oniano Pisano: un morto
e due feriti (N. 170).
20 luglio - Gravi conflitti a Roma: i cittadini, indignati dalla tracotanza dei tranvieri
rossi, li malmenano. E’ proclamato lo sciopero generale (N. 174). Un pacifico cittadino
è barbaramente ucciso a bastonate dai socialisti mentre gridava Viva l’Italia!
21 luglio - Alla notizia dello sciopero generale a Roma avvengono a Torino tumulti di
notevole gravità. Gli ufficiali sono aggrediti e percossi per le strade. Sono lanciate due
bombe. Alcuni feriti.
26 luglio - Conflitti tra leghisti e popolari. A Ospitale Modenese due morti e alcuni
feriti. Conflitto a Randazzo (Sicilia) tra contadini e forza pubblica: 7 morti (N. 179).
2 agosto - Un morto ed un ferito in un conflitto provocato da un’aggressione ai
carabinieri a Millesimo (Savona) (N. 185).
9 agosto - Selvaggio conflitto nel Bolognese tra leghisti e guardiani di un fondo (a
Forcania presso Medicina). Quattro morti, alcuni feriti (N. 190). Uno dei guardiani è
7
barbaramente trucidato sotto gli occhi della moglie e dei suoi bambini. Continuano le
agitazioni agrarie nel Bolognese.
17 agosto - Ad Abbadia S. Salvatore, i socialisti assalgono una processione religiosa:
4 morti in chiesa (N. 198).
23 agosto - Conflitto tra socialisti e carabinieri a Poggibonsi. Un morto e tre feriti (N.
203).
30 agosto - Gli operai metallurgici milanesi, indisturbati, prendono possesso delle
officine per prevenire una serrata industriale (N. 209).
1° settembre - Altre officine vengono occupate a Milano e a Roma. La minaccia a
Napoli (N. 210). Gli stabilimenti di Torino vengono occupati dalle maestranze (N. 211).
2 settembre - Sciopero generale politico in tutta la Venezia Giulia (N. 212).
8 settembre - Gli industriali pongono come condizione per la ripresa delle trattative lo
sgombero delle officine (N. 216).
Sanguinosa rivolta a Trieste durante il funerale del morto negli incidenti del 2
settembre. Una Guardia Regia uccisa, carabinieri e borghesi feriti (N. 217).
Altri conflitti a Trieste. Un morto e 20 feriti (N. 218).
10 settembre - Continuano i conflitti a Trieste. Tre morti (N. 220).
13 settembre - Due morti a Torino durante l’aggressione di alcuni operai contro l’ing.
Debenedetti (N. 221).
14 settembre - Alcuni ufficiali sono assaliti dai socialisti a Voghera e feriti. Gli
stabilimenti tessili nel Biellese sono ancora occupati (N. 222).
16 settembre - I rappresentanti degli industriali e degli operai metallurgici sono
convocati a Torino dal Presidente del Consiglio, On. Giolitti (N. 223).
18 settembre - Alcuni ufficiali vengono aggrediti e disarmati a Torino (N. 225).
22 settembre - Una serie di conflitti a Torino: tumulti durante il funerale di un operaio.
Una Guardia e due cittadini uccisi. La forza procede all’assalto dello stabilimento
Gilardini occupato dagli operai (N. 229).
23 settembre - I socialisti uccidono un carabiniere a Pola (N. 230). A Venezia le
maestranze socialiste si rifiutano di far viaggiare le truppe che andavano sui piroscafi
in soccorso dei Paesi del Veneto allagato. (N. 230).
29 settembre - Sciopero di due ore in tutta l’Italia. Incidenti e conflitti.
14 ottobre - Durante una manifestazione anarchico – socialista a Milano tumulti e
ferimenti. Un morto e vari feriti. Un morto e 9 feriti durante lo sciopero di due ore degli
addetti ai pubblici servizi in tutta Italia. 11 morti e 100 feriti durante una battaglia tra
carabinieri e contadini a S. Giovanni Rotondo (Foggia) (N. 248).
22 novembre - Gravissimi conflitti durante l’insediamento del nuovo Consiglio
comunale socialista a Bologna. Dalle finestre del Palazzo Comunale vengono lanciate
bombe sulla folla. Nell’aula la maggioranza socialista spara sulla minoranza. Vengono
nell’aula gravemente feriti l’avv. Giulio Giordani che muore subito e l’avv. Collina.
Negli incidenti che poi scoppiano in vari punti della città 7 morti e 60 feriti (N. 280).
20 dicembre - Quattro morti e numerosi feriti a Ferrara in una criminosa imboscata
socialista (N. 305).
29 dicembre - Fiume è bloccata dal giorno 22. D’Annunzio cede i poteri al Consiglio
comunale (N. 311).
1921
(Primo semestre)
7 gennaio - Un camion con 20 fascisti, a Pola, è fatto segno ad un attentato: due feriti
(N. 7).
8
10 gennaio - Conflitto tra fascisti e socialisti a Bologna due feriti. Una comitiva di
socialisti s’imbatte a Rovigo, dopo la mezzanotte, mentre cantava l’Internazionale,
con un gruppo di fascisti: tre feriti (N. 8).
Agguato socialista contro alcuni ex ufficiali che volevano cancellare una lapide
ingiuriosa apposta dai socialisti ad Abramo Vercellese per i caduti in guerra qualificati
vittime del capitalismo borghese. Nel conflitto un moribondo e un morto (l’avv. Aldo
Milano) (N. 9). Uno stabilimento in costruzione a Biella, appartenente ad un gruppo di
capitalisti francesi, viene demolito per ordine degli azionisti francesi, impauriti
dall’occupazione delle fabbriche (Lo stabilimento appartiene alla Soc. An. Italo -
francese Textor con 50 mil. Di capitale) (N. 9). Il disservizio postale preoccupa tutta la
stampa: perfino l’ “Avanti” scrive: “I ritardi postali che si verificano in questi giorni
sono veramente spettacolosi. Ad essi è dovuto se molti comunicati e molte notizie non
possono essere pubblicate” (N. 9).
11 gennaio - Sciopero di becchini a Torino: i trasporti funebri sono eseguiti dai parenti
(N. 10).
13 gennaio - Il Sindaco di Ferrara Bongianchino, è arrestato insieme al Segretario
della Camera del Lavoro Zirardini con mandato di cattura che accenna a complicità in
omicidio in occasione dei fatti di Ferrara (N. 13).
17 gennaio - Movimentata dimostrazione fascista a Bologna contro l’onorevole
Zanardi (N. 14). Conflitto fra fascisti e socialisti ad Albate (Como): un morto ed un
ferito (N. 14).
Violenta dimostrazione a Bologna contro l’onorevole Bucco che fugge dalla città (N.
15).
18 gennaio - Avendo l’amministrazione socialista di Ponticelli (Napoli) fatto togliere i
crocifissi nelle aule delle scuole e i ritratti dei Sovrani nel Municipio, la popolazione
indignata dà l’assalto alla Casa comunale (N. 16).
20 gennaio - Si dà la notizia che 48 socialisti ricercati dalla polizia sono riparati a San
Marino. Gravissimo conflitto a Castellammare di Stabia provocato da quella
Amministrazione comunale socialista che aveva deciso di cambiare i nomi delle
strade. La popolazione indignata dà l’assalto al Municipio, dal quale vengono gettate
alcune bombe: 8 morti e 15 feriti. Sciopero generale (N 18).
21 gennaio - Dimostrazioni di impiegati in tutti i Ministeri. Essi chiedono aumenti e
miglioramenti economici (N. 19).
24 gennaio - Violenta battaglia a Modena durante i funerali dello studente fascista
Ruini ucciso in un conflitto precedente: due morti, 15 feriti. Sciopero generale.
Battaglia a Perugia fra fascisti e comunisti: 8 feriti. Conflitto a Vignole Barbera (Nuovi
Ligure): un morto e tre feriti (N. 21).
25 gennaio - Il Governo ordina il disarmo di tutti i cittadini nelle province di Bologna,
Modena e Ferrara. Sciopero generale a Bologna (N. 22).
27 gennaio - Fascisti aggrediti dai socialisti a Cecina: 10 feriti. Il Sindaco e due
assessori arrestati. Sciopero generale a Firenze (N. 23).
Conflitti a Firenze durante lo sciopero generale una dozzina di feriti, fra cui alcuni
gravi. Socialisti dimostranti devastano la sede del Fascio di Arezzo. Sciopero di 24
ore dei postelegrafonici a Roma. I ferrovieri di Roma non fanno partire e deviano i
treni per Firenze (N. 24).
31 gennaio - La Commissione parlamentare d’inchiesta sui fatti di Bologna termina i
suoi lavori, presentando alla Camera due relazioni, una di maggioranza, una di
minoranza (N. 27). Undici feriti nei conflitti fra fascisti e comunisti nel Cremasco. (N.
27).
9
8 febbraio - A Monte San Giusto (Macerata) alcuni socialisti aggrediscono
brutalmente un certo Ciai accusato di simpatizzare con i fascisti. Costretto a
difendersi, l’aggredito spara: due morti e due feriti (N. 30). Serrata generale nel
Ferrarese contro il disarmo (N. 31). Due morti a Busetto in un’aggressione di
comunisti contro fascisti e agrari (N. 33).
9 febbraio - Tumulti a Trieste per l’uccisione di un carabiniere. Arresti in massa.
Conflitto a Fiume tra ubriachi che inneggiavano a Zanella e carabinieri. Un morto e
due feriti (N. 35).
10 febbraio - Risultati dell’inchiesta del “Corriere della Sera” sui furti in ferrovia a
Milano: furti per 8 milioni, 117 vagoni spiombati in un giorno (N. 36).
11 febbraio - Disordini e violenze nel cantiere di Monfalcone: un morto e cinque feriti
(N. 37).
21 febbraio - Un morto e vari feriti a Tara in un conflitto tra legionari fiumani aggregati
al 74° fanteria e alcuni socialisti (N. 45).
22 febbraio - Un morto e due feriti a Spinazzola (Bari) in un conflitto tra fascisti e
comunisti (N. 46).
24 febbraio - Sciopero generale a Bari: un morto in un conflitto, 4 fascisti assassinati
a Minervino Murge (N. 48).
28 febbraio - Conflitto tra fascisti e socialisti a Firenze. Scoppia una bomba contro
un corteo patriottico, 3 morti e 28 feriti. Sciopero ferroviario (N. 50).
29 febbraio - Altra giornata di tumulti sanguinosi a Firenze: 2 morti e 22 feriti. Un
fascista è ucciso in un’imboscata a Trieste. La Camera del Lavoro, per rappresaglia,
è incendiata. 4 morti nei conflitti di Cerignola (N. 51). Sciopero ferroviario a Pisa,
Lucca e Livorno (N. 51).
1° marzo - Il cantiere di San. Marco a Trieste è incendiato dai comunisti. Continuano i
conflitti tra comunisti e fascisti (N. 52)
2 marzo - Un camion con carabinieri e marinai che andava da Livorno a Firenze è
barbaramente assalito ad Empoli da una folla di comunisti. Quattro militi uccisi, 1
moribondo, 7 feriti tutti marinai (N. 53). La folla dei sovversivi fa orribile scempio dei
cadaveri.
4 marzo - Alcuni fascisti vengono aggrediti a Fucecchio (Firenze): un morto e due
feriti (N. 55). Una folla di comunisti dà l’assalto alla villa del marchese Serlupi a San
Casciano (Pisa): un morto e tre feriti (N. 55).
7 marzo - Un corteo patriottico è assalito dai comunisti a Casale Monferrato: 4 morti
e 15 feriti (tutti fascisti), tra essi 2 vecchi tamburini piemontesi uccisi e l’On. De Vecchi
gravemente ferito (N. 57).
14 marzo - Un possidente viene proditoriamente ucciso nel Ferrarese da leghisti
(Alberto Tognolo). Tre studenti fascisti feriti a Livorno in un’aggressione socialista (N.
63).
20 marzo - Un conflitto tra fascisti ed anarchici a Milano: due morti e diversi feriti (N.
68).
21 marzo - Conflitti con morti e feriti nel Ferrarese (N. 69).
Conflitto a Milano: un morto (N. 69).
22 marzo - Un morto e un ferito nel Cremonese in un conflitto tra agrari e socialisti (N.
70).
23 marzo - Orrenda strage al Teatro “Diana”4 a Milano : 21 morti (altre fonti parlano di
23 morti), tra cui molte donne e bambini, e un centinaio di feriti. La bomba fu deposta
o lanciata dai sovversivi. Molti dei feriti rimasero orribilmente mutilati. Aveva
4 Ndr : attentato nel quale era stato implicato l’Anarchico italiano Ettore Aguiggini (vedere sito : http://www.encyclopediemarxiste.
com/notreprojet_biographies_aaronaavril.htm).
10
probabilmente come obiettivo il questore Giovanni Gasti che abitava sopra il teatro (N.
71).
26 marzo – Quattro attentati dinamitardi:
Uno sulla linea Genova – Ovada.
Uno sulla Vicenza – Thiene.
Uno alle carceri di Schio.
Uno sulla linea Borgo San Donnino – Castelguelfo (N. 73).
27 marzo - Due carabinieri sono assassinati dai socialisti a Carmignano (Firenze) (N.
76).
28 marzo - Un tenente è assassinato dai comunisti a Portomaggiore (Ferrara).
Tumultuosa giornata ad Alessandria; due morti (socialisti) (N. 75).
4 aprile - Nei tumulti di Pescara 10 feriti. 20 feriti a Cavarzere in uno scontro tra
anarchici e fascisti (N. 81).
5 aprile - Un morto e 5 feriti nell’alto Modenese in un conflitto tra popolari e socialisti
(N. 82).
8 aprile - Un morto e 15 feriti a Venezia in un conflitto tra fascisti e socialisti (N. 85).
11 aprile - Due morti e numerosi feriti presso Siracusa in un conflitto tra fascisti e
socialisti (N. 86).
13 aprile - Un conflitto con un morto a Pisa (N. 89).
14 aprile - Battaglia tra socialisti e fascisti a Livorno: due morti e dieci feriti (N. 90).
18 aprile - Imboscata di contadini presso Arezzo a Foiano della Chiana contro una
squadra di 22 fascisti: 4 morti, vari feriti. Due morti a Borgo S. Sepolcro. Il vecchio
padre di un fascista è ucciso spietatamente a Città della Pieve (N. 93).
19 aprile - Una battaglia per le vie di Parma: due morti. Altri 4 morti in Toscana per i
fatti di Foiano. (N. 94).
20 aprile - Parecchi morti tra cui tre fascisti in un conflitto ad Ortanova (Bari) (N. 95).
25 aprile - Una zuffa tra fascisti e tedeschi a Bolzano: un morto e molti feriti. Un
mutilato assassinato a Torino da un comunista (N. 99).
26 aprile - Violenta mischia alla Camera del Lavoro di Torino. Un altro fascista (Amos
Maranotti) viene ucciso. 4 morti e 100 feriti a Caltanissetta durante i funerali di uno
studente (N. 99).
27 aprile - Un morto e due feriti a Venezia (N. 100).
1° maggio - Il bilancio della “festa” del lavoro: Un fascista misteriosamente ucciso a
Trieste. Due morti e un ferito a Cavriago (Reggio Emilia). Un morto e 2 feriti a
Ravenna. 4 fascisti e 5 socialisti feriti a Rieti. 4 feriti nel Bellunese. 5 feriti in un
conflitto a Muggia (N. 104).
3 maggio - Gravi conflitti a Pietrasanta, a Borgo, a Buggiano, a Pontedera e a Pisa.
Sciopero generale a Magenta (N. 106).
7 maggio - Agitazione degli impiegati statali a Roma (N. 109). 4 morti e un ferito, tutti
fascisti, a Cittadella in un conflitto tra fascisti e carabinieri. Un fascista mortalmente
ferito nel Lucchese (N. 109).
9 maggio - Sette morti e 17 feriti a Castelvetrano (Potenza). Uno studente ucciso a
Taranto dai comunisti. Un operaio ucciso e vari feriti ad Ascoli.
13 maggio - Un morto e tre feriti in un conflitto tra fascisti e socialisti a Torino. Un
morto a Corato (N. 115).
16 maggio - Due morti e vari feriti a Fagnano Olona. Agguati di slavi in Istria: vari
morti e molti feriti. Due morti e dieci feriti in un furioso conflitto nel Mantovano. Due
fascisti proditoriamente uccisi a Castelnuovo Scrivia. Un fascista, Riccardo Caloria,
viene ferito, strangolato e lapidato a Borgo Vercelli. Conflitti in ogni parte d’Italia in
occasione delle elezioni generali.
11
4 feriti ad Alessandria. Sanguinosi conflitti nei paesi vesuviani: due morti e molti feriti
gravi. Morti e feriti in Puglia, a Noci e a Cerignola. Un fascista è ucciso da un
comunista a Pisa. Un carabiniere ucciso a Treviso. Un agente pugnalato durante un
comizio socialista a Sondrio. Un morto e due feriti nel Veronese. In Puglia, nei conflitti
della domenica, vi sono stati una decina di morti e 60 feriti. Altri due fascisti uccisi in
Sicilia (N. 116).
17 maggio - Due morti e alcuni feriti negli incidenti della Toscana. Un morto e vari
feriti nel Vicentino. Un agente ucciso a Spezia. Un morto a Dolo. Un fascista morto nel
Piacentino. Guardia Regia disarmata e uccisa dopo una dimostrazione comunista a
Milano (N. 118).
18 maggio - 5 morti a Spezia nei conflitti del 17. Muore un fascista ferito nei fatti di
Fagnano (Gallarate). Venti carabinieri, sorpresi in un agguato nelle vicinanze di
Orvieto, lasciano 1 morto e 5 feriti (N. 119).
19 maggio - Civitavecchia, divenuto covo di sovversivi, è occupata militarmente dopo
un conflitto con morti e feriti (N. 120).
20 maggio - Tre morti e vari feriti in un conflitto a Chiusi (N. 121).
23 maggio - Due fascisti uccisi e tre feriti presso Lucca con macigni rotolati da un
monte (N. 122).
30 maggio - 4 morti in un conflitto a Modica tra fascisti e socialisti. (N. 128).
Due giovanetti fascisti uccisi in un brutale assalto di comunisti a Vercelli. Altri due
fascisti uccisi in Toscana (N. 129).
31 maggio - Gli impiegati dello Stato decidono lo sciopero bianco e l’ostruzionismo
(N. 130).
2 giugno - Prevale la tendenza sindacale nel congresso dei magistrati a Firenze (N.
131).
3 giugno - Il Consiglio dei Ministri approva il regolamento sulla nominatività dei titoli.
Un fascista è trucidato e tagliato a pezzi in un circolo comunista a Firenze (N. 132).
7 giugno - A Lerma (Nuovi Ligure) grave conflitto tra popolani e socialisti avendo
questi sfregiato il tricolore: un morto ed un ferito (N. 136).
11 giugno - Un morto e due feriti a Milano in un conflitto tra fascisti e socialisti. Tre
morti e feriti in ripetuti scontri tra comunisti e fascisti nell’Aretino (N. 139).
13 giugno - Un morto in una battaglia tra socialisti e fascisti a Portovenere (N. 140).
14 giugno - Un conflitto tra fascisti e comunisti a Venezia; i ferrovieri dichiarano lo
sciopero: due morti alcuni feriti.
Un morto in un conflitto a Sarzana. Un morto e vari feriti in Puglia (Minervino) (N.
141).
15 giugno - Un altro morto a Venezia. Un fascista è ucciso e altri fascisti vengono
feriti in un’aggressione socialista nel Cremonese (N. 142).
17 giugno - Nuovi disordini a Venezia dopo i funerali delle vittime del 14. Un morto e
10 feriti. Un morto ed alcuni feriti in Umbria (N. 145).
20 giugno - Un fascista morto e tre feriti a San Benedetto Po. (N. 146).
21 giugno - Un fascista ucciso ed un ferito in un agguato presso Mantova (N. 148).
23 giugno - Un altro morto a Sermide (Mantova) (N. 149).
27 giugno - Cinquanta feriti ad Altavilla Irpina (Avellino) in uno scontro tra combattenti
e socialisti. A Santa Maria Maddalena (Ferrara) un morto ed un ferito durante una
discussione tra fascisti e socialisti sul caroviveri (N. 153).
29 giugno - Un fascista è ucciso a tradimento da tre fratelli comunisti a Firenze. Un
fascista è ucciso a Grosseto (N. 155).
1921
12
(Secondo semestre).
1° luglio - Due morti e 14 feriti in un’altra giornata di tumulti a Grosseto (N. 156).
2 luglio - Muoiono tre dei feriti a Grosseto. Un morto e un ferito in un conflitto a
Rignano (Firenze) tra fascisti e comunisti (N. 157)
4 luglio - Scambi di revolverate a Ischitella (Foggia) (N. 158). Battaglia a Sestri
Ponente tra fascisti, comunisti e forza pubblica (N. 159).
6 luglio - Sciopero di due ore a Roma per celebrare la fusione della Camera
Sindacale del Lavoro con la Camera Confederale del Lavoro (N. 161).
11 luglio - Un alpino, l’allievo sottufficiale Aldo Campiglio di 19 anni, è ucciso a Torino
in un’imboscata dai comunisti (N. 164). Un ex capitano ucciso da un anarchico ad
Imola. Nelle rappresaglie fasciste 6 feriti (N. 164).
12 luglio - Un altro feroce delitto comunista a Torino. Lo studente fascista, Dario Tini,
è ucciso da un comunista (N. 165). Battaglia fra socialisti e fascisti a Viterbo: un morto
e vari feriti (N. 165).
13 luglio - Un’automobile che passava per Viterbo è scambiata dagli arditi del popolo
per un’automobile fascista. C’era invece una famiglia inglese. Fatti segno di fucilate,
uno dei passeggeri è ucciso, quattro sono feriti (N. 166). Continuano i conflitti a
Viterbo tra i fascisti e gli arditi del popolo.
14 luglio - Sei feriti in un conflitto nel Mantovano (N. 167).
18 luglio - 5 morti e una ventina di feriti in furibondi scontri nel Carrarese tra fascisti e
comunisti. Un morto e una decina di feriti in Istria (N. 171).
19 luglio - Giornata di conflitti a Livorno. Una trentina di feriti, 3 moribondi. Altro morto
a Bologna in un conflitto tra fascisti e carabinieri.
22 luglio - Sanguinoso scontro a Sarzana seguito da selvagge aggressioni
comuniste. Una quindicina di morti e una cinquantina di feriti (N. 174).
23 luglio - Conflitto presso Imola. Un morto e due feriti (N. 175).
25 luglio - Un fascista ucciso nel Grossetano in uno scontro (N. 176). Un contadino
ucciso e due feriti nel Senese. Fascista ucciso dagli arditi del popolo a Bassano (N.
177).
4 agosto - Giornata di sciopero a Crema. Un morto e un ferito a Firenze in un conflitto
tra fascisti e socialisti (N. 186).
8 agosto - Un morto e feriti a Trino Vercellese (N. 189).
9 agosto - Il Fascio di Trieste è incendiato. Numerosi feriti in conflitto tra fascisti e la
forza pubblica (N. 190).
10 agosto - Un fascista è ucciso a tradimento a Piacenza (N. 191).
11 agosto - Due fascisti uccisi e numerosi feriti in una battaglia di fascisti con
comunisti a Lugo (N. 192).
12 agosto - Un morto e numerosi feriti a Suzzara (Mantova) (N. 193).
15 agosto - Un altro conflitto presso Bologna: un morto e un ferito.(N. 195).
18 agosto - Il capo degli arditi del popolo ucciso in uno scontro coi carabinieri a
Gavorrano (Grosseto) (N. 198).
22 agosto - Fascisti aggrediti nel Mantovano. Un morto e alcuni feriti (N. 201).
Un fascista ucciso presso Rovigo in un agguato comunista (N. 202).
29 agosto - Fascista ucciso a tradimento a S. Giovanni in Persiceto. Carabinieri
assaliti da arditi del popolo a Montebello Vicentino. Un milite ucciso a colpi di mazza
(N. 206).
31 agosto - Incomincia lo sciopero degli operai tessili (N. 209).
13
6 settembre - Fascista ucciso da arditi del popolo a Bologna. Un fascista ucciso ed
uno ferito in un conflitto presso Cremona. Una decina di feriti negli scontri del Pisano
(N. 213).
19 settembre - Due morti a San Benedetto (Pisa) in un conflitto tra arditi del popolo e
fascisti (N. 224).
22 settembre - Il sotto-prefetto di Fermo accoltellato da un anarcoide (N. 228).
27 settembre - Sciopero generale in Puglia. Sanguinoso conflitto tra fascisti e
Guardie Regie a Modena: 8 morti e 25 feriti. Tra i feriti l’on. Vicini deputato fascista
per Modena (N. 231). Due morti in un conflitto ad Orta Nova (Foggia).
3 ottobre - Un conflitto a Brescia per difendere il tricolore: un morto e 6 feriti. Un
fascista ucciso a coltellate a Carpi (Modena). Carabinieri assaliti da arditi del popolo a
Stia (Casentino). Un morto e un ferito tra i sovversivi (N. 237).
4 ottobre - Tumulti a Trieste: un morto e vari feriti. Sciopero generale (N. 238).
17 ottobre – Due morti e 6 feriti presso Empoli in uno scontro tra fascisti e comunisti
(N. 248).
18 ottobre - Un morto, un moribondo, vari feriti in uno scontro nel Cremonese. Un
morto due feriti nel Modenese. Un fascista ucciso con due coltellate a Bologna. Un
giovane fascista ucciso presso Empoli. Un morto e due feriti nel Padovano (N. 249).
31 ottobre - Due morti e 4 feriti in un conflitto presso Sarzana tra fascisti e arditi del
popolo (N. 261).
4 novembre - Un carabiniere ucciso e uno ferito in una aggressione notturna di
sovversivi a Massa (N. 265).
8 novembre - Un morto e due feriti nel Cremonese in uno scontro tra fascisti e
socialisti (N. 268).
10 novembre - Giornata di sciopero e di torbidi a Roma. Conflitti con due morti e 150
feriti (N. 270).
16 novembre - Un fascista ucciso a Stradella (Pavia).
24 novembre - Luttuosi incidenti a Trieste. Un morto e un ferito (N. 282).
25 novembre - Altri incidenti a Trieste. Lancio di bombe e di petardi (N. 283).
29 novembre - Un maresciallo dei carabinieri è ucciso a Udine mentre perquisiva dei
comunisti (N. 285).
12 dicembre - Sanguinoso conflitto a Rosate (Milano). Un morto e tre feriti (N. 296).
13 dicembre - Sciopero generale a Cremona (N. 297).
27 dicembre - Un morto e 12 feriti nei conflitti tra fascisti e socialisti nel Mantovano
(N. 310).
28 dicembre - Un morto e due feriti tra comunisti che si scambiano rivoltellate per
equivoco a Ponte San Giovanni (Perugia) (N. 311).
1922
(Primo semestre).
1° gennaio - L’anno nuovo incomincia nella provincia di Mantova con un nuovo
episodio di violenza. Il Segretario politico del Fascio di Acquanegra sul Chiese, Oreste
Ferrari, viene aggredito da una massa feroce di comunisti. E’ ferito gravemente e
ferisce per difendersi un comunista. A Lugo un fascista, Lorenzo Falzani, è aggredito
e ucciso da alcuni comunisti. A Sedriano una perquisizione d’armi provoca un conflitto
tra carabinieri e comunisti. Una donna è uccisa e un operaio è ferito. Sciopero di
protesta (N. 1).
2 gennaio - Gravi disordini a Massalombarda. Due fascisti e una ragazza feriti in un
agguato comunista. A Scansano (Grosseto) conflitto tra fascisti e comunisti. Un
14
morto. A Pieve di Cento un fascista viene gravemente ferito. Un morto ed alcuni feriti
a Sant’Antonio di Susa (Torino) in seguito a ribellione di alcuni malviventi ai
carabinieri che dovevano procedere all’arresto di un omicida (N. 2).
5 gennaio - Sono sparate alcune rivoltellate contro il treno di lusso Milano – Torino. E’
ferito l’ex deputato Compans di Brichanteau (N. 5).
9 gennaio - A Bergiola (Carrara) violenta battaglia tra fascisti e comunisti: 3 morti e 6
feriti (N. 7). A Cotrebbio di Calendasco (Piacenza) tragica rissa in una osteria. Un
simpatizzante fascista è ucciso dai comunisti. A Tegovia presso Sociville (Siena) una
quarantina di comunisti aggrediscono in un agguato 4 fascisti che tornavano a casa. I
fascisti sono feriti gravemente (N. 8).
12 gennaio - Conflitto tra fascisti e sovversivi a Cecina (Pisa) mentre questi
sobillavano un gruppo di reclute. Quindici feriti e 4 arresti (N. 10).
17 gennaio – Muore a Prato il tenente fascista Federico Guglielmo Florio assassinato
da un anarchico (N. 14).
19 gennaio - Muore a Parma il fascista Pio Costa gravemente ferito in una imboscata
comunista (N. 17).
23 gennaio - Alcuni fascisti feriti in un conflitto con i carabinieri a Formignana
(Ferrara) (N. 20). Boicottaggio degli scaricatori del porto delle navi ancorate nel porto
di Genova (N. 20).
24 gennaio - Sciopero generale di protesta nelle Puglie contro le “intollerabili
violenze” dei fascisti (N. 21).
26 gennaio - Scoppia una bomba a Casciana (Lunigiana) contro una casa: un morto.
31 gennaio - 6 feriti in uno scontro tra fascisti e comunisti a Caldana (Grosseto) (N.
25).
14 febbraio - Cinque fascisti feriti a Trieste. Due fascisti feriti nel Sarzanese in
battaglia con i comunisti.
16 febbraio – Un fascista è ucciso proditoriamente da un assessore socialista ad
Aquadello. Due feriti in una zuffa presso Spezia tra fascisti e arditi del popolo (N. 41).
20 febbraio - A Migliorina di Carpi (Modena) un fascista è ridotto in fin di vita da
comunisti. Sciopero di protesta (!!). Grave conflitto a San Martino Siccomario (Pavia)
(N. 44).
27 febbraio – Cinque feriti in una rissa tra fascisti e comunisti a Piano del Voglio
(Bologna). A Pola un giovane fascista, Martino Oravich, è ucciso a colpi di pietra dai
comunisti. A Colonnata (Carrara) un socialista è ucciso di notte da sconosciuti (N. 50).
6 marzo - Fascista mortalmente ferito da comunisti a Bibbiena.
7 marzo - A Scandiano, il sindaco socialista spara contro alcuni fascisti. A San
Martino Secchia in un conflitto tra fascisti e socialisti è ucciso il fascista Pio
Lanfrognini. Sciopero generale di ventiquattro ore a Genova (N. 56).
13 marzo - A Pieve Ottoville (Parma) battaglia tra comunisti e fascisti: 2 morti e 6 feriti
gravi. A Coenza (Parma) altra battaglia: un morto e 2 feriti (N. 62). Ad Albareto
(Modena) battaglia tra fascisti e comunisti: un morto e alcuni feriti. A Pulanello
(Reggio Emilia) conflitto tra fascisti e comunisti. Un morto (N. 62).
27 marzo - Per il terzo anniversario della fondazione dei Fasci convengono a Milano
dalla provincia migliaia di fascisti. In una improvvisa e violenta zuffa fra comunisti e
fascisti in via Poliziano è ucciso un fochista ferroviario (N. 73).
29 marzo - Lo studente fascista, Valter Branchi, di anni 16, è ucciso a Parma dai
sovversivi dopo un corteo fascista. A Livorno scoppia una bomba lanciata da una
casa sopra un gruppo di componenti della Società Sportiva “Pro Livorno”: 6 feriti (N.
76).
15
3 aprile - Il Municipio di San Calogero (Catanzaro) è assalito da contadini per
protestare contro l’applicazione della tassa focatico: 4 carabinieri, 8 contadini feriti (N.
80).
10 aprile - Presso Grosseto è stato rinvenuto cadavere il fascista Giovanni Migliorini
di 19 anni (N. 86).
12 aprile - Aggressioni comuniste contro fascisti a Ricengo e a Gallignano (Crema):
alcuni feriti (N. 88).
17 aprile - A Cogozzo di Viadana (Mantova) fascisti e comunisti vengono a battaglia.
Un morto e alcuni feriti (N. 92). A Vasorezzo (Milano) un operaio è ucciso in un
conflitto con i carabinieri (N. 92).
19 aprile - Un morto e quattro feriti a Trieste in un agguato comunista contro i fascisti.
Un morto e due feriti a Montaione (Firenze) in una battaglia tra comunisti e socialisti.
A Comate (Voghera) battaglia tra comunisti e fascisti: un morto (N. 94).
21 aprile - Scoppia una bomba in un caffè a Bologna: 6 feriti di cui uno grave (N. 96).
24 aprile - Alcuni fascisti sono aggrediti a Trieste da comunisti sloveni dopo una festa
da ballo. Un morto e tre feriti. Ad Abbadia di Montepulciano (Siena) un morto, un
moribondo e due feriti in una battaglia tra fascisti e comunisti. Incidenti a Siena e a
Firenze (N. 98).
25 aprile - Muore a Milano lo studente fascista Ugo Pepe, ferito il 20 da alcuni arditi
del popolo, durante un’aggressione (N. 98).
27 aprile - Undici nazionalisti e due passanti feriti a Ravenna in uno scontro con i
repubblicani.
1° maggio - Il bilancio della “Festa del Lavoro”:
Un morto e tre feriti a Bologna. Un morto, un moribondo e cinque feriti ad Aniliano
(Savona). Un morto e tre feriti a Romagnano Sesia. Due morti e un moribondo a
Megliadino San Vitale (Padova). Un morto e un ferito a Brindisi. 16 feriti a Salerno.
Tre fascisti feriti a Bologna. Un morto e parecchi feriti a Rivabella (Bologna). Tre feriti
ad Imola. Un fascista ucciso a Toriano (Parma). Un fascista ucciso a Chiaravalle
Milanese (Milano). Il 1° maggio ha funzionato il servizio ferroviario ridotto (N. 104).
2 maggio - Un morto e 7 feriti nel Cremonese nei conflitti tra fascisti e comunisti.
Muore uno dei feriti a Rivabella (N. 105).
3 maggio - A Gonzaga (Mantova) tre feriti in una zuffa di fascisti con socialisti (N.
106).
8 maggio - A Tabiano (Reggio Emilia) un morto e un moribondo durante un violento
scontro di fascisti e comunisti. A Trisenne (Vercelli) un fascista ferito a morte e
depredato dai comunisti. Giornata di incidenti nel Cremonese: una trentina di feriti (N.
110).
10 maggio - Conflitto a Borghetto Lodigiano tra fascisti e comunisti: un morto e tre
feriti (N. 111).
15 maggio - Il meccanico Luigi Mantelli, simpatizzante fascista, è ucciso a Firenze da
sconosciuti. Un fascista è aggredito e derubato a Mantova (Amedeo Moroni). Incidenti
clamorosi al Consiglio provinciale di Cremona dove l’on. Farinacci della tribuna del
pubblico esorta il Consiglio socialista a dimettersi. Tre attentati terroristici con bombe
a Sarzana.
17 maggio - Scontro tra arditi del popolo e fascisti a Brescia. Attentato contro il caffè
“Roma” di Trieste. La bomba non esplode (N. 118).
22 maggio - Un nuovo sciopero agricolo nel Bresciano. Scontri tra lavoratori fascisti e
contadini scioperanti: un morto e 5 feriti. Tre morti nel Grossetano, di cui due fascisti
uccisi a tradimento da ignoti mentre andavano su di un biroccino.
16
24 maggio - Nel quartiere di San Lorenzo a Roma gli arditi del popolo assaltano a
fucilate e bombe a mano il feretro dell’eroe romano Enrico Toti: ne segue una zuffa
violenta con le squadre fasciste e nazionaliste che scortano la salma. Tre morti e
cinquanta feriti. L’Alleanza del lavoro proclama lo sciopero generale che dà luogo ad
altri gravi e sanguinosi incidenti.
26 maggio - Tumulto durante i funerali di un ferroviere a Livorno. I ferrovieri
minacciano lo sciopero nel compartimento. Un fascista è gravemente ferito a Borzoli
(Genova) in una zuffa con comunisti. Sanguinoso scontro nel Bolognese (a
Calderara) fra fascisti e forza pubblica. Un ferito grave a Trieste (N. 125).
30 maggio - Un fascista ucciso e due feriti a Calvatore Cremonese da un comunista.
31 maggio - E’ diramato il seguente comunicato Stefani: “Il presidente del Consiglio,
on. Facta in vista dei deplorevoli incidenti di Bologna, ha dato le più energiche
disposizioni onde sia in ogni modo impedito il concentramento e lo sconfinamento da
provincia a provincia di “bande fasciste”. In pari tempo sono stati impartiti ordini al
Prefetto di Bologna perché gli autori dei vandalismi contro le linee telegrafiche e
telefoniche siano arrestati e deferiti all’autorità giudiziaria”. Il comunicato riguarda i
concentramenti fascisti che si stavano facendo in Romagna e nel Ferrarese nella
seconda metà di maggio 1922. Bologna viene divisa in zone affidate all’autorità
militare (N. 130). La repressione governativa contro i fascisti è determinata da motivi
d’ordine parlamentare, declinandosi già il tentativo collaborazionista.
2 giugno - I dinamitardi del “Diana” vengono tutti condannati dai giurati di Milano.
Dura lo sciopero dei metallurgici (N.131).
Una lettera dell’on. Mussolini fa sospendere l’agitazione fascista nel Bolognese. Feriti
e contusi in una mischia in un bar a Chioggia. Tafferugli per le vie di Livorno. Scoppia
una bomba a Sarzana.
5 giugno - Volta Mantovana è sgombrata dai fascisti (N. 139).
12 giugno - Conflitto a Piombino fra fascisti e comunisti: un morto e vari feriti.
Battaglia a Gomenna tra fascisti con comunisti: un morto; due feriti (N. 139).
Un fascista, Antonio Macerati, è trovato cadavere nei fossi della riva destra del Po a
Piacenza. L’incendio doloso di Cascina a Gottolengo provoca un conflitto fra fascisti e
comunisti. Un morto e due feriti a Serravalle Scrivia (N. 140).
13 giugno - A Vignole è ucciso il Segretario del Fascio di Pizzocomo, Ercole Luchetti
(N. 141).
16 giugno - In un’imboscata di sovversivi a Trieste vengono feriti 6 fascisti (N. 144). Il
Governo interviene nello sciopero metallurgico per mezzo del ministro del Lavoro
onorevole Dello Sbarba. A Cremona in una rissa tra fascisti e comunisti un morto (N.
146).
21 giugno - Giornata di sciopero ad Ancona in seguito ai conflitti del 20 fra fascisti e
comunisti (N. 148).
26 giugno - In un’aggressione di comunisti contro un pattuglia di carabinieri cadono
morti un milite ed un sovversivo (N. 152).
1922
(Secondo semestre)
2 luglio - Un fascista viene dai comunisti mortalmente ferito e poi muore ad Andria
(Bari) (N. 157).
5 luglio - Dimostrazioni di pensionanti contro Giolitti a Torino. Lo sciopero generale
che si era voluto inscenare dai comunisti a Roma non riesce (N. 159).
17
10 luglio - Un fascista viene ucciso a Casalino (Novara) da alcuni comunisti che
passavano per la strada. Causa dell’uccisione: un fazzoletto tricolore che il giovanetto
portava al taschino. Un morto a Piombino in un conflitto tra anarchici e fascisti (N.
164). 4 morti e vari feriti in un conflitto a Lentini (Siracusa) tra socialisti e carabinieri.
14 luglio - Mobilitazione fascista a Cremona (N. 167). A Castenaso (Bologna) un
contadino viene ucciso da sconosciuti e suo figlio gravemente ferito (N. 168).
15 luglio - Il tentativo contro la cosiddetta “Casa paterna” di Miglioli a Cremona
provoca una grossa speculazione parlamentare antifascista e le dimissioni del primo
gabinetto Facta. Un fascista è ucciso a Mantova da comunisti (N. 169). A Milano il
fascista Bernini è ucciso da comunisti (N. 169).
17 luglio - Sciopero generale nel Novarese. Un fascista e due contadini uccisi, vari
feriti in un conflitto. Sciopero generale nelle Marche (N. 170).
18 luglio – Nello sciopero delle Marche, un morto non identificato e vari feriti nei
conflitti di San Severino. Lo sciopero di Novara si estende a Biella e a Pavia (N. 171).
21 luglio - In un’imboscata comunista un fascista morto e 5 fascisti feriti (N. 173).
25 luglio - Il Segretario del Fascio di Mombello Monferrato, Biquelli Ardengo, ucciso
dai comunisti.
26 luglio - Nei conflitti di Ravenna tra fascisti e socialisti, fascisti e repubblicani e
forza pubblica, un fascista ucciso, altri 6 morti non identificati e una trentina di feriti (N.
178).
27 luglio - I prefetti di Forlì e di Ravenna ricevono l’ordine di allontanare dalle loro
province gli elementi forestieri (N. 179).
29 luglio - Nuovi disordini a Ravenna. Quattro fascisti vengono assaliti da comunisti e
gravemente feriti. Il totale dei morti sale a 11.
31 luglio - Lo sciopero “legalitario”. L’Alleanza del Lavoro proclama lo sciopero
generale nazionale per il 1° agosto in sostegno del tentativo collaborazionista. Il
sindaco socialista di Borgo Panigale pugnala un fascista (N. 182). Turati sale alla
Regia per acciuffare il potere sotto la spinta del ricatto sovversivo in piazza.
2 agosto - Lo sciopero generale in tutta Italia si può considerare un insuccesso.
Numerosi gruppi di lavoratori protetti dai fascisti hanno potuto lavorare (N. 183). Un
fascista ucciso a Bari. Un fascista ucciso in un agguato ad Imola (N. 184).
4 agosto - La sede del Comune di Milano occupata dai fascisti (N. 185). Conflitti,
attentati, rappresaglie. Un morto non identificato e 14 feriti a Genova in una zuffa fra
fascisti e comunisti.
5 agosto - Giornata di conflitti a Milano. I fascisti cedono il Palazzo del Comune a un
Commissario prefettizio. Quattro morti a Parma non identificati. Nelle giornate di
Livorno 6 morti e 23 feriti di cui 2 fascisti morti e 10 feriti. Due morti e un moribondo a
Pontelongo (Padova) (N. 186). Conflitti a Genova. I poteri vengono assunti
dall’autorità militare. Un fascista e un comunista vengono uccisi. C’è un altro morto
non identificato (n. 187).
6 agosto - 25 feriti fascisti, in un’imboscata presso Trieste, dai comunisti (N. 187). Un
fascista è ucciso a Binasco (Milano) da socialisti. L’ordine pubblico è affidato a Milano
all’autorità militare (N. 187).
7 agosto - Un fascista ucciso e due comunisti feriti a Bologna. Comunisti assalgono e
feriscono in un’imboscata 7 fascisti presso Siena (N. 188).
17 agosto - Un morto e tre feriti nel Cremasco in un conflitto tra comunisti e
carabinieri a Capralba (N. 197).
22 agosto - Tre morti in una zuffa in un’osteria a S. Giovanni in Croce (Cremona), di
cui 2 socialisti e un fascista (N. 201).
24 agosto - Un fascista viene ucciso e tre fascisti vengono feriti a Treviso (N. 203).
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4 settembre - Un fascista è pugnalato da un comunista a Castiglion dei Pepoli
(Bologna) (N. 211).
6 settembre - In un’imboscata a Moncalieri un morto e un ferito, fascisti (N. 214).
11 settembre - A San Nicandro Garganico un fascista viene ucciso da un
monarchico. Un fascista mutilato è ucciso a Valdagno (Vicenza) da social–comunisti
(N. 218).
18 settembre - Un morto a Santhià (Torino) e tre feriti in una mischia tra socialisti e
fascisti. Un morto e 15 feriti a Gallipoli (Lecce) in un conflitto tra socialisti e fascisti (N.
225).
22 settembre - 4 morti e 5 feriti in un conflitto in Calabria tra carabinieri e contadini
(N. 229).
30 settembre - L’on. Paolucci presenta una proposta di legge per l’interdizione dai
pubblici uffici dei disertori (N. 235). Dimostrazioni di fascisti a Padova contro il Ministro
Alessio. Un fascista è accoltellato da un consigliere comunale (N. 235).
2 ottobre - Uno studente fascista è ucciso a Torino in una rissa tra fascisti e
comunisti (N. 236). Il Municipio di Bolzano viene occupato dai fascisti. Due fascisti
gravemente feriti dai comunisti a Dovadola (Forlì) (N. 237).
3 ottobre - Nei conflitti tra fascisti e comunisti a Fossombrone (Pesaro) tre morti.
9 ottobre - Nei conflitti di Motta San Giovanni (Reggio Calabria), tra arditi del popolo
e fascisti, tre morti e 10 feriti tra ambo le parti (N. 242).
10 ottobre - Conflitti a Dergano (Milano) tra fascisti e socialisti: un morto non
appartenente ad alcun partito e 10 feriti di cui tre fascisti (N. 243).
11 ottobre - Un morto in uno scontro di fascisti e socialisti a Rionero in Volture (N.
244).
14 ottobre - Il Municipio di Vicenza è occupato dai fascisti (N. 248).
19 ottobre - Un fascista è ucciso dagli arditi del popolo a Castelleone di Suasa
(Ancona) (N. 252).
23 ottobre - Comincia il Congresso fascista a Napoli (N. 255). Discorso dell’on.
Mussolini a Napoli.
27 ottobre - La mobilitazione generale fascista è proclamata in tutta Italia. Tutti i
poteri passano all’autorità militare. Avendo a Cremona i fascisti occupato gli edifici
pubblici, la forza li scaccia: 10 fascisti rimangono uccisi (N. 259).
28 ottobre - Lo stato d’assedio è proclamato in tutta Italia (N. 259).
30 ottobre - Avendo S. M. il Re rifiutato di firmare il decreto sullo stato di assedio,
l’on. Facta rassegna le dimissioni; le forze fasciste entrano a Roma; l’on. Mussolini
riceve l’incarico di formare il Gabinetto (N. 260).
a cura di: Alberto B. Mariantoni ©
C. La Marcia su Roma
di: Alberto B. Mariantoni ©
Il 28 Ottobre (in realtà, tra il 27 ed il 31 Ottobre) del 1922, avveniva la « Marcia su
Roma »: un’insurrezione nazionale, popolare e rivoluzionaria che metteva fine alla
situazione di disordine strutturale e di guerra civile generalizzata che regnava in Italia
dalla fine della Prima guerra mondiale.
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Quell’insurrezione, già teoricamente progettata da alcuni mesi e tecnicamente e
logisticamente organizzata il 16 Ottobre 1922, in un appartamento di via S. Marco
46, a Milano, aveva ufficialmente incominciato a prendere corpo e sostanza, in
concomitanza con l’adunata fascista di Napoli del 24 e 25 Ottobre del 1922. Un
raduno a cui avevano partecipato all’incirca 70.000 Camicie Nere.
In quell’occasione, il futuro Duce del Fascismo, aveva pubblicamente affermato: «O
ci danno il Governo o lo prenderemo calando su Roma».
Quell’adunata, però, altro non era stata che una scusa… Una maniera come un’altra
per spostare indisturbati, nelle vicinanze di Roma – senza per altro suscitare sospetti
tra gli organi dello Stato predisposti all’ordine pubblico (che avrebbero potuto
benissimo contrastare l’insurrezione e, quindi, rendere molto più difficile lo
svolgimento della «Marcia su Roma») – una massa considerevole di squadristi da
impiegare in quell’atto di forza.
Qualche giorno prima, infatti, riuniti a Bordighera, i Quadrunviri della «Rivoluzione
Fascista» (Bianchi, De Bono, De Vecchi e Balbo), con la partecipazione di Attilio
Terruzzi, avevano preventivamente stabilito una serie di concentramenti di truppe: a
Santa Marinella ed a Monterotondo, per le forze che provenivano dal centro-nord
dell’Italia; a Tivoli, per quelle che provenivano dall’Abruzzo e dalla Puglia (guidate
rispettivamente da Bottai e da Caradonna); ed a Perugia – dove si sarebbe istallato
il Comando militare dell’insurrezione, agli ordini del Generale Zamboni - per il resto
delle squadre che provenivano dalle altre regioni italiane.
Terminata l’adunata di Napoli, e quando tutti ormai erano convinti che le squadre
fasciste stessero facendo tranquillamente ritorno ai loro diversi luoghi di origine, i
Quadrunviri, il 27 Ottobre 1922 – riuniti in seduta permanente presso l’Hotel Brufani
di Perugia – lanciarono improvvisamente l’ordine di mobiilitazione e di sollevamento
generale delle forze fasciste.
Già dal mattino del 28 Ottobre 1922, non meno di 100 mila squadristi erano insorti
con sincronia militare in tutta la Penisola ed avevano preso il controllo delle principali
città italiane, a cominciare da quella di Siena; mentre altre 50 mila Camicie Nere,
ripartite in tre colonne che provenivano da Monterotondo, Tivoli e Santa Marinella
(senza contare i 5 mila uomini di riserva che si erano attestati su Foligno) avevano
incominciato a confluite sulla capitale e, dopo averla stretta d’assedio, erano riusciti
a dare lo « scossone finale » al governo di destra dell’on. Luigi Facta, ed
indirettamente costretto il Re Vittorio Emanuele III ad affidare l’incarico di formare il
nuovo Governo a Benito Mussolini, il Duce della «Rivoluzione Fascista».
L’idea di quella rivoluzione - come abbiamo già visto - era nata appena 43 mesi
prima, da una serie di articoli e di comunicati stampa, redatti da Mussolini, che erano
apparsi su « Il Popolo d’Italia », in risposta al disfattismo generalizzato e alla
disobbedienza civile che in quell’epoca erano largamente alimentati e favoriti dal
massimalismo socialista trionfante e dalle prime avvisaglie dell’allora sbocciante
arroganza bolscevica.
Il 2 Marzo del 1919, in uno di quegli articoli, Mussolini aveva invitato
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« corrispondenti, collaboratori e seguaci del Popolo d’Italia, combattenti, ex
combattenti, cittadini, e rappresentanti dei Fasci della Nuova Italia e del resto della
Nazione ad intervenire all’adunanza privata che si terrà a Milano, il 23 Marzo ».
Il 6 Marzo successivo, in un comunicato dello stesso giornale, lo stesso Mussolini
aveva specificato: « da quella adunata usciranno i Fasci di Combattimento il cui
programma è racchiuso nella parola ». (...) « Il 23 Marzo sarà creato l’antipartito,
sorgeranno cioè i Fasci di Combattimento che faranno fronte contro due pericoli:
quello misoneista di destra e quello distruttivo di sinistra ».
Il 18 Marzo, un nuovo pezzo del futuro Duce, aveva sottolineato: « Noi vogliamo la
elevazione materiale e spirituale del cittadino italiano (non soltanto di quelli che si
chiamano proletari...) e la grandezza del nostro popolo nel mondo. Quanto ai mezzi
non abbiamo pregiudiziali: accettiamo quelli che si renderanno necessari: i legali e i
così detti illegali. Da tutto questo travaglio usciranno nuovi valori e nuove
gerarchie ».
Il 23 Marzo 1919 - dopo una riunione preparatoria che si era tenuta il 21 dello stesso
mese - l’attesa assemblea, presieduta dal capitano degli arditi Ferruccio Vecchi e
composta da appena 53 persone di origini politiche le più svariate (per lo più, ex
interventisti, futuristi, ex sindacalisti, ex socialisti rivoluzionari, ex arditi, reduci di
guerra, ex volontari fiumani, ecc.), aveva avuto luogo nella sede dell’Alleanza
Industriale e Commerciale di piazza San Sepolcro, a Milano.
In quell’occasione, era stato lo stesso Mussolini che aveva definito la natura e la
portata del nuovo movimento : « noi siamo - egli disse - degli antipregiudizialisti,
degli antidottrinari, dei problemisti, dei dinamici; (...) noi abbiamo stracciato tutte le
verità rivelate, abbiamo sputato su tutti i dogmi, respinto tutti i paradisi, schernito tutti
i ciarlatani - bianchi, rossi, neri - che mettono in commercio le droghe miracolose per
dare “felicità” al genere umano. Non crediamo ai programmi, agli schemi, ai santi,
agli apostoli: non crediamo soprattutto alla felicità, alla salvazione, alla terra
promessa. Non crediamo a una soluzione unica - sia essa di specie economica o
politica o morale - a una soluzione lineare dei problemi della vita, perché, - o illustri
cantastorie di tutte le sacrestie - la vita non è lineare e non la ridurrete mai a un
segmento chiuso fra bisogni primordiali» (Benito Mussolini, « Scritti e Discorsi »,
Ulrico Hoepli Editore, Milano, 1934 - XII, Tomo II°, pag. 33 e 53-54).
Il Fascismo era nato.
Per ribadire i concetti centrali dell’essere e del divenire del Fascismo, il 28 Agosto del
1919, il primo Comitato Centrale dei Fasci di Combattimento, dal “covo” di via
Cannobbio, a Milano, aveva chiaramente espresso la volontà di “tenere uniti - con
una forma di antipartito o di superpartito - gli Italiani di tutte le fedi e di tutte le classi”.
Il Fascismo, dunque, poteva finalmente scendere in campo e misurare le sue
energie e le sue capacità con quelle dei suoi avversari.
Inutile, nel contesto di questa ricerca, ritracciare il calvario di quella rivoluzione. In
particolare: le sconfitte elettorali, le persecuzioni poliziesche, le impari battaglie con i
sovversivi, gli infiniti lutti subiti, le delusioni, le amarezze, le frustrazioni.
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Sembrava davvero impossibile che un pugno di irriducibili potesse arrestare la
valanga sovversiva socialcomunista e cambiare il corso della storia. Eppure, con il
coraggio e la fredda determinazione che li animava, quel manipolo di eroi riuscì a
dare l’esempio ai tiepidi ed ai rinunciatari, riuscì a scuotere i pigri e gli ignavi dal loro
torpore, riuscì ad amalgamare intorno a sé la parte sana della nazione e masse
sempre più vaste di italiani.
Sarà il miracolo di quella rivoluzione!
« Il fascismo comincia a crescere, tumultuosamente, impetuosamente dopo il
novembre del 1920; richiama alla mente di tutti, amici e avversari, una sola
immagine: quella di un corso d’acqua che d’un tratto si gonfi e rompa ogni argine e
dilaghi oltre ogni previsione » (Pino Rauti, Rutilio Sermonti, « Storia del Fascismo »,
Centro Editoria Nazionale, Roma, 1976, Tomo II, pag. 117).
Dopo le sanguinose violenze, gli scioperi, le occupazioni, le aggressioni e gli agguati
che avevano continuato a subire durante il famoso « biennio rosso » (1920-1921), i
fascisti - rincuorati ed ingigantiti dall’indescrivibile affluenza di nuove reclute -
riusciranno a restituire colpo su colpo ai loro avversari ed a distruggere
progressivamente la forza offensiva dei partiti sovversivi.
La resurrezione della Nazione italiana era ormai alle porte.
I «Fascisti», infatti, con il loro sacrificio, oltre a mettere fuori combattimento i loro
avversari, « avevano colpito a morte il vecchio regime. Avevano salvato la civiltà
italiana alla nuova storia. Avevano difeso tutta l’Europa da una delle più convulse
esplosioni di barbarie. Avevano ridestato a vita immortale - con il sangue dello
stesso sacrificio - i padri del Risorgimento e i nipoti non indegni ch’erano caduti nella
grande guerra » (Roberto Farinacci, « Storia del Fascismo », Società Editoriale
Cremona Nuova, Cremona, 1940, XVIII, pag. 245-246).
Per saperne di più sul periodo 1919-1922, consultare la monumentale opera di G.A.
Chiurco, « Storia della Rivoluzione Fascista», in 5 vol., Ed. Vallecchi, Firenze, 1929.
D. La violenza antifascista contro i fascisti o presunti tali
Conosciamo le classiche e proverbiali accuse: le spedizioni punitive fasciste
che precedettero la «Marcia su Roma» (1919 -1922) – come sottolinea il sito
antifascista: www.romacivica.net/anpiroma/FASCISMO - provocarono all’incirca
500 morti tra gli «Antifascisti»…
a cura di: Alberto B. Mariantoni ©
Prendiamo pure, per buono, il numero delle vittime che sono reclamate, nei loro
ranghi, dagli «Antifascisti».
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Se il lettore, però, volesse ugualmente apprendere quanti e quali «Fascisti» (o
presunti tali…) furono assassinati o uccisi dagli Antifascisti durante lo stesso periodo,
può facilmente farlo. In particolare, procurandosi il libro pubblicato dal Circolo
Culturale «Filippo Corridoni» di Parma, intitolato: «Per l’Italia: I caduti per la Causa
Nazionale», Ed. Campo di Marte, Parma, 2002.
In quella precisa e dettagliata rassegna di 208 pagine, infatti, sono elencati - uno
per uno - i più di 800 Italiani, in gran parte Fascisti, che - tra il 1919 ed il 1922 -
furono semplicemente trucidati o uccisi dai Socialisti, dai Comunisti o dagli
Anarchici. Ed oltre alle ben 769 succinte biografie di quei Caduti (sia nelle 92
province italiane che in Iugoslavia, Francia, Belgio, Lussemburgo, Stati Uniti e
Argentina), il lettore potrà ugualmente trovare: i Caduti di Fiume, i Caduti del
Teatro "Diana", i Caduti di Empoli, i Carabinieri Caduti e gli altri Caduti fascisti
fino al 1932.
In ogni caso, per evitare che le ignare ed abusate giovani generazioni del nostro
triste e fazioso presente continuino inconsapevolmente a prendere per “oro colato” le
numerose storpiature della realtà e/o le macroscopiche e partigiane falsità storiche
propagate o diffuse dalla soggettiva ed arbitraria cinematografia antifascista (come il
film «Novecento» di Bernardo Bertolucci, ecc.); oppure, continuino a credere che il
«Biennio Rosso» sia stato una semplice esagerazione della situazione,
successivamente “gonfiata” e sfruttata ad usum delphini dalla propaganda fascista; o
ancora che la «Marcia su Roma» abbia, in qualche modo, rassomigliato alla comica
pagliacciata che traspare dalla forzata ed interessata caricatura dell’omonimo film,
interpretato, negli anni ’70, dai celebri Vittorio Gasmann ed Ugo Tognazzi, è
sufficiente che le suddette giovani generazioni possano velocemente percorrere il
significativo e telegrafico stralcio di «fascisti» assassinati o uccisi, ordinato per data,
che ho preso la libertà di estrarre, in forma concisa ed essenziale, dal suddetto libro:
FFFaaasssccciiissstttiii aaassssssaaassssssiiinnnaaatttiii ooo uuucccccciiisssiii (1919-1920-1921)
13.11.1919 - Comandulli Gaetano – nato a Sesto Cremonese (Cremona) 28.10.1893 –
assassinato da un gruppo di Antifascisti, a Sesto Cremonese (Cremona); in
linea di massima, dovrebbe essere il primo martire della «Rivoluzione
Fascista».
03.12.1919 - Delpiano Pierino – nato a Torino 23.6.1900 – aggredito per il suo patriottismo
da una folla inferocita, venne ucciso con un colpo di pistola a Torino, davanti
alla scuola che frequentava, l’Istituto «Sommeiler».
07.11.1919 - Fiorini Guido - nato a Massa Marittima (Grosseto) 15.5.1892 – alla testa di un
corteo patriottico, cadde colpito in pieno petto da un proiettile sparato da alcuni
antifascisti, in via Roma, a Firenze.
04.08.1919 - Polla Carlo - nato a Trieste 30.1.1901 – ucciso in una colluttazione con un
sovversivo, a Trieste con un colpo di moschetto al basso ventre.
11.04.1920 - Nobile Vincenzo – nato a Minervino Murge (Bari) 28.10.1882 - intervenuto in
difesa di uno studente assalito da alcuni Comunisti all’interno di un caffè, fu a
sua volta aggredito e pugnalato alla schiena da questi ultimi che gli
schiacciarono la testa con un grosso sasso, dopo averlo derubato del
portafoglio e dell’orologio.
13.04.1920 - Barletta Ferruccio - nato a Minervino Murge (Bari) 10.1.1901 - insultato e
minacciato da un gruppo di «Guardie rosse» e raggiunto all’interno di un caffè,
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venne ripetutamente pugnalato, derubato dell’orologio e della catena d’oro.
Morì due giorni dopo fra le braccia della madre.
18.04.1920 - Piccioli Francesco – nato a Navelli (L’Aquila) 31.1.1892 - trucidato da una
folla di sovversivi nel Comune di Raiano (l’Aquila).
21.04.1920 - Scazzariello Carlo Rocco - nato a Pisticci (Matera) 21.7.1879 - odiato per le
sue idee nazionalistiche, venne assalito da alcuni antifascisti e colpito alla testa,
a Pisticci (Matera). Morì all’istante, lasciando la moglie con cinque figli.
12.06.1920 - Nini Giovanni - nato a Premosello (Novara) 13.1.1903 - noto per il suo
patriottismo, venne mortalmente colpito da tre pugnalate.
26.06.1920 - Marchiani Ubaldo - nato a Firenze 22.6.1900 – ucciso da alcuni Anarchici ad
Ancona, mentre tentava di fare scudo con il suo corpo ad un ufficiale del suo
reggimento.
26.06.1920 - Ramella Giovanni - nato a Ostiano (Cremona) 17.7.1898 – gravemente ferito
nel corso della rivolta anarchica di Ancona, spirò alcune ore dopo all’ospedale.
04.07.1920 - Roncagli Antonio - nato a Poggio Renatico (Ferrara) 7.2.1859 - aggredito da
una ventina di sovversivi e ridotto in fin di vita a colpi di bastone. Dopo tre giorni
di sofferenze decedette all’Arcispedale S.Anna di Ferrara.
12.07.1920 - Gori Demetrio - nato a Bottegone (Pistoia) 18.3.1859 - mentre si recava alla
posta, venne circondato da una ventina di sovversivi che - dopo averlo insultato
e minacciato - lo travolsero ed infierirono su di lui. Morì il giorno seguente
all’ospedale.
20.07.1920 - Casciana Luigi - nato a Gela (Caltanissetta) 3.10.1897 – rimase ucciso, a
Trieste, con il corpo straziato da schegge di bombe a mano, lanciate da alcuni
Comunisti in agguato.
21.07.1920 - Trombetta Manfredi – nato a Atri (Teramo) 20.9.1880 – ucciso a bastonate da
tre Comunisti, a Roma.
23.07.1920 - Schirò Giacomo - nato a Piana degli Albanesi (Palermo) 23.11.1901 -
circondato e insultato da una folla i sovversivi, fu ucciso con una cinquantina di
colpi.
09.08.1920 - Poletti Roberto - nato a Ostellato (Ferrara) 16.1.1877 - venne ucciso a
pugnalate in un agguato tesogli da alcuni Comunisti, a Medicina (Bologna).
10.08.1920 - Ghedini Gesù – nato a Molinella (Bologna) 25.12.1882 – massacrato a
coltellate e colpi di vanghe, forche e badili, da una folla di antifascisti, a
Portonovo (Bologna).
16.08.1920 - Galassi Angelico - nato a Abbadia S. Salvatore (Siena) 4.6.1882 – ucciso a
colpi di rivoltella da un sovversivo, sulla soglia della Chiesa dove aveva appena
finito di officiare una Messa.
06.09.1920 - Podestà Vittorio – nato a Lavagna (Genova) 8.6.1870 – cadde ucciso, con altri
camerati, in un agguato organizzato da all’incirca trecento sovversivi.
06.09.1920 - Priori Luciano - nato a Cremona 7.4.1899 – caduto in un agguato, a Cremona,
organizzato dai sovversivi contro i fascisti di quella città.
22.09.1920 - Simula Costantino – nato a Pozzomaggiore (Sassari) 11.9.1900 – aggredito
da un gruppo di antifascisti, fu ucciso a colpi di rivoltella. Il suo cadavere venne
ritrovato la mattina dopo in un sentiero di Corso Regio Parco, a Torino, a centro
metri dal corpo esanime di un altro giovane ugualmente assassinato dai
sovversivi.
22.09.1920 - Sonzini Mario – nato a Oleggio (Novara) 5.4.1897 - ucciso a colpi di pistola a
Torino.
10.10.1920 - Magni Luigi – nato a Trecate (Novara) 8.3.1871 – aggredito e gravemente
ferito da un gruppo di sovversivi, insieme ai suoi due figli, morì il giorno
seguente nonostante le cure dei sanitari.
14.10.1920 - Morganti Armando di Castelviero - nato a Roma 5.9.1888 - ucciso da un
colpo di arma da fuoco sparato da alcuni socialisti, in Piazza Duomo, a Milano.
30.10.1920 - Guizzardi Gaetano – nato a S. Agata Bolognese (Bologna) 12.12.1881 –
trucidato in casa da un gruppo di antifascisti.
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07.11.1920 - Bolaffi Gino – nato a Firenze 31.3.1897 – dilaniato dallo scoppio di una bomba
lanciatagli da alcuni sovversivi, a Firenze.
21.11.1920 - Giordani Giulio – nato a Bologna 31.3.1878 – gravemente ferito a colpi d’arma
da fuoco in pieno Consiglio Comunale a Bologna, insieme ai consiglieri Biagi e
Colliva, decedette dopo atroci sofferenze all’ospedale di Bologna.
20.12.1920 - Gozzi Franco – nato a Gualdo (Ferrara) 25.1.1899 – caduto in un agguato, a
Ferrara, con altri tre camerati.
20.12.1920 - Pagnoni Angelo – nato a Gaibanella (Ferrara) 5.3.1895 - caduto in un
agguato, a Ferrara, con altri tre camerati.
20.12.1920 - Magnani Natalino – nato a Lavezzola (Ravenna) 1.3.1904 – caduto in un
agguato, a Ferrara, con altri tre camerati.
31.12.1920 - Pallotti Guido – nato a Teramo 1.1.1894 – caduto in un agguato sovversivo, fu
ucciso con una pugnalata al basso ventre.
01.01.1921 - Gianesini Giuseppe – nato a Mossano (Vicenza) 30.10.1903 - riconosciuto da
un gruppo di Comunisti al grido di: «E’ fratello di un fascista; pagherà per lui !».
Trascinato fuori dal locale venne bastonato, preso a calci e coperto di
fanghiglia. Trasportato all’ospedale di Adria, morì poche ore dopo.
08.01.1921 - Milano Aldo – nato a S. Bonifacio (Verona) 12.10.1896 – ucciso con un colpo
di fucile, in uno scontro con i sovversivi del Municipio di Albano Vercellese
(Vercllese).
21.01.1921 - Ruini Mario – nato a Modena 2.9.1902 - aggredito a colpi di rivoltella da alcuni
sovversivi nascosti nell’ombra e gravemente ferito, fu ucciso con un nuovo
colpo di rivoltella che gli fracassò la nuca, a Modena.
23.01.1921 - Antonini Orlando – nato a Sarsina (Forlì) 8.2.1903 –. recatosi a Modena, in
occasione dei funerali di Mario Ruini, venne ucciso da un gruppo di Comunisti
che aprirono il fuoco, dai tetti e dalle case, sulla bara e sul corteo funebre.
23.01.1921 - Baccolini Augusto – nato a Castel d’Aiano (Bologna) 1.2.1899 – venne ucciso
a Modena, mentre con altri fascisti partecipava ai funerali di Mario Ruini
07.02.1921 - Bergamaschi Vittorio – nato a Besenzone (Piacenza) 9.1.1895 – uscendo da
un caffè di Busseto nel quale si era svolto un veglione fascista, venne ferito
mortalmente alle spalle da un Comunista nascosto dietro una porta, a Busseto
(Parma).
19.02.1921 - Leoni Dino – nato a Livorno 19.6.1895 - colpito da una scarica di proiettili,
sparati dalle finestre del Municipio di Cecina (Livorno), mentre cercava di
rimettere al suo posto una lapide commemorativa con su inciso il bollettino della
Vittoria del 1918. Ferito gravemente alla spina dorsale decedette, dopo lunghe
sofferenze, all’ospedale di Livorno
22.02.1921 - Lorusso Domenico – nato a Minervino Murge (Bari) 10.1.1854 – ucciso a colpi
di fucile, sulla porta di casa, a Minervino Murge (Bari).
23.02.1921 - Barbera Riccardo - nato a Minervino Murge (Bari) 6.10.1879 – aggredito da un
gruppo di antifascisti e gravemente ferito, fu ucciso da questi ultimi a colpi di
pugnale, a Montemilone (Potenza).
25.02.1921 - Squarzanti Edmo – nato a Bondeno (Ferrara) 14.8.1905 - di ritorno da una
spedizione, l’autocarro su cui si trovava con altri squadristi fu fatto segno a colpi
di rivoltella nell’abitato di Pincara (Rovigo). Arrestato l’automezzo, gli squadristi
si lanciarono all’assalto della casa da cui erano partiti i colpi. Lo Squarzanti
venne mortalmente colpito da un proiettile mentre stava per entrare nell’edificio.
26.02.1921 - Leone Salvatore – nato a Cerignola (Foggia) 31.12.1867 – rimasto
mortamente ferito negli scontri con i sovversivi intorno al palazzo comunale di
Cerignola (Foggia).
27.02.1921 - Lenzi Napoleone – nato a Buonacompra (Ferrara) 10.10.1877 - assalito sulla
strada di casa da una cinquantina di sovversivi che dopo averlo bastonato lo
uccisero con un coltello, a Buonacompra (Ferrara).
28.02.1921 - Berta Giovanni – nato a Firenze 24.8.1894 – mentre si recava in bicicletta a
San Frediano, venne fermato su un ponte da un gruppo di Comunisti; questi
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ultimi, dopo averlo malmenato e tramortito con calci, pugni e colpi di bastone
tentarono di scaraventarlo giù dal ponte; e nonostante il Berta fosse riuscito
Berta ad aggrapparsi ai tiranti di ferro del ponte, i suoi assalitori gli pestarono
rabbiosamente le mani, fino a farlo cadere nel vuoto, ove fu travolto dalle acque
dell’Arno. Da quel “glorioso” episodio, i Comunisti ne trassero addirittura una
spavalda ballata che cosî recitava: «Hanno ammazzato Giovanni Berta, figlio di
pescicani, evviva il Comunista che gli tagliò le mani!».
28.02.1921 - Beuzzar Floriano – nato ad Abbazia (Fiume) 22.4.1903 – caduto in un agguato
con altri camerati e colpito alla schiena da una scarica di fucilate sparate da un
gruppo di antifascisti appostati lungo la strada, morì alcune ore dopo, a Trieste.
01.03.1921 - Postiglioni Armando – nato a Portolongone (Livorno) 19.12.1893 – ucciso con
una pallottola al viso, nel corso di uno scontro con i sovversivi, a Trieste.
02.03.1921 - Schiavon Valentino – nato a Badia Polesine (Rovigo) 4.4.1900 - caduto nel
corso di un’azione condotta contro i sovversivi di Masi (Padova).
04.03.1921 - Mariani Gustavo – nato a Pescia (Pistoia) 18.8.1898 - ucciso in un’imboscata,
a Fucecchio (Firenze), mentre ritornava dai funerali delle vittime dell’eccidio di
Empoli.
06.03.1921 - Brioglio Costantino – nato a Torino 20.3.1852 – assassinato a colpi di fucile e
di rivoltella, a Casale Monferrato (Alessandria).
06.03.1921 - Grinzato Galileo – nato a Arzergrande (Padova) 9.5.1878 – ucciso con il
fratello Silvio Lodovico, a Correzzola (Padova), da un gruppo di Antifascisti.
06.03.1921 - Scaraglio Luigi – nato a Torino 17.10.1904 – caduto in un agguato teso dai
Comunisti di Casale Monferrato (Alessandria) agli squadristi torinesi guidati da
Cesare Maria De Vecchi.
06.03.1921 - Strucchi Antonio – nato a Torino 5.7.1847 - ucciso dai comunisti di Casale
Monferrato (Alessandria) che avevano teso un agguato ai fascisti torinesi allo
scopo di sopprimere Cesare Maria De Vecchi.
11.03.1921 - Grinzato Silvio Lodovico – nato a Correzzola (Padova) 15.2.1889 –
gravemente ferito nello stesso attacco, con i fratello Galileo, morì qualche
giorno dopo all’ospedale.
13.03.1921 - Tognoli Alberto – nato a Castelnovo Bariano (Rovigo) 27.5.1888 – ucciso nel
corso di una spedizione, a Coronella (Ferrara).
14.03.1921 - Menabuoni Carlo – nato ad Ancona 23.3.1897 – ferito gravemente dalle
schegge di una bomba lanciata da un Anarchico, si spense circa due settimane
dopo a Firenze.
16.03.1921 - Botti Ugo – nato ad Ivrea (Torino) 26.7.1902 – oggetto, insieme ad altri
camerati, di numerosi colpi di armi da fuoco, fu mortalmente ferito a Livorno.
20.03.1921 - Sette Aldo – nato a Torino 8.2.1904 – caduto, con altri camerati, in
un’imboscata sovversiva, a viale Monza, a Milano, decedette per un colpo di
fucile sparatogli da una finestra.
21.03.1921 - Peretto Antonio – nato a Villamarzana (Rovigo) 4.9.1895 - vittima di un
agguato e gravemente ferito, decedette il giorno successivo all’ospedale di
Rovigo.
21.03.1921 - Periccioli Sisto – nato a S. Quirico d’Orcia (Siena) 12.6.1885 – aggredito ed
ucciso dai sovversivi, all’interno della Casa del Fascio di Firenze.
23.03.1921 - Longhi Agostino – nato a Ponte agli Stolli (Firenze) 29.1.1880 - mentre si
trovava nella direzione della miniera di Castelnuovo dei Sabbioni (Grosseto),
venne colpito da due fucilate, sparate dagli operai scioperanti e indirizzate ad
ingegneri ed impiegati. Caduto a terra per le ferite. venne poi finito a colpi di
bastone e di pietra.
25.03.1921 - Menichetti Tito – nato a Pisa 9.12.1898 - colpito ad una tempia da un colpo di
rivoltella sparato da alcuni sovversivi, precipitò in un canale vicino, da cui venne
tratto agonizzante, spirando poco dopo a Ponte a Moriano (Lucca).
26.03.1921 - Specchio Giuseppe – nato a Cerignola (Foggia) 16.3.1909 – colpito spalle da
numerosi proiettili sparati da un gruppo di scioperanti, a Cerignola (Foggia).
26
28.03.1921 - Moretti Rino – nato a S. Biagio (Ferrara) 7.10.1894 - aggredito e ucciso da un
gruppo di Comunisti, a Portomaggiore (Ferrara).
29.03.1921 - Cecchi Ettore – nato a Poggio a Caiano (Prato) 23.10.1895 – colpito a morte
per strada, Poggio a Caiano (Prato), da un colpo di rivoltella sparato da un’auto
in corsa che trasportava un gruppo di sovversivi di Prato.
04.04.1921 - Gambetti Umberto – nato a Quistello (Mantova) 5.3.1903 – in uno scontro con
alcuni Comunisti di Quistello (Mantova), venne travolto ed ucciso da
un’autocarro.
12.04.1921 - Breviglieri Arturo – nato a Ferrara 17.6.1896 – transitando da Pontelagoscuro
(Ferrara) in autocorriera con i suoi camerati, rimase vittima di un’imboscata
organizzata da alcuni anfifascisti.
13.04.1921 - La Serpe Raffaele – nato a Cerignola (Foggia) 3.8.1895 - conducente degli
autocarri della “Disperata” di Cerignola. A San Severo (Foggia) venne colpito
mortalmente alle spalle da un colpo di pistola.
17.04.1921 - Cinini Tolemaide – nato a Tresigallo (Ferrara) 5.8.1901 – colpito a morte,
insieme a due suoi camerati, in un agguato tesogli da alcuni Comunisti, a
Forano della Chiana (Arezzo).
17.04.1921 - Roselli Aldo – nato a Arezzo 21.2.1903 – oggetto di un primo agguato nella
località di Renzino, venne raggiunto dagli aggressori nei campi e trucidato con
un colpo di fucile, a Foiano della Chiana (Arezzo).
19.04.1921 - Fabbri Giuseppe – nato a Civitella di Romagna (Forlì) 21.3.1867 – aggredito e
ripetutamente pugnalato da alcuni sovversivi, a S.Sofia (Forlì), morì due giorni
dopo all’ospedale.
24.04.1921 - Gattuso Gigino – nato a Caltanissetta 2.4.1903 – ucciso con un colpo di
rivoltella da un gruppo di ferrovieri sovversivi.
24.04.1921 - Marzano Giuseppe – nato a Bagnara Calabra (Reggio Calabria) 15.7.1875 -
circondato da un gruppo di sovversivi che gli intimò di rinnegare il fascismo.
Avendo egli invece gridato: “Viva l’Italia !” fu ucciso a colpi di mazza ferrata alla
testa.
25.04.1921 - Maramotti Amos – nato a Reggio Emilia 12.6.1902 - colpito mortalmente, da
fucilate e schegge di bomba, mentre si lanciava all’assalto della Camera del
Lavoro di Torino.
25.04.1921 - Odone Cesare – nato a Torino 11.9.1888 – ucciso, per strada, da un
sovversivo, a Torino.
26.04.1921 - Leone Pasquale – nato ad Alliste (Lecce) 6.1.1894 – ferito a morte da una
Guardia di Finanza, a Lecce.
27.04.1921 - Rossi Dante – nato a Bagno di Romagna (Forlì) 22.11.1893 - mentre stava
trasportando degli squadristi venne ucciso a colpi d’arma da fuoco e di scure da
parte di sovversivi in agguato, a Foiano della Chiana (Arezzo).
01.05.1921 - Comisso Remo – nato a Grisignana (Pola) 3.9.1891 – cadde ucciso in un
agguato Comunista, a Trieste.
02.05.1921 - Pacini Pacino – nato a Piteccio (Pistoia) 30.6.1903 - cadde vittima di uno dei
tanti agguati sovversivi, a Tombolo (Pisa).
04.05.1921 - Fantini Pierino – nato a Rieti 24.10. 1897 - transitando con altri camerati per
una via della città, venne aggredito alle spalle da alcuni sovversivi e pugnalato
al ventre. Decedette qualche giorno dopo, in seguito alle ferite riportate.
06.05.1921 - Boscolo Bragadin Angelo – nato a Brentelle (Padova) 3.1.1897 – colpito a
morte dalla forza pubblica, mentre si recava a Cittadella (Padova) con altri
squadristi, per chiedere la liberazione di alcuni fascisti arrestati.
06.05.1921 - Fumei Giovan Battista – nato ad Agordo (Belluno) 15.1.1903 - colpito a morte
dalla forza pubblica, mentre si recava a Cittadella (Padova) con altri squadristi,
per chiedere la liberazione di alcuni fascisti arrestati.
06.05.1921 - Mezzomo Gian Vittore – nato a Feltre (Belluno) 3.12.1901 – caduto durante
l’attacco al carcere di Cittadella (Padova).
27
08.05.1921 - Forte Giuseppe – nato a Castelvetrano (Trapani) 11.11.1906 – caduto in un
scontro di piazza con gruppi antifascisti, a Castelvetrano (Trapani).
08.05.1921 - Lunardini Faustino – nato a Brescia 21.7.1902 - colpito a morte da una raffica
di moschetteria partita dalle siepi fiancheggianti la strada provinciale.
08.05.1921 - Malanca Paolo – nato a Castelvetrano (Trapani) 10.12.1890 – ucciso a colpi di
bombe a mano dai sovversivi, nel corso di scontro di piazza, a Castelvetrano
(Trapani).
08.05.1921 - Mastronuzzi Domenico – nato a Taranto 14.9.1903 - colpito da un colpo di
rivoltella sparatogli da alcuni sovversivi. Caricato su una carrozza venne
nuovamente fatto oggetto del fuoco nemico e ancora colpito. Spirò prima di
giungere all’ospedale di Taranto.
10.05.1921 - Pischiutta Pio – nato a Venzone (Udine) 15.9.1904 - Fu ucciso a diciassette
anni, a Pordenone, mentre, sporgendosi da un autocarro, sventolava il
gagliardetto della squadra “Disperata” davanti ai sovversivi che in gran numero
avevano circondato e assalito il camion dei fascisti.
11.05.1921 - Napolitano Pasquale – nato a Barletta (Bari) 9.5.1903 – aggredito ed ucciso a
Trieste da un gruppo di Comunisti, mentre stava rientrando a casa dal lavoro.
13.05.1921 - Bosi Carlo – nato a Bologna 13.11.1866 – caduto in un’imboscata tesagli da
alcuni fuoriusciti antifascisti rifugiatisi nella Repubblica di S. Marino, fu colpito
alla testa e decedette due giorni dopo all’ospedale di Rimini.
13.05.1921 - Caragnano Giuseppe - nato a (?), il (?) - ucciso da alcuni Comunisti, a Marina
di Carrara (Massa Carrara), mentre cercava di impedire una loro contestazione
ad un comizio del Blocco Nazionale, in occasione delle elezioni del 1921.
14.05.1921 - Musi Alfredo – nato a Castelnuovo Val di Cecina (Pisa) 5.12.1891 - aggredito
da cinque Comunisti che, dopo avergli sputato in viso, gli vibrarono alla testa un
colpo di scure e, quindi, presero il corpo del giovane agonizzante
scaraventandolo, ancora vivo, dentro una vasca di borace incandescente, a
Sasso Pisano (Pisa).
15.05.1921 - Celoria Riccardo – nato a Vercelli 26.7.1905 – caduto in combattimento contro
alcuni sovversivi, a Borgo Vercelli (Vercelli).
15.05.1921 - Basadonna Giuseppe - nato a Primiero (Trento) 21.5.1906 – aggredito
insieme ad otto camerati da circa 300 antifascisti, fu sopraffatto e massacrato,
ed il suo corpo, insieme a quelli di Francesco Giachin e Giuliano Rizzato, fu
ritrovato, orribilmente mutilato e sfracellato sotto un mucchio di pietre, a
Maresego (Pola).
15.05.1921 - Caleffi Arrigo – nato a Marmirolo (Mantova) 7.3.1903 – aggredito da alcuni
antifascisti e colpito da una pugnalata alla schiena, a Soave Mantovano
(Mantova), si abbatté al suolo dove fu ancora colpito con bastoni e pugnali.
Morì dopo mezz’ora di agonia, durante la quale venne insultato e sputacchiato.
15.05.1921 - Benetazzo Vittorio - nato a Padova 3.10.1903 - ucciso in un conflitto coi
sovversivi a Treviso.
15.05.1921 - Amici Enrico – nato a Cesena (Forlì) 18.9.1896 – colpito a morte da una
raffica di fucilate, sparate da alcuni Comunisti in agguato, mentre transitava in
automobile con altri camerati nei pressi di Rontagnano (Forlì).
15.05.1921 - Giachin Francesco – nato a Buie d’Istria (Pola) 1.11.1901 - caduto nelle mani
dei sovversivi, venne massacrato con altri due camerati a Maresego (Pola).
15.05.1921 - Loperfido Oronzo – nato a Noci (Bari) 21.9.1876 – aggredito in un vicolo da
un gruppo di Comunisti che lo uccisero a pugnalate, a Noci (Bari).
15.05.1921 - Morandini Eugenio – nato a Breonio (Verona) 23.2.1904 - circondato da
numerosi sovversivi e ripetutamente pugnalato, venne finito da una donna che
gli spaccò il cranio con un randello, a Soave Mantovano (Mantova).
15.05.1921 - Rizzato Giuliano – nato ad Este (Padova) 9.1.1898 – aggredito ed ucciso a
Maresego (Pola), da una folla di sovversivi.
28
15.05.1921 - Suigo Raimondo – nato a Castelnuovo Scrivia (Alessandria) 24.10.1896 –
ucciso, insieme ad un suo camerata, da un Anarchico con due colpi di rivoltella,
a Castelnuovo Scrivia (Alessandria).
15.05.1921 - Torti Giuseppe – nato a Castelnuovo Scrivia (Alessandria) 13.6.1898 - ucciso
da un colpo di rivoltella sparatogli da un Anarchico, mentre era di guardia al
comitato elettorale di Castelnuovo Scrivia (Alessandria).
16.05.1921 - Bini Angelo Augusto – nato a Solarolo Rainerio (Cremona) 9.3.1853 –
assassinato a S. Martino del Lago (Cremona), in un agguato tesogli da alcuni
Comunisti.
16.05.1921 - De Giorgi Angelo – nato a Scaldasole (Pavia) 27.7.1885 – caduto in un
agguato Comunista e gravemente ferito da colpi di rivoltella e di falcetto morì
sette giorni dopo.
16.05.1921 - Fenini Giuseppe – nato a Sozzago (Novara) 25.3.1896 - ucciso dai sovversivi
sotto gli occhi della madre, a Sozzago (Novara).
16.05.1921 - Ferrari Giuseppe – nato a Milano 8.2.1895 – caduto con i suoi camerati in
un’imboscata a Castelbelforte (Mantova), rimase dapprima ferito, in seguito, fu
circondato e ucciso a colpi di bastone. Il suo cadavere venne raccolto più tardi,
con il viso sfigurato e il cranio in pezzi, più volte colpito da una lima a triangolo.
16.05.1921 - Rizza Angelo – nato a Siracusa 22.9.1903 - assassinato dai sovversivi, a
Siracusa.
16.05.1921 - Salvini Primo – nato a Pomarance (Pisa) 18.6.1889 – ucciso con un colpo di
fucile sparato da una finestra, a Pomarance (Pisa).
16.05.1921 - Scapin Ernesto Vittorio – nato a Bagnoli di Sopra (Padova) 11.12.1882 –
caduto a Padova, mentre accorreva in soccorso di ancuni camerati in lotta con i
sovversivi.
16.05.1921 - Torrisi Antonio – nato a Crema (Cremona) 22.11.1905 – mentre con altri
camerati accorreva a difendere un fascista, aggredito dai sovversivi, cadde
ucciso da colpi di moschetto, a Crema (Cremona).
17.05.1921 - Burelli Francesco – nato a Pietrasecca (L’Aquila) 26.11.1882 – fu ucciso dai
Social-Comunisti del suo paese, mentre si festeggiava la vittoria riportata dai
candidati fascisti nelle elezioni politiche.
17.05.1921 - Lucantoni Luigi – nato a Pietrasecca (L’Aquila) 9.5.1883 - ucciso, con un altro
camerata, dai Social-Comunisti di Pietrasecca, durante i festeggiamenti per la
vittoria della Lista Nazionale.
17.05.1921 - Gioia Nando – nato a Borgonovo (Piacenza) 8.3.1897 - colpito al petto da una
scarica di colpi, esplosi da alcuni Anarchici, mentre con tre camerati si dirigeva
da Borgonovo a Bilegna (Piacenza).
18.05.1921 - Monari Sebastiano – nato a Sala Bolognese (Bologna) 12.4.1893 – caduto in in
agguato tesogli dai Socil-Comunisti, a Sala Bolognese (Bologna).
18.05.1921 - Moriani Giorgio – nato a Marina di Pisa (Pisa) 8.4.1904 - colpito da una scarica
di colpi partiti dalle finestre di un rione di Livorno dominato dai sovversivi, venne
gravemente ferito e decedette all’ospedale il giorno seguente.
19.05.1921 - Platania Luigi – nato a Rimini 17.9.1890 – mentre lavorava di notte, come
impiegato alla stazione di Rimini, venne assassinato da un Anarchico.
19.05.1921 - Rusciano Vincenzo – nato a Napoli 22.7.1891 – gravemente ferito in un
scontro con alcuni antifascisti, e trasportato all’ospedale di Monfalcone (Gorizia),
decedette in seguito alle gravi ferite riportate.
20.05.1921 - Tinti Giorgio – nato ad Ozzano dell’Emilia (Bologna) 3.9.1893 – ucciso in un
agguato tesogli dai Social-Couinisti di Ozzano dell’Emilia (Bologna).
21.05.1921 - Cavagnaro Manlio – nato a Genova-Sestri 24.6.1883 – mentre rientrava a
casa, s’imbatté in una ventina di socialisti, appena usciti dalla Camera del
Lavoro di Sestri, che, senza rivolgergli parola, gli furono addosso. Percosso da
corpi contundenti, il Cavagnaro venne lasciato a terra moribondo. Trasportato
all’ospedale di Genova Sestri, vi giunse cadavere.
29
21.05.1921 - Sarti Salvatore - nato a Rimini 17.4.1879 - ucciso in un’imboscata tesa da
alcuni elementi sovversivi a un gruppo di fascisti, a Santa Giustina (Forlì).
22.05.1921 - Degl’Innocenti Nello – nato a Lucca 19.9.1899 – morto maciullato da alcuni
massi fatti precipitare di proposito da alcuni antifascisti su un camion di fascisti
che transitava nella zona di Valdottavo (Lucca).
22.05.1921 - Giannini Gino – nato a Pontetetto (Lucca) 12.3.1898 - morto maciullato da
alcuni massi fatti precipitare di proposito da alcuni antifascisti su un camion di
fascisti che transitavano nella zona di Valdottavo (Lucca).
22.05.1921 - Santi Agostino – nato a Migliana (Firenze) 26.7.1894 – catturato da un gruppo
di sovversivi e trascinato sulla piazza di Santa Giustina (Forlì), fu gravemente
ferito con alcune rivoltellate e finito a colpi di tallone alla testa.
23.05.1921 - Meggiolaro Teodoro – nato a Mira (Venezia) 9.9.1891 – caduto in un agguato
tesogli da alcuni Comunisti che lo uccisero con un colpo di rivoltella a Dolo
(Venezia).
25.06.1921 - Giberti Gilberto – nato ad Apuania 18.11.1902 – aggredito ed ucciso da una
squadra di sovversivi, mentre prestava servizio di guardia ad un monumento a
Garibaldi, ad Apuania.
29.05.1921 - Gallinella Eutimio – nato a Palazzone (Siena) 11.3.1898 - ucciso con un colpo
di pistola alla testa, nel corso di un tafferuglio con alcuni Comunisti, a Trevinano
(Viterbo).
29.05.1921 - Martinotti Benedetto – nato a Trino (Vercelli) 7.11.1896 - mentre tornava a
piedi, con alcuni compagni, dal paese di Palazzolo Vercellese (Vercelli), venne
sorpreso e circondato da numerosi sovversivi, rimanendo ucciso nello scontro
che seguì.
30.05.1921 - Ingravalle Emilio – nato a Capurso (Bari) 2.9.1904 – rimasto ucciso a
Conversano (Bari), nel corso di gravi incidenti con i Socialisti, in cui rimasero
coinvolti altri numerosi squadristi.
01.06.1921 - Stefani Cosimo – nato a Melissano (Lecce) 11.8.1901 - ferito gravemente da
colpi di pistola, nel corso di uno scontro con alcuni Comunisti, decedette dopo
molti giorni di sofferenze, a Melissano (Lecce).
05.06.1921 - Galluzzo Giuseppe – nato a Gerace (Reggio Calabria) 6.6.1897 – ucciso con
due colpi di pistola, all’interno di un’osteria, da alcuni sovversivi.
05.06.1921 - Repetto Lorenzo – nato a Lerma (Alessandria) 18.9.1869 – rimasto ucciso in
uno scontro con i sovversivi, a Lerma (Alessandria).
08.06.1921 - Alferano Vincenzo – nato a Frugarolo (Alessandria) 16.4.1899 – caduto in
un’imboscata tesagli dai sovversivi a Valenza (Alessandria).
12.06.1921 - Galli Pietro – nato a Motta Baluffi (Cremona) 29.11.1899 – ucciso in un
agguato tesogli da alcuni antifascisti, a Gussola (Verona).
13.06.1921 - Bello Spartaco - nato a Venezia 1.11.1894 – preso d’assalto assalito da un
nutrito gruppo di «Guardie rosse», si difese accanitamente, ma alla fine cadde
privo di sensi in seguito ai colpi infertigli con delle seggiole. Trasportato
all’ospedale, morì la sera dello stesso giorno, a Venezia.
18.06.1921 - Salvato Arturo – nato a Padova 1.10.1895 – gravemente ferito da un
Comunista che aveva fatto fuoco su di lui, morì qualche ora dopo all’ospedale
di Pordenone.
19.06.1921 - Scardovelli Tullo – nato a S. Benedetto Po (Mantova) 8.2.1903 –ucciso con
un colpo di fucile che gli fracassò il cranio, mentre, in piena notte, montava la
guardia al centro di S. Benedetto Po (Mantova).
20.06.1921 - Varani Ezio – nato a Stellata (Ferrara) 12.3.1899 – uciso con diversi colpi di
rivoltella, in uno scontro con alcuni antifascisti, a Sermide (Mantova).
26.06.1921 - Filippi Mario – nato a Montaione (Firenze) 29.11.1874 - ucciso a Iano
S.Vivaldo (Firenze) dalla “banda dello zoppo” che, allora, spargeva il terrore
nelle province toscane.
27.06.1921 - Forcato Ercole – nato a Fiume 22.1.1906 – colpito a morte, con altri quattro
camerati, in uno scontro a fuoco con i sovversivi, a Fiume.
30
27.06.1921 - Mondolfo Bruno – nato a Fiume 14.5.1896 – ucciso, mentre sventolava il
tricolore alla testa di una folla di patrioti, a Fiume.
27.06.1921 - Nascimbeni Glauco – nato a Fiume 4.6.1881 - ucciso durante una
manifestazione di protesta contro la cessione di Porto Sauro alla Iugoslavia.
28.06.1921 - Stupazzini Andrea – nato a S. Giovanni in Persiceto (Bologna) 1.3.1897 -
dopo aver con alcuni camerati disperso un gruppo di Comunisti, venne
aggredito nella propria abitazione ed impiccato alla finestra, a Bologna.
28.06.1921 - Tamberi Jolando – nato a Cascina (Pisa) 17.7.1901 – nel corso di uno scontro
con i sovversivi, fu ripetutamente colpito col calcio di un moschetto, per cui
riportò gravi lesioni interne che lo condussero alla tomba qualche giorno dopo,
a Como.
28.06.1921 - Zambon Alberto – nato a La Spezia 6.5.1897 - ucciso durante una
manifestazione di protesta contro la cessione di Porto Sauro alla Iugoslavia.
29.06.1921 - Bargagli Alfredo - nato a Firenze 30.5.1887 - ucciso da una banda di
Comunisti mentre tornava a casa, a Troghi (Firenze).
29.06.1921 - Daus Rino – nato a Perugia 11.11.1900 – abbattuto in un agguato tesogli da
alcuni antifascisti, a Grosseto.
05.07.1921 - Cesati Pacifico – nato a Trecate (Novara) 5.6.1884 – aggredito e ferito
gravemente alla schiena e al polmone sinistro da un gruppo di antifascisti,
.dopo due mesi di degenza morì all’ospedale di Vigevano (Pavia).
07.07.1921 - Apollonio Arrigo – nato a Pirano (Pola) 21.7.1902 – colpito a morte da un
sovversivo, a Buie d’Istria (Pola).
07.07.1921 - Campiglio Aldo – nato a Torino 1.11.1901 – una sera, mentre si recava a
pescare, venne seguito da alcuni Comunisti che in una località deserta -
Settimo (Torino) - lo assalirono con una roncola, uccidendolo e buttando il
cadavere denudato in un canale.
10.07.1921 - Gardi Edgardo – nato a Imola (Bologna) 8.6.1882 – cadde colpito da alcune
rivoltellate sparategli dai comunisti, nel corso di uno scontro con questi ultimi,
ad Imola (Bologna).
12.07.1921 - Pini Dario – nato a Castiglione Felletto (Cuneo) 15.8.1904 – avvicinato, per
strada, a Torino, da due individui apparentemente non sospetti, fu ucciso
freddamente dall’uno dei due, con un colpo di rivoltella alla fronte.
15.07.1921 - Procuranti Pietro – nato a Monzone (Massa Carrara) 28.1.1861 – caduto, in
piena notte, in un agguato tesogli da alcuni sovversivi, fu ucciso con un colpo di
rivoltella, a Tendola (Massa Carrara).
15.07.1921 - Toschi Giulio Onorato – nato a Minerbio (Bologna) 15.5.1861 - mentre
ritornava a casa in attesa di una trebbiatrice, venne assalito a colpi di rivoltella e
finito con i calci delle armi stesse. Il mattino dopo il corpo fu trovato in un fosso,
orribilmente sfigurato, a Minerbio (Bologna).
17.07.1921 - Dell’Amico Venanzio – nato a Codena (Massa Carrara) 3.10.1899 – trucidato
dagli «Arditi del popolo» tra i canneti del fiume Magra, nei pressi di Sarzana (La
Spezia).
17.07.1921 - Foscari Annibale – nato a Venezia 8.2.1903 – ucciso da alcuni antifascisti con
un colpo di trincetto a Firenze, decedette alcuni giorni dopo per le ferite
riportate.
18.07.1921 - Casale Giovanni – nato a Robbio (Pavia) 19.10.1901 – aggredito da un gruppo
di sovversivi, i quali lo colpirono prima ad una gamba con una roncola e quindi
al capo con una mazza ferrata. Caduto a terra tramortito, venne colpito da
trentadue pugnalate. La lama di un pugnale, trapassandogli il cuore, andò a
conficcarsi fra le costole spezzandosi. Il cadavere venne quindi buttato dagli
assassini in una vicina roggia.
18.07.1921 - Argilli Ugo – nato ad Imola (Bologna) 25.7.1889 – ucciso in un’imboscata
tesagli da alcuni Comunisti, a Imola (Bologna).
19.07.1921 - Boscaro Giulio – nato ad Este (Padova) 14.3.1896 – gravemente ferito da
colpi di rivoltella sparatigli da alcuni Comunisti, morì se giorni dopo, a Treviso.
31
20.07.1921 - Bisagno Augusto – nato a La Spezia 24.1.1903 – catturato dagli «Arditi del
popolo» venne condannato a morte da un tribunale rosso e trucidato durante la
notte, dopo essere stato orribilmente straziato, in località Gigliolo di Sarzana (La
Spezia).
20.07.1921 - Maiani Amedeo – nato a La Spezia 1.8.1904 - catturato dagli «Arditi del
popolo» venne portato davanti ad un loro tribunale, che lo condannò a morte.
Venne trucidato durante la notte, dopo essere stato orribilmente straziato, in
località Gigliolo di Sarzana.
21.07.1921 - Bertozzi Dante – nato a Pietrasanta (Lucca) 1.12.1877 – travolto dalla furia
omicida dei Comunisti che fecero scempio del suo corpo, riducendo il viso ad
un informe ammasso sanguinolento, durante le sanguinose giornate di
Sarzana.
21.07.1921 - Borghini Alcide – nato a Avenza (Massa Carrara) 9.3.1904 – ucciso durante le
sanguinose giornate di Sarzana (La Spezia).
21.07.1921 - Lombardini Rizieri – nato ad Apuania 21.2.1892 - ucciso durante le
sanguinose giornate di Sarzana (La Spezia).
21.07.1921 - Bellotto Michele - Sarzana (La Spezia) 20.11.1900 - ucciso dalla forza
pubblica, che aprì il fuoco sui fascisti, a Sarzana (La Spezia).
21.07.1921 - Bartolini Gastone - nato a Firenze 8.8.1905 – caduto in uno scontro a fuoco
con i Comunisti ed i Carabinieri, a Sarzana (La Spezia).
21.07.1921 - Gattini Pierino – nato a Carrara 23.1.1901 - ucciso durante le sanguinose
giornate di Sarzana (La Spezia).
21.07.1921 - Montemaggi Giuseppe – nato a Romano di Lombardia (Bergamo) 21.12.1903
– cadde colpito a morte, nel Piazzale della Stazione, durante le sanguinose
giornate di Sarzana (La Spezia).
21.07.1921 - Parducci Vezio – nato a Viareggio (Lucca) 6.11.1903 – ucciso durante le
sanguinose giornate di Sarzana (La Spezia).
21.07.1921 - Puggelli Arnaldo – nato a Quarrata (Pistoia) 9.5.1903 – dopo i fatti di Sarzana,
si diresse da solo a Romito (La Spezia). Qui incontrò un uomo armato di fucile,
in attesa dietro una siepe. Nel tentativo di disarmarlo venne mortalmente colpito
all’addome.
21.07.1921 - Taddeucci Lorenzo – nato a Massa (Massa Carrara) 3.7.1902 – dopo gli
scontri di Sarzana, si trovò isolato in campagna. Pensò di chiedere aiuto ai
contadini del posto, ma questi invece di soccorrerlo, lo massacrarono.
22.07.1921 - Pelù Paolo – nato a Massa 22.5.1900 - dopo gli scontri di Sarzana, si trascinò,
ferito, a chiedere un po’ d’acqua presso un casello ferroviario, ma sorpreso da
alcuni Comunisti, venne da loro trucidato a colpi di forca e di accetta.
22.07.1921 - Zoccoli Giovanni – nato a Cagliari 16.5.1898 - dopo i fatti di Sarzana, fece un
giro nel pisano, con un camerata, per fare esporre la bandiere abbrunata in tutti
i Municipi. A S. Frediano a Settimo i due giovani vennero uccisi da un
numeroso gruppo di Comunisti.
24.07.1921 - Nanni Francesco – nato a Castelfiumanese (Bologna) 24.3.1874 – aggredito
ed ucciso a colpi di rivoltella da un gruppo di sovversivi nascosti all’interni di un
portone, a Imola (Bologna).
24.07.1921 - Saletti Ivo – nato a Grosseto 3.9.1898 – rimasto ucciso in un agguato teso ad
un gruppo di Camicie Nere, da alcuni sovversivi, ad un chilometro dalla località
di Roccastrada (Grosseto).
25.07.1921 - Burba Fortunato Nino – nato a Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) 20.3.1901
– mentre era rinchiuso in casa, con il padre ed altri due fascisti, e si preparava a
difendersi da un attacco di un gruppo di Comunisti che avevano circondato
l’edificio, venne ferito, con Giovanni Bellosi, dallo scoppio di una bomba.
Decedette il giorno seguente, a Piombino (Livorno).
25.07.1921 - Toniolo Mario – nato a Berra (Ferrara) 15.8.1904 - ucciso con un colpo di
pistola da un Comunista, nascosto dietro la porta della sua stessa abitazione, a
Bassano del Grappa (Vicenza).
32
29.07.1921 - Ilari Nazzareno – nato a Greccio (Rieti) 20.2.1877 – ucciso da un colpo di
rivoltella, durante un diverbio politico con un cugino sovversivo, a Limiti di
Greccio (Rieti).
29.07.1921 - Serlupi Domenico – nato a Sestri Levante (Genova) 1.1.1889 – gravemente
ferito a S. Frediano a Settimo da un Comunista che lo aveva colpito con un
trincetto alle spalle, decedette all’ospedale di Pisa, qualche ora dopo.
30.07.1921 - Squarzoni Romildo – nato a Ripapersico (Ferrara) 28.4.1897 – ucciso con due
colpi di rivoltella all’addome, di notte, in piena campagna, nei pressi di
Migliarino (Ferrara), mentre tornava a casa in bicicletta.
03.08.1921 - Accorsi Paolo – nato a Sant’Agostino (Ferrara) 2.7.1897 – aggredito da un
gruppo di antifascisti appostati dietro una siepe, fu gravemente ferito da un
colpo di rivoltella e spirò due giorni dopo all’ospedale di Ferrara.
03.08.1921 - Tedeschi Italo – nato a Cadelbosco di Sopra (Reggio Emilia) 10.5.1897 –
ucciso con numerosi colpi di pistola da un gruppo di Comunisti, mentre
prestava servizio ad un crocevia, a Praticello di Gattatico (Reggio Emilia).
04.08.1921 - Lottini Guido – nato a Prato 3.4.1904 - ferito da un colpo di moschetto sul
piazzale della Stazione di riuscì, dopo una serie di vicissitudini , ad arrivare
all’ospedale di Sarzana e quindi a quello di Prato, ove si spense il 4 agosto.
08.08.1921 - Aliboni Francesco – nato a Massa 12.5.1900 – mentre stava cenando sull’aia
davanti a casa, a Massa, venne colpito a morte da un colpo di fucile sparato da
dietro una siepe poco distante.
08.08.1921 - Chiara Pier Paolo – nato a Acqui (Alessandria) 7.7.1904 – morto per una
grave emottisi causata dai colpi ricevuti da alcuni Antifascisti. Decedette quattro
mesi dopo.
10.08.1921 - Bartolotti Giovanni - nato a Lugo (Ravenna) 6.3.1904 - mentre passava in
bicicletta per Via Cento, a Lugo (Ravenna), insieme a un suo camerata, venne
aggredito da un gruppo di Comunisti, gettato a terra ed ucciso da un colpo di
rivoltella.
10.08.1921 - Figna Paolo – nato a Parma 14.4.1899 – fu ucciso, con un altro camerata, da
un gruppo di Comunisti, a Lugo (Ravenna).
15.08.1921 - Borsano Filippo – nato a Fresonara (Alessandria) 10.11.1897 – caduto in una
sparatoria con alcuni Comunisti, Castelferro (Alessandria).
15.08.1921 - Chiappino Marziano – nato a Basaluzzo (Alessandria) 6.3.1900 – ucciso a
Castelferro (Alessandria), nel corso di un conflitto a fuoco con i sovversivi.
16.08.1921 - Giandotti Ido – nato a Roma 18.2.1881 – ucciso al ritorno di una spedizione
contro i sovversivi di Marcialla (Firenze).
24.08.1921 - Ghelardi Ettore – nato a Livorno 27.2.1881 – freddato con un colpo di pistola
sparato da un sovversivo nascosto dietro ad una colonna.
28.08.1921 - Mellini Romolo – nato a Castel di Casio (Bologna) 9.4.1903 – ucciso con un
colpo di pistola sparatogli da alcuni sovversivi, a Castelletto (Bologna).
28.08.1921 - Vaccari Luigi – nato a Cento (Ferrara) 30.3.1904 – vittima di un agguato
sovversivo, insieme ad alcuni suoi coetanei, nei pressi del cimitero del
Poggetto, a S. Pietro in Casale (Bologna).
29.08.1921 - Gherardi Emma – nata a S. Giorgio in Piano (Bologna) 4.3.1873 - colpita da
una bastonata sulla porta di casa ed uccisa dalla furia di alcuni sovversivi che
stavano inseguendo il marito ed il figlio fascisti, a Baragazza (Bologna).
01.09.1921 - Viggiani Eugenio – nato a Strada (Firenze) 26.7.1895 - mentre rincasava,
venne aggredito da sei sovversivi, che lo ferirono a colpi di rivoltella e coltello.
Ricoverato all’ospedale di Firenze, vi morì quattro giorni dopo.
05.09.1921 - Brazzi Ferdinando – nato a Mezzolara (Bologna) 1.9.1904 – rimasto
gravemente ferito da un colpo di pistola tiratogli da alcuni sovversivi, decedette
in seguito a tale ferita, dopo breve agonia, a Mezzolara (Bologna).
06.09.1921 - Priori Sigifredo – nato a S. Daniele Po (Cremona) 25.3.1877 – caduto in
un’imboscata tesagli da alcuni Comunisti, a Pieve d’Olmi (Cremona).
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07.09.1921 - Amorosi Melito – nato a Marta (Viterbo) 15.7.1888 – dopo essere stato
aggredito e colpito con quattordici pugnalate da alcuni antifascisti, decedette in
ospedale alcuni giorni dopo, a Viterbo.
07.09.1921 - Mazzei Aldo – nato a Cecina (Livorno) 26.12.1903 – gravemente ferito da un
colpo di pistola sparatogli da un Comunista, morì due giorni dopo all’ospedale
di Pontedera (Pisa).
08.09.1921 - Fasoli Agostino – nato a Todi (Perugia) 21.4.1896 - ucciso da mano
sovversiva a Fratta Todina (Perugia).
09.09.1921 - Gianstefani Medardo – nato a Massalombarda (Ravenna) 16.2.1902 - durante
un conflitto con i sovversivi, venne gravemente ferito. Morì il giorno seguente
all’ospedale di Lugo (Ravenna).
09.09.1921 - Somensi Piero – nato a Genova 10.7.1898 - la notte fra il 29 e 30 agosto
1921, sulla strada che da Montectini porta a Pescia (Pistoia), venne ferito da
arma da fuoco, percosso, calpestato e lasciato su un muchhio di ghiaia. Solo
dopo due ore poté essere raccolto dai fascisti di Montecatini e trasportato
all’ospedale dove mor`, qualche giorno dopo.
11.09.1921 - Andreani Alcide – nato a Colonnata (Massa Carrara) 2.9.1903 – aggredito e
ucciso da un guppo di facinorosi, a Colonnata (Massa Carrara).
11.09.1921 - Frigeri Secondo – nato a Sorgà (Verona) 14.4.1894 – caduto nel cosro di uno
scontro armato con alcuni Social-Comunisti, a Bonferraro (Verona).
15.09.1921 - Cappellozza Evaristo – nato a Vighizzolo d’Este (Padova) 14.7.1891 – ucciso
con quattro colpi di rivoltella, a Crosara (Padova), da alcuni antifascisti.
15.09.1921 - Sassek Alfredo – nato a Pola 26.5.1903 – caduto in un’imboscata tesa ad un
gruppo di Fascisti da alcuni Comunisti, a Pola. Gravemente ferito al viso e ad
una coscia, venne trasportato all’ospedale e vi decedette alcuni giorni dopo.
22.09.1921 - Cattaneo Mario – nato a Olevano (Pavia) 7.9.1902 – Cadde ucciso a
tradimento mentre di notte transitava per una strada del paese, a
Borgolavezzaro (Novara).
26.09.1921 - Carpigiani Umberto – nato a Mirandola (Modena) 12.6.1904 – caduto sotto i
colpi delle Guardie Regie a Modena.
26.09.1921 - Bosi Ezio – nato a S. Cesario sul Panaro (Modena) 10.4.1898 – caduto sotto i
colpi delle Guardie Regie a Modena.
26.09.1921 - Gallini Gioacchino – nato a Finale Emilia (Modena) 16.7.1897 - caduto sotto i
colpi delle Guardie Regie.
26.09.1921 - Micheli Giovanni – nato a Bologna 6.1.1888 - cadde a Modena, con altri
camerati, sotto i colpi delle Guardie Regie.
26.09.1921 - Sanlej Aurelio – nato a Vignola (Modena) 9.11.1900 – ucciso dal piombo delle
Guardie Regie, a Modena.
26.09.1921 - Sinigaglia Duilio – nato a Modena 14.10.1898 - cadde a Modena, con altri
camerati, sotto i colpi delle Guardie Regie.
26.09.1921 - Zulato Alfredo – Rovigo 10.9.1902 - cadde a Modena, con altri camerati, sotto
i colpi delle Guardie Regie.
30.09.1921 - Maranta Battista – nato a Pisogne (Brescia) 4.10.1895 – gravemente ferito
con arma da fuoco in un agguato tesogli da alcuni sovversivi presso la stazione
di Pisogne. Morì di lì a qualche giorno nell’ospedale di Brescia.
02.10.1921 - Arbizzi Enea – nato a Campogalliano (Modena) 14.2.1898 – caduto crivellato
da venti ferite, dopo essere stato aggredito a Fossoli (Modena) da ben dieci
avversari armati di pugnali.
03.10.1921 - Cristiani Ferruccio – nato a Staffoli (Pisa) 19.2.1902 – venne ucciso in un
conflitto a fuoco con elementi antinazionali.
04.10.1921 - Berutti Gabriele – nato a Torino 3.7.1902 – caduto in un’imboscata tesagli da
un gruppo di Comunisti che lo falciarono con una scarica di rivoltellate.
07.10.1921 - Scalvenzi Giacomo – nato a Corticelle Pieve (Brescia) 6.6.1874 – crrivellato di
pugnalate a Brescia da un gruppo di sovversivi che volevano impadronirsi del
tricolore che stava sventolando.
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08.10.1921 - Garuti Tullio – nato a Modena 12.6.1902 – gravemente ferito nel corso di una
dimostrazione a Modena, il 26 settembre 1921, morì qualche tempo dopo.
12.10.1921 - Leoni Settimo – nato a Mantova 10.3.1903 – aggredito da alcuni sovversivi in
agguato, fu colpito da questi ultimi con dei bastoni e gli spararono un colpo di
rivoltella alla testa. Morì all’ospedale di Mantova dopo due mesi di sofferenze.
15.10.1921 - Ponti Battista – nato a Clarnago (Varese) 18.10.1901 – ucciso in un agguato
Comunista, mentre assisteva ad un comizio del Blocco Nazionale, a Gallarate
(Varese).
15.10.1921 - Rossini Livio – nato a Bargone (Parma) 17.9.1903 – ucciso da un Comunista
con cinque colpi di pistola, a Fidenza (Parma).
16.10.1921 - Pacini Gino – nato a Cerreto Guidi (Firenze) 29.12.1899 - aggredito e
mortalmente ferito, dcedette il giorno successivo all’ospedale di Fucecchio
(Firenze)..
17.10.1921 - Bellani Angelo - nato a Villanterio (Pavia) 3.1.1895 - mortalmente ferito dalle
fucilate sparategli da un gruppo di antifascisti, ad Albuzzano (Pavia).
17.10.1921 - Spinelli Giuseppe – nato a Marzabotto (Bologna) 1.10.1896 - morì in seguito a
ferite riportate in un agguato, tesogli da alcuni Social-Comunisti in località
Sperticano (Bologna).
17.10.1921 - Gambacciani Italo – nato a Montelupo (Firenze) 31.10.1905 – caduto in
un’imboscata, fu assassinato a colpi di pistola, poiché si era rifiutato di
consegnare ai sovversivi il suo distintivo fascista e di gridare “Viva la Russia”.
21.10.1921 - Petronio Antonio – nato a Visinada (Pola) 18.5.1887 – rapito, seviziato e
trucidato dal un gruppo di sovversivi che fero ritrovare il cadavere nel fondo di
un burrone, orrendamente mutilato.
30.10.1921 - Montefiori Pietro – nato a Vezzano Ligure (La Spezia) 28.4.1878 – aggredito,
insieme ad altri camerati, da un gruppo di Comunisti, fu ucciso da un colpo di
rivoltella, a Ortonovo (La Spezia).
30.10.1921 - Saccardi Roberto – nato a Montelupo (Firenze) 29.11.1896 – rimasto ucciso a
Signa (Firenze), in uno scontro con un gruppo di «Arditi del popolo».
02.11.1921 - Boselli Romolo – nato a Porto Mantovano (Mantova) 15.9.1898 – fermato da
due individui che finsero di chiedergli informazioni, fu colpito alla schiena da
vari colpi di rivoltella. Trascinatosi a casa venne poi trasferito all’ospedale dove
spirò fra atroci dolori, a Castiglione delle Stiviere (Mantova).
09.11.1921 - Baldini Franco – nato a San Rocco al Porto (Milano) 27.3.1873 – caduto sotto
i colpi di scariche di colpi di arma da fuoco, esplosi da alcuni sovversivi
appostati dietro gli alberi di piazzale Tiburtino, a Roma.
11.11.1921 - Tabaroni Gino – nato a Bastiglia (Modena) 1.11.1905 - mentre con altri stava
facendo una breve passeggiata, venne ucciso, a colpi di rivoltella, da due
sovversivi, a Modena.
12.11.1921 - Vercesi Andrea – nato a Montù Beccaria (Pavia) 28.8.1898 - mentre stava
rientrando alla propria abitazione, venne ucciso con colpi di rivoltella da
sovversivi appostati nell’ombra, a Torre Sacchetti (Pavia).
14.11.1921 - Stabilini Giuseppe – nato a Spino d’Adda (Cremona) 1.6.1905 - con altri
camerati venne fatto segno al fuoco dei sovversivi, che sparavano dalle strade
e dalle finestre, riportò gravi ferite, in seguito alle quali decedette all’ospedale di
Lodi.
16.11.1921 - Mutti Pierino – nato a Corcagnano (Parma) 9.5.1894 – di ritorno dal
Congresso Fascista di Roma, venne colpito alla spina dorsale da una fucilata,
mentre si stava recando al bar della stazione durante una fermata del treno ad
Orvieto. Trasportato a Firenze, sotto il fuoco dei sovversivi che sparavano sulla
barella e sul treno, si spense all’ospedale di Santa Maria Novella, a Firenze.
20.11.1921 - Mainardi Ercole – nato a Castel San Giovanni (Piacenza) 28.5.1899 – ucciso
da un sovversivo con due colpi di pistola, a Castel San Giovanni (Piacenza).
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23.11.1921 - Derin Giuseppe – nato a Monte di Capodistria (Pola) 21.10.1886 – colpito a
morte da una revolverata sparatagli da alcuni slavo-comunisti, mentre rientrava
a casa con alcuni camerati.
23.11.1921 - Ravaglia Remo – nato a Sassoleone (Bologna) 10.4.1901 – caduto in un
agguato tesogli da numerosi Comunisti che, dopo averlo ferito alla fronte, lo
finirono con ripetuti colpi di pietra alla testa, a Castel San Pietro (Bologna).
24.11.1921 - Zanni Alessandro – nato a Montecatini Val di Nievole (Pistoia) 10.8.1904 -
provocato ed ucciso con un colpo di pstola all’addome da alcuni sovversivi, a
Pescia (Pistoia).
25.11.1921 - Moretti Erminio – nato a S. Martino in Strada (Milano) 27.4.1891 – aggredito e
ferito alla nuca con un colpo di scure da un gruppo di Comunisti, morì cinque
giorni dopo, a S. Martino in Strada (Milano).
27.11.1921 - Barnabà Giuseppe - nato a Casalfiumanese (Bologna) 19.12.1886 – caduto in
un agguato tesogli dai sovversivi, a Castel San Pietro (Bologna), rimase
gravemente ferito e spirò alcuni giorni dopo.
04.12.1921 - Rossi Pierino – nato in Brasile 16.9.1902 - aggredito e bastonato da un
centinaio di Comunisti. Soccorso dai Carabinieri e trasportato alla sua
abitazione, Bottrighe (Rovigo), vi morì un mese dopo
08.12.1921 - Zanella Vincenzo – nato a Bergantino (Rovigo) 7.6.1889 – caduto in
un’imboscata tesa a lui e ai suoi camerati da alcuni Comunisti, a Bergantino
(Rovigo).
13.12.1921 - Ghizzi Umberto – nato a S. Paolo (Brasile) 25.1.1899 - colpito all’addome dai
Carabinieri, nel corso di controllo. Dopo un mese si spense all’ospedale di
Viadana (Mantova).
20.12.1921 - Tinazzi Italo – nato a Montorio (Verona) 30.11.1898 - durante una spedizione a
Pozzonovo (Padova), si scontrò con il Sindaco comunista e venne da questi
ferito gravemente, morendo tra atroci sofferenze
24.12.1921 - Cesari Ernesto – nato a Calderara di Reno (Bologna) 24.12.1894 –
gravemente ferito in un conflitto a fuoco con alcuni Antifascisti, si spense circa
un mese dopo all’ospedale di Bologna.
26.12.1921 - Cini Remo – nato a Correggioverde (Mantova) 24.5.1903 – colpito a morte a
Dosolo (Mantova), da un gruppo di aggressori che poi fuggirono nei campi col
favore della nebbia e delle tenebre.
29.12.1921 - Cannavale Alfredo – nato a Napoli 4.12.1894 – caduto nel corso di un conflitto
a fuoco con alcuni antifascisti, a Napoli.
FFFaaasssccciiissstttiii aaassssssaaassssssiiinnnaaatttiii ooo uuucccccciiisssiii (1922 - fino al 28 Ottobre)
04.01.1922 - Urh Giuseppe – nato a Postumia Grotte (Trieste) 20.4.1899 – ucciso in un
agguato tesogli da alcuni Slavi, con vari colpi d’arma da fuoco, a Postumia
(Trieste).
08.01.1922 - Arata Lorenzo – nato a S. Pietro in Cerro (Piacenza) 18.8.1898 – ucciso,
senza nessuna provocazione, con tre colpi di pistola, da un gruppo di giovani
appartenenti a delle organizzazioni bianche, a Cò Trebbia Nuova (Piacenza).
08.01.1922 - Morelli Giulio – nato a Bergiola (Massa Carrara) 28.3.1898 – ucciso da fucilate
tirategli da alcuni Antifascisti, mentre con altri due camerati stava cercando di
correre in aiuto al comandante delle squadre d’azione bergiolesi.
08.01.1922 - Picciati Eugenio – nato a Carrara 8.7.1900 – la sera dell’8 gennaio 1922
rimase mortalmente ferito a causa di un’aggressione nella quale caddero anche
il fratello e un altro fascista, a Bergiola (Massa Carrara).
08.01.1922 - Picciati Renato – nato a Carrara 30.4.1899 – caduto insieme al fratello e ad un
altro fascista, per un’aggressione da parte di alcuni sovversivi, a Bergiola
(Massa Carrara).
09.01.1922 - Montini Ambrogio – nato a Suna di Pallanza (VCO) 18.8.1900 - minacciato
ripetutamente perché non si voleva iscrivere ai partiti sovversivi. Quando si
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seppe che aveva aderito al Partito Nazionale Fascista fu ucciso a tradimento, a
Suna di Pallanza (VCO).
17.01.1922 - Florio Federico Guglielmo – nato a Gaeta (Littoria) 14.1.1899 – ucciso a
tradimento da alcuni sovversivi, a Prato.
22.01.1922 - Pagani Antonio – nato a Gadesco (Cremona) 17.1.1897 - aggredito la sera del
21 dicembre 1921, mentre rincasava. Morì circa un mese dopo per le ferite
riportate, a Cremona.
31.01.1922 - Folsani Lorenzo – nato a S. Bernardino (Ravenna) 29.5.1898 - mentre
ritornava a casa, fu vittima di un’aggressione da parte di due Comunisti che gli
spararono, uccidendolo, a Voltana (Ravenna).
13.02.1922 - Calamai Ischiras – nato a Coiano (Prato) 18.2.1900 – ucciso da due
sovversivi, a Cartaia Vecchia (Prato).
14.02.1922 - Costa Pio – nato a Pilastro (Parma) 5.5.1905 – ferito mortalmente con un colpo
di moschetto, da un «Ardito del popolo», spirò il giorno dopo all’ospedale di S.
Michele di Tiorre (Parma).
16.02.1922 - Marazzina Giovanni – nato a Lodi 20.10.1896 - mentre si trovava vicino alla
chiesa di Agnadello (Cremona), venne assalito da alcuni Comunisti, che lo
uccisero con un colpo alla nuca.
18.02.1922 - Paltrinieri Eugenio – nato a Carpi (Modena) 5.11.1902 - ucciso a colpi d’arma
da fuoco in uno scontro coi sovversivi, a Carpi (Modena).
19.02.1922 - Podestà Francesco – nato a Nizza Marittima (Francia) 7.3.1872 - assassinato
a colpi di pistola da un numeroso gruppo di «Arditi del popolo», a La Spezia.
20.02.1922 - Landini Alberto – nato a La Spezia 19.11.1900 – gravemente ferito nel corso
di un’imboscata, decedette quattro giorni dopo, a Lerici (La Spezia).
01.03.1922 - Fontana Alfredo – nato a Pisa 10.6.1899 - assalito da un gran numero di
sovversivi, ebbe il cervello perforato da un colpo di fucile, a Fiume.
01.03.1922 - Martelli Gino – nato a Roma 22.1.1904 – nel corso di uno scontro con alcuni
sovversivi, venne circondato ed ucciso a colpi di roncole, coltelli ed accette, a
Massalombarda (Ravenna).
03.03.1922 - Meazzi Edoardo – nato a Montieri (Grosseto) 9.12.1897 – rimasto ucciso
durante la presa d’assalto del Municipio di Fiume.
03.03.1922 - Stojan Spiridione – nato a Traù (Spalato) 11.12.1898 - nei giorni
dell’insurrezione contro il governo autonomo di Riccardo Zanella, si recò a
Fiume. Cadde nel primo assalto contro il Palazzo del governo.
03.03.1922 - Zanfrognini Pio – nato a Cavezzo (Modena) 7.7.1902 - ucciso da un colpo
d’arma da fuoco, nel corso di una spedizione contro i sovversivi di S. Martino
Secchia (Modena).
07.03.1922 - Trevisan Mario – nato a Lancenigo (Treviso) 2.4.1903 – una sera si imbatté in
quattro «Arditi del popolo» che gli imposero di togliersi il distintivo fascista.
Avendo egli opposto un deciso rifiuto, venne da loro ucciso, a Trieste.
19.03.1922 - Tovaglioli Natale – nato a Cozzo (Pavia) 25.12.1899 – attirato da alcuni
sovversivi in un circolo di Casalvolone (Novara), venne assalito e ucciso.
24.03.1922 - Ferrari Umberto – nato a Pieve di Coriano (Mantova) 13.7.1881 – aggredito a
più riprese dai sovversivi durante lo stesso giorno, fu alla fine ucciso, colpito
selvaggiamente al cranio con il calcio di una pistola. Decedette due mesi dopo
all’ospedale di Ostiglia (Mantova).
29.03.1922 - Branchi Walter – nato a Felino (Parma) 5.8.1905 – ferito mortalmente al petto
da un colpo di rivoltella, nel corso di un tafferuglio con alcuni Antifascisti, a
Parma.
02.04.1922 - Zeni Carlo – nato a Pieve Delmona (Cremona) 3.4.1896 - audace e
coraggioso, era particolarmente stimato per il suo passato militare. I Comunisti,
vedendo in lui un ostacolo alla loro propaganda, lo assassinarono a tradimento,
a Pozzaglio ed Uniti (Cremona).
10.04.1922 - Migliori Giovanni – nato a S. Lucido (Cosenza) 13.3.1903 - atteso in un posto
isolato e colpito in pieno con una fucilata, gli assassini sfogarono sul cadavere
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la loro ferocia e gli fracassarono la testa a sassate, fino a fare uscire la materia
cerebrale, a Giuncarico (Grosseto).
16.04.1922 - Buriani Ettore – nato a Baricella (Bologna) 15.8.1903 – circondato da un
gruppo di Comunisti, ed avendo rifiutato di togliersi il distintivo fascista, venne
assalito e gravemente ferito da colpi di pistola sparatigli a bruciapelo. Benché a
terra morente, fu finito a bastonate sul capo, a Boschi di Baricella (Bologna).
19.04.1922 - Olivares Alfredo – nato a Sparanise (Napoli) 21.9.1902 – mortalmente ferito da
alcuni Comunisti in agguato, mentre rincasava, a Trieste.
23.04.1922 - Ivancich Aldo – nato a Lussinpiccolo (Pola) 2.4.1907 – ucciso in un agguato da
parte di alcuni Comunisti, a Trieste.
23.04.1922 - Veroli Guglielmo – nato a Tivoli (Roma) 1899 – ucciso mentre stava discutendo
con un avversario politico, a Tivoli (Roma).
24.04.1922 - Pepe Ugo – nato a Gaeta (Littoria) 29.5.1901 - aggredito da un numeroso
gruppo di «Arditi del popolo» e, nonostante si fosse difeso con il suo piccolo
bastone, fu ferito da cinque colpi di rivoltella all’addome. Morì all’ospedale due
giorni dopo, a Milano.
26.04.1922 - Rocca Francesco – nato a Solarolo (Mantova) 12.9.1888 – ferito da un
Carabiniere all’addome e al braccio destro. Trasportato all’ospedale di Mantova,
morì alcuni giorni dopo.
01.05.1922 - Barbetta Augusto - nato a Vighizzolo (Padova) 20.7.1895 – preso sotto il
fuoco di un’imboscata sovversiva, fu ucciso con tre suoi camerati, a Megliadino
S.Vitale (Padova).
01.05.1922 - Bardiani Tancredi - nato a Basilicanova (Parma) 12.3.1903 - mentre
procedeva in bicicletta con altri squadristi in direzione di Tortiano (Parma),
venne fermato dai Carabinieri. I fascisti vennero inviati a disperdersi, onde
evitare possibili incidenti. Bardiani ottemperò all’ordine e si staccò dagli altri,
ma, rimasto isolato, venne circondato da un gruppo di sovversivi. Si difese
strenuamente con l’unica arma che aveva, un grosso chiodo, ma venne
sopraffatto e ucciso. Gli assalitori continuarono ad infierire sul giovane anche
dopo la sua morte, riconducendolo in uno stato irriconoscibile.
01.05.1922 - Barolo Luigi - nato a Medigliano S.Vitale (Padova) 21.3.1902 - ucciso a
fucilate da alcuni sovversivi in agguato, mentre si recava a Megliadino S.Vitale.
01.05.1922 - Prefumo Andrea – nato a Quiliano (Savona) 11.1.1880 – colpito al petto da un
proiettile nel corso di uno scontro con alcuni Antifascisti, spirò tra le braccia del
fratello, a Quiliano (Savona).
01.05.1922 - Zogno Pietro – nato a Ponso (Padova) 27.12.1903 - ucciso a fucilate dai
sovversivi, mentre si recava con la sua squadra in aiuto dei camerati di
Megliadino S.Vitale (Padova).
08.05.1922 - Giaroli Alfeo – nato a Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia) 24.5.1900 – ferito
gravemente nel corso di un’imboscata, decedette il giorno dopo all’ospedale di
Reggio Emilia.
17.05.1922 - Dessy Giovanni – nato a Nuoro 5.9.1892 – mentre con una squadra armata,
cercava di fermare un’auto sospetta, venne colpito mortalmente da una
pallottola, a Orbetello (Grosseto).
21.05.1922 - Poggi Oliviero – nato a S. Giorgio di Piano (Bologna) 6.11.1904 - la sera del
21 maggio, avendo avuto notizia che qualcosa di grave stava accadendo alla
caserma dei carabinieri di Corticella, si recò colà con alcuni camerati, ma in
quell’azione cadde colpito da una revolverata al petto.
22.05.1922 - Mucciarelli Antonio – nato a Tatti (Grosseto) 7.5.1861 – caduto in
un’imboscata tesagli da alcuni Antifascisti, coadiuvati da alcuni disertori, a Tatti
(Grosseto).
22.05.1922 - Stefani Enrico – nato a Vetulonia (Grosseto) 16.7.1894 – mentre si recava in
barroccio a Massa Marittima, rimase vittima di un agguato da parte di sovversivi
appostati dietro una siepe, a Tatti (Grosseto).
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25.05.1922 - Mortarotti Camillo – nato a Vignale (Alessandria) 6.4.1904 - assalito da
quattro Comunisti, protetti dall’oscurità, e ucciso con il fratello Felice, a Vignale
(Alessandria).
25.05.1922 - Mortarotti Felice – nato a Vignale (Alessandria) 29.1.1899 - ucciso,
unitamente al fratello Camillo, da quattro Comunisti, a Vignale (Alessandria).
26.05.1922 - Cavedoni Celestino – nato a Mestre (Venezia) 23.1.1890 – ucciso con una
bomba a mano lanciatagli addosso in un agguato sovversivo, a Santa Viola
(Bologna).
26.05.1922 - Poma Domenico – nato a Antegnate (Bergamo) 11.11.1898 – la sera del 17
maggio 1922, mentre tornava a casa, rimase vittima di un agguato. Colpito con
pietre e ciottoli decedette dopo nove giorni di agonia, a Antegnate (Bergamo).
30.05.1922 - Cremona Linneo – nato a Calvatone (Cremona) 13.6.1875 – caduto vittima di
un agguato notturno, tesogli da alcuni Comunisti, a Calvatone (Cremona).
11.06.1922 - Maserati Antonio – nato a Gazzola (Piacenza) 11.6.1899 – nel corso di
un’azione contro gli «Arditi del popolo», un gruppo di fascisti caddero in un
agguato. Cercando scampo verso il Po, il Maserati fu raggiunto nella boscaglia
e assassinato a pugnalate, in località Piattello (Piacenza).
11.06.1922 - Salvestrini Giuseppe – nato a S. Casciano Val di Pesa (Firenze) 5.1.1905 -
ucciso in un agguato, mentre transitava con i suoi camerati in una via di
Piombino.
15.06.1922 - Boscarolli Giovanni – nato a Trieste 12.12.1903 – mentre rincasava, in
compagnia del camerata Emilio Rovatti, venne aggredito, per strada, a Trieste,
da quattro sovversivi che spararono vari colpi di pistola sui due fascisti. Il
Boscaioli fu ucciso sul colpo, mentre il Rovatti riportò una grave ferita, che
qualche anno dopo l’avrebbe condotto alla morte.
15.06.1922 - Pellizzoni Luigi – nato a Fino Mornasco (Como) 16.2.1891 - aggredito da due
Comunisti che lo pugnalarono alle spalle, a Vitorchiano (Viterbo), decedette
all’ospedale quattro giorni dopo.
18.06.1922 - Piacentini Lorenzo – nato a Offanengo (Cremona) 24.6.1900 - ucciso da una
fucilata sparata da alcuni sovversivi che avevano teso un’imboscata a lui e ad
altri tre camerati, a Madignano (Cremona).
19.06.1922 - Mainetti Carlo – nato a Vidigulfo (Pavia) 8.2.1869 - ucciso a colpi di randello
da parte di un gruppo di sovversivi, a Bereguardo (Pavia).
22.06.1922 - Haynau Willy – nato a Trieste 13.6.1902 – ucciso in un agguato sovversivo, a
Trieste, dopo essere scampato a numerose altre aggressioni.
02.07.1922 - Petruzzelli Nicola – nato ad Andria (Bari) 24.7.1901 – caduto in un’imboscata
tesagli la mattina del primo luglio 1922.
04.07.1922 - Ricci Giuseppe – nato a Vitorchiano (Viterbo) 9.4.1897 – di ritorno dal lavoro,
la notte fra il 3 e il 4 luglio del 1922, mentre attraversava la piazza del paese,
alcuni Socialisti lo aggredirono a fucilate. Colpito alle spalle, morì quasi subito,
a Vitorchiano (Viterbo).
06.07.1922 - Passoni Luigi – nato a Venezia 28.10.1903 - gravemente colpito da arma da
fuoco nel corso di un’azione contro i sovversivi, decedette dopo quindici giorni
di sofferenze, a Venezia.
08.07.1922 - Fugagnollo Armando – nato a Vicenza 20.7.1904 – ucciso nel corso di uno
scontro armato con i sovversivi, a Vicenza.
09.07.1922 - Ridone Angelo - nato a Casalino (Novara) 1.10.1895 - accorso in aiuto di un
ragazzo, percosso da alcuni sovversivi che gli avevano strappato il nastrino
tricolore che portava al’occhiello. Nel tafferuglio che ne seguì il Ridoni venne
colpito mortalmente da tre colpi di rivoltella e decedette durante la notte
all’ospedale di Vercelli.
14.07.1922 - Baroni Giovanni - nato a Marmirolo (Mantova) 20.6.1889 – ucciso da un
Carabiniere ad un posto di blocco, ad Acquanegra sul Chiese (Mantova).
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15.07.1922 - Bernini Eliseo – nato a Lugano (Svizzera) 3.2.1902 – mentre tornava alla sua
abitazione di Turro (Milano), cadde in un agguato dei sovversivi e fu ucciso da
colpi di arma da fuoco.
16.07.1922 - De Michelis Luigi – nato a Terrasa Lomellina (Pavia) 13.10.1888 –
assassinato a colpi di tridente da una folla di sovversivi, a Lumellogno (Novara).
18.07.1922 - Coppa Luigi – nato a Laveno (Varese) 14.9.1898 – ferito gravemente da un
colpo di pistola sparato da un Comunista, decedette qualche ora dopo
all’ospedale di Novara.
23.07.1922 - Falcone Michele – nato a Serracapriola (Foggia) 16.7.1901 – essendosi recato
a Viterbo con una squadra romana, venne ucciso dal piombo dei sovversivi.
24.07.1922 - Biginelli Ardingo – nato a Mombello Monferrato (Alessandria) 17.3.1876 –
mentre tornava alla propria abitazione, venne avvicinato da un sovversivo che,
dopo poche parole, lo uccise con un colpo di rivoltella, a Mombello Monferrato
(Alessandria).
26.07.1922 - Balestrazzi Giovanni - nato a Ravenna 4.10.1886 – assalito da un gruppo di
sovversivi a Ravenna, fu sopraffatto da questi ultimi e cadde crivellato di colpi.
30.07.1922 - Grossi Aldino – nato a Massafiscaglia (Ferrara) 13.3.1903 – mortalmente
ferito la sera del 29 luglio 1922 in un agguato comunista, mentre con altri
fascisti ferraresi si apprestava a partecipare ad un’importante azione a
Ravenna.
30.07.1922 - Montanari Clearco – nato a Sant’Agata Bolognese (Bologna) 18.6.1898 - morì
in seguito a ferite riportate in un’imboscata di Repubblicani e Comunisti, alla
vigilia dello “sciopero legalitario”, indetto dall’Alleanza del Lavoro, a Cesenatico
(Forlì).
01.08.1922 - Contro Leonio – nato ad Ariano Polesine (Rovigo) 24.8.1894 – ucciso a
Susegana (Treviso), in un conflitto con i sovversivi.
01.08.1922 - Tonoli Emilio – nato a Milano 21.3.1900 - ucciso da colpi d’arma da fuoco,
mentre cercava di superare i reticolati durante l’assalto alla sede de “L’Avanti !”,
nelle giornate dello “sciopero legalitario”, a Milano.
02.08.1922 - Andena Luigi – nato a Foligno (Perugia) 20.3.1878 – caduto in un conflitto con
alcuni Antifascisti, a Foligno.
02.08.1922 - Forlani Attilio – nato a Pescara 30.3.1896 - mentre guidava un treno, nei
pressi di Osimo (Ancona), rimase vittima di un attentato dei sovversivi, che
avevano sbullonato le rotaie, causando il deragliamento del convoglio.
02.08.1922 - Mazzucco Egidio – nato a Ticineto (Alessandria) 8.10.1901 - colpito da nove
pugnalate sferrate da alcuni Antifascisti, spirò all’ospedale di Genova, dopo
breve e dolorosa agonia.
02.08.1922 - Tabanelli Andrea – nato ad Imola (Bologna) 25.7.1905 – ucciso da un
Anarchico nel corso di un’imboscata tesa ad un gruppo di fascisti, ad Imola
(Bologna).
04.08.1922 - Amadei Odoardo – nato a Cortile di Carpi (Modena) 14.3.1898 – caduto con i
suoi camerati in un’imboscata, fu ucciso mentre si dissetava ad una fontanella e
spirò poche ore più tardi, a Sala Baganza (Parma).
04.08.1922 - Crespi Edoardo – nato ad Azzate (Varese) 27.3.1892 – mentre con altri
squadristi transitava per un piazzale di Milano a bordo di un autocarro, venne
improvvisamente investito da una raffica di colpi d’arma da fuoco. Caduto
agonizzante al suolo, venne finito a pugnalate dai sovversivi che avevano teso
l’imboscata.
04.08.1922 - Germini Gino – nato a Viano (Reggio Emilia) 15.11.1891 - colpito da un
proiettile, nel corso di una colluttazione con alcuni sovversivi, decedette in
seguito all’ospedale di Scandiano (Reggio Emilia).
04.08.1922 - Melloni Cesare – nato a Milano 15.2.1897 – caduto durante l’assalto alla sede
del quotidiano “L’Avanti !” colpito da una bomba lanciata dagli «Arditi del
popolo».
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04.08.1922 - Tanzi Ettore – nato a Collecchio (Parma) 27.6.1888 – sfuggito ad una prima
imboscata tesagli da alcuni Comunisti, venne di nuovo raggiunto e trucidato a
colpi d’arma da fuoco, di scure e di calcio di fucile, a Sala Baganza (Parma).
05.08.1922 - Martini Primo – nato ad Apuania 26.2.1893 - Mentre con altri camerati si
dirigeva verso il porto di Genova, per occuparlo, venne colpito da uno dei tanti
colpi sparati contro i fascisti. Cadde proprio sotto la lapide che ricordava il
sacrificio di Goffredo Mameli.
05.08.1922 - Mini Alessandro – nato a Piancastagnaio (Siena) 10.8.1894 – fatto segno,
insieme alla sua squadra, a fucilate e a lanci di bombe a mano da parte di
alcuni Comunisti in agguato, Alessandro Mini, fu colpito al capo da una bomba.
Si spense qualche ora dopo all’ospedale di Muggia.
05.08.1922 - Peviani Giuseppe – nato a Casalpusterlengo (Lodi) 3.12.1886 - aggredito a
colpi di pistola da un gruppo di «Arditi del popolo». Colpito al torace il Peviani
cadde al suolo, allora i sovversivi gli furono addosso e lo colpirono
ripetutamente con dei bastoni, vibrandogli, poi, una pugnalata al collo. Morì
qualche tempo dopo, a causa delle ferite ricevute.
06.08.1922 - Giorgi Ferdinando – nato a Bologna 10.12.1900 – ucciso in un agguato di
sovversivi, a Bologna.
06.08.1922 - Porri Giuseppe – nato a Pietra de’Giorgi (Pavia) 15.10.1899 – colpito da un
proiettile ed ucciso nel corso di uno scontro con i sovversivi, a Binasco (Milano).
12.08.1922 - Bencivenni Teodoro - nato ad Anzola dell’Emilia (Bologna) 5.11.1897 -
aggredito e pugnalato la sera del primo Agosto 1922 a Lavino di Mezzo, morì
dopo lunga agonia all’Ospedale Maggiore di Bologna.
13.08.1922 - Gambarotti Carlo – nato a Cella Dati (Cremona) 24.9.1894 – ucciso nel corso
di un tefferuglio con i sovversivi, a Ca’ dei Bonavogli (Cremona).
15.08.1922 - Ponti Attilio – nato a Cespatina (Milano) 6.10.1902 – di sera, verso
mezzanotte i sovversivi, incontrato il Ponti solo e disarmato, lo assalirono. Egli
reagì energicamente, ma venne ben presto sopraffatto, ed un Comunista,
estratto un coltello a serramanico, glielo conficcò nel petto uccidendolo, a S.
Pellegrino (Bergamo)..
22.08.1922 - Casarotti Carmelo – nato a Salvaterra (Rovigo) 9.9.1906 – ucciso dopo che la
sua squadra era stata investita da una scarica di fucileria e da colpi di rivoltella
da parte dei socialisti in agguato dietro una siepe, Stienta (Rovigo).
23.08.1922 - Piovesan Giuseppe – nato a Castelfranco Veneto (Treviso) 7.9.1890 - ucciso
da un sovversivo a Treviso con un colpo di rivoltella.
26.08.1922 - Colonnata Isaia – nato a Vinca (Massa Carrara) 23.6.1892 – La sera del 26
agosto 1922 cercò di sedare un tumulto scoppiato fra sovversivi ubriachi, ma
costoro reagirono uccidendolo con un colpo di rivoltella, a Vinca (Massa
Carrara).
01.09.1922 - Maccarani Italo – nato a Foligno (Perugia) 4.9.1898 – caduto nel corso di uno
scontro con i sovversivi, a Terni.
02.09.1922 - Sammarchi Silvio – nato a Lagaro (Bologna) 15.6.1897 – caduto in un
agguato tesogli da alcuni Comunisti nelle vicinanze dell’Ospedale della
Direttissima, a Labaro (Bologna).
04.09.1922 - Botturi Ferdinando – nato a Gambara (Brescia) 22.2.1900 – la sera del 2
settembre 1922 venne a diverbio con un sovversivo che, senza esitare, gli
sparò a bruciapelo una rivoltellata. Il proiettile penetrò nella cavità cerebrale e il
Botturi si spense dopo due giorni di sofferenze.
06.09.1922 - Brumana Mario – nato a Costa Valle Imagna (Bergamo) 1.2.1901 –
gravemente ferito in un’imboscata tesagli da alcuni sovversivi, spirò lo stesso
giorno all’ospedale di Gallarate (Varese).
06.09.1922 - Cavallari Giuseppe – nato a Borgomanero (Novara) 21.12.1900 – aggredito
da due Comunisti sulla porta della casa di un amico a Moncalieri (Torino), fu
ucciso da questi ultimi con alcuni colpi di rivoltella ad un polmone ed alla spina
dorsale che lo portarono alla morte poche ore dopo.
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09.09.1922 - Turchi Libero – nato a Campiglia Marittima (Livorno) 9.4.1907 -
17.09.1922 - Michelessi Guido – nato a Controguerra (Teramo) 9.10.1891 – ucciso da un
sovversivo che non aveva voluto esporre il tricolore, nella località di
Controguerra (Teramo).
17.09.1922 - Sanfelice Felice – nato a Gallipoli (Lecce) 1.12.1876 – caduto in un agguato di
sovversivi, venne trafitto ed ucciso da numerose pugnalate, a Gallipoli (Lecce).
17.09.1922 - Viesti Giuseppe – nato a Ginosa (Taranto) 12.10.1888 – ucciso nel corso di
un’azione, a Taranto.
23.09.1922 - Belfiore Francesco - nato a Napoli 8.9.1894 – caduto sotto il fuoco di alcuni
Socialisti, mentre sfilava per le strade di S. Maria Capua Vetere (Caserta).
24.09.1922 - Cattapan Antonio – nato a S. Paolo (Brasile) 8.9.1894 – gravemente ferito in
uno scontro con altri ferrovieri sovversivi, decedette dopo un mese di
sofferenze, a Mestre (Venezia).
01.10.1922 - Doglia Gustavo – nato a Valenza (Alessandria) 10.1.1900 – ferito mortalmente
al petto da un colpo d’arma da fuoco, sparatogli da alcuni sovversivi, a Torino.
02.10.1922 - Fabi Furio - nato a Pievebovigliana (Macerata) 4.4.1902 – mentre cercava di
soccorrere il comandante della squadra, colpito a morte da un Comunista,
veniva raggiunto da numerosi colpi d’arma da fuoco, perdendo così la vita, a
Fossombrone (Pesaro).
02.10.1922 - Fiorelli Antonio – nato a Torricella (Pesaro) 2.3.1897 – ucciso con un colpo di
fucile, sparatogli dalla finestra di un Comunista, a Fossombrone (Pesaro).
17.10.1922 - Parisi Lavoro – nato a Busseto (Parma) 19.5.1904 – ucciso, a Mozzate
(Como), mentre si apprestava a partire per una spedizione.
09.10.1922 - Amodeo Francesco – nato a Motta S.Giovanni (Reggio Calabria) 20.2.1889 –
gravemente ferito in più parti del corpo da schegge di bomba e colpi di rivoltella,
durante un conflitto a fuoco con alcuni sovversivi. Trasportato all’ospedale di
Reggio Calabria vi morì il giorno seguente.
16.10.1922 - Grella Carlo – nato a Roma 27.4.1906 – non avendo ancora compiuto i 16
anni, fu ucciso con un colpo dipistola da un gruppo di «Arrditi del popolo» che
l’avevano atteso sotto casa, a Roma, al ritorno da una lezione.
16.10.1922 - Vincenzi Pietro – nato a Nogara (Verona) 14.2.1905 - vittima di un’imboscata
e gravemente ferito, decedette all’ospedale di Villimpenta (Mantova), il giorno
seguente..
17.10.1922 - Cattelan Giovanni – nato a Venezia 24.5.1903 – ucciso da alcuni Comunisti, a
Venezia.
18.10.1922 - Piccioni Pompilio – nato a Morro d’Alba (Ancona) 31.3.1890 – morto in
seguito a ferita d’arma da fuoco riportata in un conflitto coi sovversivi, a
Castelleone di Suasa (Ancona).
19.10.1922 - Colaprete Alfredo – nato a Sulmona (L’Aquila) 7.2.1904 – aggredito nel
comune di Tagliacozzo da un gruppo di sovversivi, venne da loro seviziato e
avvelenato.
24.10.1922 - Colarieti Arnaldo – nato a Rieti 7.7.1903 – colpito alla schiena da un colpo di
arma da fuoco, nel corso di un tafferuglio, decedette il giorno successivo
all’ospedale di Terni.
24.10.1922 - D’Onofrio Giovan Battista – nato a Baia e Latina (Caserta) 13.2.1878 - una
sera, in seguito ad una vivace discussione con un noto Comunista, venne da
questi ferito mortalmente con un colpo di rasoio, a Baia e Latina (Caserta).
27.10.1922 - Bassi Andrea - nato a Calvatone (Cremona) 25.7.1901 - ucciso durante
l’assalto alla caserma dei Carabinieri di S. Giovanni in Croce, durante la
mobilitazione fascista per la Marcia su Roma.
27.10.1922 - Casnigi Abele – nato a Piadena (Cremona) 26.12.1891 – rimasto ucciso con
un altro fascista, in un conflitto con i militi dell’Arma, a S. Giovanni in Croce
(Cremona).
42
27.10.1922 - Cattadori Ferdinando – nato a Cremona 13.12.1905 – rimasto ucciso da una
raffica di fuoco, davanti alla Prefettura di Cremona, nei giorni della Marcia su
Roma.
27.10.1922 - Fantarelli Giovanni – nato a Cremona 20.6.1891 – rimasto ucciso durante
l’attacco delle forze fasciste, alla Prefettura di Cremona.
27.10.1922 - Gerevini Pietro – nato a Pessina Cremonese 25.7.1892 - rimasto ucciso
durante l’assalto alla Prefettura di Cremona.
27.10.1922 - Terreni Pietro – nato a Crotta d’Adda (Cremona) 25.2.1900 – caduto
nell’assalto alla prefettura di Cremona, durante le giornate della Marcia su
Roma.
28.10.1922 - D’Ambrosa Marcello – nato a Piedimonte d’Alife (Benevento) 6.10.1904 – la
notte del 28 Ottobre 1922, mentre si trovava nella stazione ferroviaria di
Caserta, venne dilaniato dallo scoppio di un ordigno esplosivo, posto sotto un
sedile nella sala d’aspetto.
28.10.1922 - Iannarelli Armando – nato a Lucera (Foggia) 1894 – durante la Marcia su
Roma ricevette incarichi di alta fiducia, nell’espletamento dei quali trovò la
morte per mano di elementi sovversivi, a Tivoli (Roma).
28.10.1922 - Lulli Raffaele – nato a Palestrina (Roma) 4.11.1898 - ucciso proditoriamente
con una fucilata, a Genazzano (Roma).
28.10.1922 - Apollonio Umberto – nato a Verona 21.5.1887 – mentre si recava alla ricerca
di paglia per i bivacchi delle camicie nere, fu fatto segno a vari colpi di pistola
esplosi da sovversivi appostati all’interno di una bottega, a Verona.
28.10.1922 - Ravetto Carlo – nato a Serravalle Sesia (Vercelli) 18.1.1903 – colpito ed
ucciso dal fuoco della Forza pubblica, a Novara.
28.10.1922 - Rotelli Egisto – nato a Orbetello (Grosseto) 14.3.1892 – durante la Marcia su
Roma, mentre si trovava a Palestrina (Roma) per partecipare ai funerali del
fascista Lulli, venne ucciso in un’imboscata.
FFFaaasssccciiissstttiii aaassssssaaassssssiiinnnaaatttiii ooo uuucccccciiisssiii (tra il 28 Ottobre ed il 31 Dicembre 1922)
29.10.1922 - Falcetta Lorenzo – nato ad Andria (Bari) 29.10.1896 – di ritorno dall’adunata di
Napoli e dall’azione squadristica di Foggia, cadde in un’imboscata organizzata
da alcuni Comunisti, rimanendo ucciso dal piombo avversario, ad Andria (Bari).
29.10.1922 - Mogioni Benito – nato a Salci (Perugia) 6.10.1897 – ucciso a tradimento, nel
corso della Marcia su Roma, sulla via Nomentana.
29.10.1922 - Vezzali Athos – nato a Bologna 24.8.1899 - ucciso durante un’azione compiuta
nelle giornate della Marcia su Roma.
29.10.1922 - Zannini Amilcare – nato a S. Pietro in Casale (Bologna) 19.1.1905 - durante la
mobilitazione dell’ottobre 1922, fu ucciso in un agguato tesogli da alcuni
Comunisti, a Bologna.
29.10.1922 - Grassigli Paolo – nato a Bologna 8.5.1900 - aggredito dai sovversivi che gli
infersero cinque colpi di pugnale. Morì all’ospedale, dopo 21 giorni di
sofferenze, a Milano.
29.10.1922 - Nannini Giancarlo – nato a Finale Emilia (Modena) 3.12.1899 – ucciso in un
conflitto a fuoco con i Carabinieri, a Bologna.
29.10.1922 - Nepoti Alberto – nato a Altedo (Bologna) 20.7.1899 – ucciso da una scarica di
fucileria, mentre tentava di perquisire una casa colonica di Antifascisti, a Altedo
(Bologna).
29.10.1922 - Paoletti Oscar – nato a Sulmona (L’Aquila) 22.1.1895 - ucciso da una bomba a
mano scagliatagli contro da un carabiniere, a Bologna.
30.10.1922 – Beltrame Edgardo - nato ad Udine 5.4.1904 - colpito mortalmente da una
fucilata, dopo essere caduto, con altri camerati, in un’imboscata tesa loro da
alcuni sovversivi a Castions di Strada (Udine).
43
30.10.1922 - Pogliaghi Giuseppe – nato a Brescia 19.4.1895 - ucciso in un’azione contro i
sovversivi del circolo panettieri di Brescia.
30.10.1922 - Ponzone Giovanni – nato a Ceglie Messapico (Brindisi) 17.9.1888 - ucciso da
ignoti sovversivi, a Ceglie Messapico (Brindisi).
31.10.1922 - Bertè Bragalini Attilio – nato a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) 16.9.1905 –
ucciso con un colpo di moschetto da un Brigadiere dei Carabinieri, alla Stazione
ferroviaria di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza).
31.10.1922 - Cova Duilio – nato a Castelnuovo Bariano (Rovigo) 7.7.1889 – ucciso con un
colpo di pistola sparatogli da un sovversivo nascosto dietro ad una siepe, a
Bergantino (Rovigo).
02.11.1922 - Amato Carlo Emanuele – nato a Catania 13.7.1905 – ucciso nel corso di uno
scontro con alcuni Antifascisti, a Catania.
02.11.1922 - Origlia Luigi – nato a Caselle (Torino) 6.3.1905 – caduto fulminato da un colpo
di pistola alla nuca, nel corso di uno scontro con alcuni Comunisti, a Balangero
(Torino).
02.11.1922 - Rigoni Attilio – nato a Castel d’Agogna (Pavia) 13.2.1904 - investito da una
raffica di fucileria e mortalmente ferito, decedette all’istante, a Milano, davanti
alla sede dell’«Avanti».
04.11.1922 - Becocci Mario Carlo - nato a Milano 22.4.1895 - ferito gravemente il 29
Ottobre 1922 dalle Guardie Regie, decedendo alcuni giorni dopo.
04.11.1922 - Benini Egidio Giulio – nato a Modigliana (Forlì) 12.11.1898 – di ritorno da una
gita con altri fascisti, fu assalito presso Tavarnuzze e bastonato a sangue.
Contrasse un’invalidità che lo portò alla morte il 4 novembre 1922.
04.11.1922 - Cosentino Antonio – nato a Crotone 14.5.1899 – ferito a morte da un colpo di
pistola sparato da alcuni sovversivi, a Crotone.
04.11.1922 - D’Apolito Vito – nato a Gioia del Colle (Bari) 16.6.1897 – il 4 novembre 1922 i
sovversivi tentarono di disturbare le manifestazioni patriottiche per
l’anniversario della Vittoria. Scoppiarono degli scontri e il D’Apolito venne
colpito mortalmente alle spalle, a Ginosa (Taranto).
05.11.1922 - Giorcelli Giuseppe – nato ad Odalengo Piccolo (Alessandria) 12.3.1900 - fatto
segno a numerosi colpi di fucile, sparati da alcuni Comunisti in agguato, e
colpito in pieno petto, spirò qualche ora dopo in albergo, a Calosso (Asti).
05.11.1922 - Vicini Antonio – nato a Vicomoscano (Cremona) 17.10.1890 – gravemente
ferito nell’assalto della Prefettura di Cremona, durante le giornate della Marcia
su Roma, decedette alcuni giorni dopo.
08.11.1922 - Bongiovanni Giuseppe – nato a Casalmaggiore (Cremona) 11.2.1904 –
colpito in uno scontro con la forza pubblica e gravemente ferito, morì alcuni
giorni dopo, a Cremona.
11.11.1922 - Santini Luigi – nato a Palata Pepoli (Bologna) 20.2.1893 – ucciso durante gli
scontri del Novembre 1922, in quel di Persiceto (Bologna), ove si era recato per
aiutare alcuni camerati.
13.11.1922 - Sarzi Madidini Giuseppe – nato a Casalmaggiore (Cremona) 1.1.1897 – nel
corso dell’assalto alla Prefettura di Cremona, rimase gravemente colpito. Ed a
causa delle ferite riportate, decedette all’ospedale circa 15 giorni dopo, a
Cremona.
10.12.1922 - Fricchione Gennaro – nato a Grottolella (Avellino) 6.8.1878 – ucciso con un
colpo di trincetto vibrato da un Socialista, a Grottolella (Avellino).
13.11.1922 - Campanella Vito – nato a Mola (Bari) 5.5.1895 – costretto ad abbandonare
Muggia, perché colpito da mandato di cattura per reati politici, vi rientrò il 13
novembre 1922, ma fu colpito a morte da alcuni sovversivi che gli tesero
un’imboscata, a Muggia (Trieste).
16.11.1922 - Caronni Pietro – nato a Meda (Milano) 25.3.1904 – colpito a morte da
numerose rivoltellate, mentre con la sua squadra stava rientrando a Cabiate
(Como).
44
20.11.1922 - Andreoli Pietro – nato a Rodengo (Brescia) 6.6.1892 – venuto a diverbio con
un sovversivo fu da quest’ultimo ucciso con una coltellata alla gola, a Gussago
(Brescia).
23.11.1922 - Fedeli Rinaldo – nato a Crotta d’Adda (Cremona) 3.7.1896 – rimasto
gravemente ferito durante l’assalto alla Prefettura di Cremona, decedette dopo
circa un mese.
23.11.1922 - Marini Armando – nato a S. Paolo (Brasile) 3.11.1898 – ucciso nel corso di
uno scontro con i sovversivi, ad Ancona.
24.11.1922 - Mori Gino - nato a Cesena (Forlì) 15.11.1868 - ucciso in un’imboscata tesalgi
da alcuni Comunisti, a S. Lazzaro di Savena (Bologna), mentre si recava da un
ammalato.
24.11.1922 - Stirpe Gaetano – nato a Sezze (Littoria) 16.1.1903 - ucciso con due colpi di
rivoltella da un Comunista, a Sezze (Littoria).
16.12.1922 - Rais Raffaele – nato a Porto Torres (Sassari) 21.8.1893 - colpito alla testa da
una pietra lanciata da un consistente gruppo di sovversivi locali, rimase
gravemente ferito e decedette otto giorni dopo, a Sassari.
18.12.1922 - Dresda Giuseppe – nato a Pulsano (Taranto) 25.10.1895 – ucciso da colpi
d’arma da fuoco sparati da tre sovversivi, a Torino.
19.12.1922 - Bazzani Lucio - nato a Viareggio (Lucca) 18.9.1904 – una sera, mentre era in
giro con alcuni camerati, fu oltrepassato da tre individui indossanti mantelline
militari, che improvvisamente aprirono il fuoco sui fascisti, colpendo Giuseppe
Dresda, cha sarebbe deceduto il giorno seguente. Bazzani, dopo aver
trasportato per un certo tratto il corpo del compagno caduto, tornò sul luogo
dell’agguato per rintracciare gli aggressori, ma questi, una volta che l’ebbero
visto, spararono ugualmente su di lui ferendolo mortalmente.
19.12.1922 - Ferro Guglielmo – nato a Maserà (Padova) 16.5.1894 – ucciso durante una
mischia, provocata da elementi sovversivi, nel territorio di Salboro (Padova).
24.12.1922 - Dossena Carlo Zaccaele – nato a Codogno (Lodi) 28.8.1898 – rimasto ucciso
nel corso di una colluttazione con alcuni Socialisti, a S. Stefano Lodigiano
(Lodi).
24.12.1922 - Catena Mariano – nato ad Orte (Viterbo) 1.5.1905 – ucciso da una pugnalata
sferrata da un gruppo di Social-Comunisti, a Bracciano (Roma).
25.12.1922 - Francescato Severino – nato a Salzano (Venezia) 13.12.1900 – nel corso di
uno scontro con i sovversivi, fu colpito alla gola da un colpo di roncola,
morendo dopo penose sofferenze, Noale (Venezia).
30.12.1922 - Porcù Del Nunzio Giovanni – nato a Sulmona (L’Aquila) 8.2.1896 – colpito
mortalmente l cuore nel corso di uno scontro con alcuni Antifascisti, a Torino.
FFFaaasssccciiissstttiii aaassssssaaassssssiiinnnaaatttiii ooo uuucccccciiisssiii (Gennaio 1923 - Maggio 1924)
06.01.1923 - Poli Pietro – nato a Castiglione dei Pepoli (Bologna) 10.4.1899 – ucciso in un
agguato tesogli da alcuni Social-Comunisti, a Montepiano (Firenze).
08.01.1923 - Palumbo Domenico – nato ad Acerra (Napoli) 20.2.1901 – rimasto
gravemente ferito in una colluttazione con alcuni Socialisti che lo avevano
aggredito insieme ad un suo camerata, decedette all’Ospedale della Pace di
Napoli.
09.01.1923 - Papaccio Carmine – nato a Napoli 6.7.1890 – aggredito e mortalmente ferito
assieme ad un altro camerata. I due decedettero all’Ospedale della Pace di
Napoli.
09.01.1923 - Ruggiero Gennaro – nato a Brusciano (Napoli) 20.6.1897 - aggredito e
gravemente ferito da un gruppo di sovversivi, mentre festeggiava la
costituzione della locale sezione fascista. Decedette all’Ospedale della Pace di
Napoli.
11.01.1923 - Ricciotti Dante – nato a Fivizzano (Massa Carrara) 15.7.1891 – ucciso in uno
scontro con alcuni Antifascisti, ad Aulla (Massa Carrara).
45
22.01.1923 - Lubrani Giovanni – nato ad Isola del Giglio (Grosseto) 7.12.1887 – aggredito
ed ucciso a colpi di pistola e di pugnale da alcuni Comunisti, mentre di trovava
sul posto di lavoro all’interno delle fonderie di Pertusola (La Spezia).
28.01.1923 - Berra Antonio – nato a Melegnano (Milano) 31.8.1898 – travolto
proditoriamente ed ucciso da un’automobile, mentre percorreva in motocicletta
la strada fra Melegnano e San Giuliano Milanese.
04.02.1923 – Uravich Martino – nato ad Altura di Nejazio (Pola) 1884 - mentre rincasava,
venne colpito al capo da una grossa pietra e perdette i sensi. I suo aggressori,
allora, uscirono dai nascondigli e lo finirono schiacciandogli il capo con altre
grosse pietre, a Postumia (Trieste).
16.02.1923 - Algeri Pietro – nato a Retorbido (Pavia) 10.5.1895 – aggredito da un
comunista a colpi di roncola. Morì dopo tre giorni di atroci sofferenze, a
Retorbido (Pavia).
18.02.1923 - Giorgini Alfredo – nato a Artegna (Udine) 15.8.1905 – ucciso a colpi di fucile
da alcuni sovversivi a Venzone (Udine), mentre transitava con altri camerati a
bordo di un autocarro.
22.02.1923 - Piccinini Giovanni – nato a Campiano (Ravenna) 10.4.1890 – rimasto ucciso
nel corso di uno scontro con alcuni Comunisti, a Campiano (Ravenna).
24.02.1923 - Ghisio Giuseppe – nato a Stroppiana (Vercelli) 14.11.1900 – ucciso con un
colpo di pistola sparatogli da un sovversivo, a Prarolo (Vercelli).
01.03.1923 - Troncossi Aldo – nato a S. Marco (Ravenna) 2.6.1898 - mentre tornava a
casa, sul ponte di S. Marco (Ravenna), cadde vittima di un agguato tesogli da
alcuni sovversivi.
18.03.1923 - Merico Ernesto – nato a Zappello (Cremona) 6.4.1905 – ucciso nel corso di un
diverbio con alcuni sovversivi, a Zappello (Cremona).
19.03.1923 - Marchisio Michele – nato a Magliano Alpi (Cuneo) 25.12.1885 - ucciso a
tradimento con una coltellata alla schiena, sulla porta di un locale pubblico, a
Ponte in Foglia (Pesaro).
22.03.1923 - Spaggiari Italo – nato a S. Pancrazio (Parma) 5.5.1904 - assassinato, in
località Vicofertile, da un individuo in bicicletta che, dopo avergli sparato contro
alcuni colpì di rivoltella, lo finì con un proiettile al cuore, a Vicofertile (Parma).
28.03.1923 - Marassi Giuseppe – nato a Muggia (Trieste) 26.3.1887 – aggredito e ucciso
da un gruppo di comunisti in agguato, mentre ritornava a casa, a Muggia
(Trieste).
13.04.1923 - Dentoni Mario – nato a Sassari 13.4.1885 – abbattuto con un colpo di pistola
da un avversario che lo attendeva nell’ombra, all’uscita di un locale pubblico, a
Carmen di Patagonia (Argentina).
19.04.1923 - Giustacchini Giuseppe – nato a Muscoline (Brescia) 19.5.1904 – colpito al
petto con una coltellata infertagli da alcuni sovversivi che lo avevano attirato
fuori da una trattoria, decedette all’ospedale di Brescia, quattro giorni dopo.
06.05.1923 - Rusticoni Rinaldo – nato a Milano 23.5.1893 – colpito a morte da una
coltellata vibratagli da un sovversivo, all’uscita da un circolo, a Rumianca
(Novara).
13.05.1923 - Gentilucci Azzolino – nato a Tolentino (Macerata) 22.7.1903 – gravemente
ferito dagli «Arditi del popolo» nel quartiere San Lorenzo durante la Marcia su
Roma, decedette qualche mese dopo, a Tolentino (Macerata).
22.05.1923 - Buttazzo Gino – nato a Lecce 28.7.1904 – colpito alle spalle da un colpo di
rivoltella sparato da un Comunista, ad Avellino.
25.05.1923 - Scaramuzza Marco – nato a Sulzano (Brescia) 5.1.1891 – gravemente ferito
da due colpi di pistola sparatigli da un Comunista, decedette all’ospedale di
Bescia, dopo cinque giorni d’agonia.
03.06.1923 - Crenna Angelo – nato a Lesa (Novara) 3.4.1904 – colpito a morte dai
sovversivi che si erano appostati dietro un muro, a Trieste.
46
05.06.1923 - Gambini Enrico – nato a S. Prospero (Pisa) 6.1.1905 – ucciso a Pisa con un
colpo d’arma da fuoco alla fronte da alcuni sovversivi, mentre si stava recando
ad una adunata per una manifestazione fascista in piazza.
08.07.1923 - Priano Pietro – nato a Gavi (Alessandria) 1.4.1898 – ucciso con due colpi di
pistola nei pressi della stazione ferroviaria di Serravalle Scrivia (Alessandria).
10.07.1923 – Dirani Antonio – nato a Bagnacavallo (Ravenna) 22.1.1906 – ucciso con un
colpo di moschetto in uno scontro con la Forza pubblica, nei pressi del Palazzo
di Giustizia di Bologna.
16.07.1923 - Pasquini Luigi Salvatore – nato a Pieve a Nievole (Pistoia) 9.10.1873 -
assassinato da alcuni Comunisti mentre era impegnato nei lavori dei campi, a
Pieve a Nievole (Pistoia).
10.08.1923 - Guardabassi Duilio – nato a Roma 17.9.1908 – colpito alla testa da un
proiettile di rivoltella sparatogli da alcuni Antifascisti appostati in un vicolo di
Trastevere, a Roma. Non aveva ancora compiuto i 16 anni.
26.08.1923 - Ferrarini Onesto – nato a Castelnuovo di Sotto (Reggio Emilia) 11.9.1905 -
ucciso con un colpo di fucile alla testa, d alcuni Antifascisti, a Castelnuovo di
Sotto (Reggio Emilia).
29.08.1923 - Morara Sassi Luigi – nato a Imola (Bologna) 14.9.1888 – cadde ucciso dal
piombo comunista, a Trieste.
02.09.1923 - Lombardi Silvio – nato a Biella 5.12.1896 - colpito con un lungo e acuminato
coltello da cucina, nel corso di una rissa con alcuni Antifascisti. Decedette
alcuni giorni dopo all’ospedale di Orbetello (Grosseto).
03.09.1923 - Ieri Gino – nato a Monsummano (Pistoia) 11. 2.1900 – rimasto ucciso da un
fuoriuscito antifascista a Parigi (Francia), nel corso di una colluttazione.
04.11.1923 - Fassio Carlo – nato a Livorno Ferraris (Vercelli) 28.5.1896 – abbattuto con un
colpo di badile in testa da un Comunista che lo attendeva imboscato vicino alla
sua abitazione, a S. Germano Vercellese (Vercelli).
09.11.1923 - Fani Fausto – nato a Cannara (Perugia) 13.1.1907 – ucciso, durante un
tafferuglio a Cannara (Perugia), mentre difendeva la bandiera italiana.
03.12.1923 - Melandri Anselmo – nato a Forlì 16.4.1903 – rimasto ucciso in uno scontro
con alcuni sovversivi, a Forlimpopoli (Forlì).
13.12.1923 - Donini Arturo – nato a Volta Mantovana (Mantovana) 27.4.1887 – ucciso a
Monzambano (Mantova) con cinque colpi di pistola da un proprietario terriero
che si rifiutava di applicare il «Patto agricolo» voluto da Mussolini. (Ndr. :
classico esempio di “collussione » fascista con gli Agrari !)
19.12.1923 - Caifessi Stefano – nato a Rakovica (Croazia) 18.8.1899 – deceduto in seguito
a ferita d’arma da fuoco infertagli il 13 settembre 1923 da un emissario dello
Stato Libero di Fiume che egli aveva cercato di disarmare.
20.01.1924 - Coutandin Eraldo Giuseppe – nato a Perrero (Torino) 9.1.1908 – ucciso con
un colpo al cuore da alcuni Antifascisti, a Inverso Pinasca (Torino).
14.02.1924 - Piemonte Egidio – nato ad Orsera (Pola) 14.3.1902 - colpito a tradimento dai
sovversivi “mentre disimpegnava un servizio notturno come milite della Milizia”.
16.02.1924 - Giovannucci Nazzareno – nato a Prezza (L’Aquila) 10.2.1904 – una sera,
mentre rincasava, venne colpito alle spalle da un sovversivo. Trasportato
all’ospedale vi morì dopo un anno di sofferenze.
20.02.1924 - Bonservizi Nicola – fiduciario politico del PNF in Francia, gravemente ferito da
un Anarchico, a Parigi; morirà a Milano, il 26 Marzo successivo.
15.03.1924 - Marangoni Odinello – nato a Taglio di Po (Rovigo) 11.4.1895 – caduto
nell’espletamento di un incarico affidatogli dal segretario politico del proprio
Fascio di Combattimento, a Taglio di Po (Rovigo).
16.03.1924 - Gentile Giuseppe – nato ad Adegliacco (Udine) 26.7.1872 – ritrovato in un
campo, con il cranio sfracellato, il corpo seviziato e la bocca piena di terra, ad
Adegliacco (Udine).
47
17.03.1924 - Faccani Abele – nato a Fusignano (Ravenna) 6.10.1879 – colpito al collo, nel
corso di un diverbio con un Antifascista, decedette qualche tempo dopo per
sopravvenuta infezione.
23.03.1924 - Serra Cesare – nato a Quartucciù (Cagliari) 11.1.1890 - ucciso durante uno
scontro fra fascisti e sovversivi, a Quartucciù (Cagliari).
29.03.1924 - Robuschi Amedeo – nato a Parma 6.9.1906 – ucciso nel corso di uno scontro
con i sovversivi, a Parma.
02.04.1924 - Ungherini Walter – nato a Rimini 10.6.1906 – gravemente ferito in uno scontro
armato, decedette qualche tempo dopo all’ospedale di Parma.
05.04.1924 - Santostefano Giuseppe – nato ad Ispica (Ragusa) 18.8.1897 – gravemente
ferito nel corso di un’aggressione tesagli da alcuni sovversivi, decedette quattro
ore dopo all’ospedale di Varese.
07.04.1924 - Tizzoni Modesto – nato a Cureggio (Novara) 4.10.1899 –gravemente ferito da
un colpo di rivoltella sparatogli da un sovversivo, decedette all’ospedale poche
ore dopo, a Cureggio (Novara).
13.04.1924 - Sonvico Manlio – nato ad Albavilla (Como) 2.12.1901 - aggredito da alcuni
Comunisti in agguato che gli vibrarono un colpo di falcetto al collo, tentando di
recidergli la testa. Morì poco dopo, mentre lo trasportavano alla casa del
Fascio.
14.04.1924 - Di Chiera Francesco – nato a Caulonia (Reggio Calabria) 16.11.1903 –
mentre ritornava dal lavoro, alcuni sovversivi gli tesero un’imboscata
nascondendosi dietro una siepe e colpendolo mortalmente alle spalle con i loro
fucili, a Caulonia (Reggio Calabria).
14.04.1924 - Poli Dino – nato a Pisa 19.6.1897 - durante una sparatoria provocata da un
sovversivo, il Poli rimase ferito all’inguine e, dopo tre giorni, morì nell’ospedale
di Santa Chiara, a Pisa.
06.05.1924 - Allegrucci Federico – nato a Gubbio (Perugia) 27.4.1900 – proditoriamente
ucciso a pugnalate da alcuni Comunisti, a Gubbio (Perugia).
17.05.1924 –Ghisellini Guerrino - nato a Casumaro (Ferrara) 18.11.1887- mentre
passeggiava cantando sulla strada di Casumaro in compagnia di amici, venne
colpito al petto da una fucilata sparata da alcuni Comunisti in agguato.
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii iiinnn IIItttaaallliiiaaa (1924)
20.06.1924 - Nava Virgilio – nato a Mozzo (Bergamo) 22.5.1892 – ucciso per strada a
Curdomo (Bergamo), a colpi di mattone e di martello a poca distanza da casa
sua;
08.07.1924 - Laviero Giuseppe – nato a Salandra (Matera) 17.9.1896 - ucciso a Potenza
con un colpo di pistola;
25.07.1924 - Pezzola Francesco – nato a Orzinuovi (Brescia) 28.8.1897 – ucciso a
Ovanengo (Brescia): colpito a tradimento alla testa, con un fucile a pallini;
31.07.1924 - Gerlin Tiziano – nato a Luino (Varese) 30.3.1908 – ucciso per strada, a
Germignaga (Varese), da un gruppo di comunisti, con 12 colpi di rivoltella;
23.08.1924 - Leoni Federico – nato a Velletri (Roma) 19.12.1888 - ucciso a Velletri (Roma),
con una fucilata alle spalle da un sovversivo del suo paese;
25.08.1924 - Faranda Vincenzo – nato a Montalbano Elicona (Messina) 23.2.1904 - ucciso
in agguato a Montalbano Elicona (Messina);
25.08.1924 - Albertucci Alberto – nato a Acqualagna (Pesaro) 20.8.1902 – ucciso ad
Urbania (Pesaro) con colpi di coltello all’inguine e al cuore da parte di un
gruppo di antifascisti;
07.09.1924 - Campese Edoardo – nato a Napoli 19.1.1908 – ucciso a Firenze, vittima di un
attentato terroristico antifascista;
10.09.1924 - D’Andrea Giovanni - nato a Luco nei Marsi (L’Aquila) 11.9.1907 – ucciso in un
agguato, perpetrato da antifascisti di Tra sacco, a Luco nei Marsi (L’Aquila);
48
12.09.1924 - Casalini Armando – nato a Forlì 14.6.1883 (Deputato del PNF, vice-Segretario
generale delle Corporazioni sindacali fasciste, membro della Cassa nazionale
per le Assicurazioni sociali e del Consiglio superiore dell’Economia nazionale) –
ucciso a Roma, in tram, da un comunista. Spirerà nelle braccia di sua figlia;
18.09.1924 - Salvadori Gino – nato a Sant’Anna (Pisa) 7.3.1906 – ucciso in un agguato a
Marina di Pisa (Pisa);
18.09.1924 - Marabini Cleto – nato a Massalombarda (Ravenna) 1.2.1891 – ucciso a
Massalombarda (Ravenna), colpito da una pugnalata vibrata da un comunista;
23.09.1924 - Gallina Dino – nato a Cesena (Forlì) 18.7.1897 - ucciso in un agguato a
Tessello (Forlì);
25.09.1924 - Cantarelli Anacleto – nato a Fidenza (Parma) 27.3.1897 – ucciso a Budrio
(Bologna) da un comunista, con quattro colpi di pistola;
28.09.1924 - Bagnati Giuseppe – nato a Bellinzago Novarese (Novara) 15.9.1898 – ucciso
da un comunista a Luino (Varese), a colpi di pistola ;
10.10.1924 - Benedetti Giulio - nato a Albegno (Bergamo) 15.5.1899 – ucciso a Bergamo
da un antifascista che lo aveva colpito alla schiena, con una coltellata;
19.10.1924 - Salvi Amedeo – nato a Camugnano (Bologna) 1.2.1906 - ucciso in un agguato,
mentre rincasava, a Grizzana (Bologna);
02.11.1924 - Mandolini Angelo – nato a Fabro (Terni) 5.8.1888 - ucciso a Carnaiola (Terni)
in un agguato tesogli da sovversivi, mentre si recava a deporre fiori sulla tomba
della madre;
10.11.1924 - Bianchi Enrico – nato a Marina di Carrara (Massa Carrara) 9.2.1900 – ucciso
da un antifascista, a Marina di Carrara (Massa Carrara), nel corso di una
colluttazione;
12.11.1924 - Pelliconi Angelo – nato a Imola (Bologna) 3.4.1902 - ucciso in un agguato
tesogli da alcuni antifascisti, ad Imola (Bologna);
13.11.1924 - Cordoni Duilio – nato a S.Giuliano Terme (Pisa) 4.9.1898 – ucciso a Asciano
Pisano (Pisa): colpito mortalmente alla fronte da una rivoltellata sparatagli da
un antifascista, all’interno di un bar;
27.11.1924 - Orlandi Osvaldo – nato a Loro Piceno (Macerata) 15.6.1903 – caduto a
Macerata, vittima di un agguato comunista;
08.12.1924 - Palini Luigi – nato a Ome (Brescia) 27.1.1901 – ucciso a Ome (Brescia),
aggredito da un gruppo di sovversivi che lo avevano mortalmente ferito a
bastonate, calci e coltellate alla testa, facendogli fuoriuscire la materia
cerebrale;
15.12.1924 - De Blasis Luigi – nato a Massa d’Albe (L’Aquila) 21.2.1896 – ucciso ad
Avezzano (L’Aquila), in un agguato tesogli da alcuni comunisti;
21.12.1924 - Salvatori Pietro – nato a Montecelio (Roma) 25.1.1854 – aggredito, ucciso a
bastonate e gettato giù da un muraglione da un gruppo di comunisti a
Montecelio (Roma);
21.12.1924 - Jurman Andrea – nato a Senosecchia (Trieste) 5.11.1904 – assassinato a
Monfalcone (Gorizia), in un agguato su un ponte, tesogli da un gruppo di
antifascisti;
27.12.1924 - Boggio Leone – nato a Uvemain (Francia) 23.11.1879 – ucciso a Varese da
un gruppo di antifascisti che lo avevano aggredito e mortalmente ferito al capo,
alle braccia e al torace con pesanti randelli e verghe di ferro;
24.12.1924 - Kraizer Martino – Orsera (Pola) 2.11.1879 – rapito ed ucciso a colpi di pugnale
e di pistola, ad Orsera (Pola);
26.12.1924 - Agnus Dei Pensi Vittorio – nato a Caprera (Sassari) 2.11.1905 – colpito a
morte, a Milano, da un colpo d’arma da fuoco esploso contro di lui da alcuni
comunisti in agguato;
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii aaallllll’’’eeesssttteeerrrooo (1924)
49
08.07.1924 - Poli Pietro – nato a Colzate (Bergamo) 21.6.1906 - ucciso da un gruppo di
comunisti, con colpi di lastra di pietra al petto ed al viso, e gettato in un fiume,
a Longwy (Francia);
24.07.1924 - Dal Pont Marco Giuseppe – nato a Belluno 22.11.1877 – ucciso da tre
sovversivi, con un colpo di pistola, Clouange (Francia);
01.11.1924 - Penna Attilio – nato a Villafranca Piemonte (Torino) 29.12.1889 – ucciso da
alcuni comunisti, con una coltellata alla schiena e tre, al petto e ai fianchi, a La
Motte d’Aveillans (Francia);
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii iiinnn IIItttaaallliiiaaa (1925)
09.01.1925 - Pannaccio Paolo – nato a Spoleto (Perugia) 11.2.1897 - gravemente ferito in
un scontro con un gruppo di antifascisti, morirà qualche tempo dopo, per le
ferite riportate, a Spoleto (Perugia);
22.02.1925 - D’Onofrio Giovanni – nato a Cervinara (Avellino) 6.4.1903 – gravemente
ferito, in un agguato tesogli da alcuni antifascisti, morirà all’ospedale, a Roma;
31.03.1925 - Bertucci Odorico – nato a Pontecosi (Lucca) 24.9.1901 – assassinato da un
antifascista, con una pugnalata alla schiena, sotto gli occhi della madre, a
Pontecosi (Lucca);
08.04.1925 - Ghinassi Giuseppe – nato a Faenza (Ravenna) 18.3.1900 – ucciso per strada
a Faenza (Ravenna), in un agguato, tesogli da un comunista;
08.04.1925 - De Carlo Michele – nato a Mottola (Taranto) 10.7.1897 – colpito alla testa con
una sbarra di ferro e gettato vivo nel Volturno - Capua (Napoli) - ove trovò la
morte;
08.04.1925 - Volterra Guglielmo – nato a Faenza (Ravenna) 27.5.1903 – ucciso per strada,
a Faenza (Ravenna), in un agguato tesogli da un comunista;
09.04.1925 - Martinelli Vitantonio – nato a Polignano a Mare (Bari) 3.1.1877 - ucciso con
una coltellata alla gola, per strada, a Conversano (Bari), da un gruppo di
antifascisti;
01.05.1925 - Cazzagon Aronne – nato a Camponogara (Venezia) 10.4.1894 – colpito al
capo con una fucilata a pallini tirata da un antifascista, spirò dopo ventiquattro
ore di agonia, a Camponogara (Venezia);
01.05.1925 - Camerani Primo – nato a Piangipane (Ravenna) 11.7.1890 – aggredito a
Ravenna da un gruppo di comunisti e ferito gravemente all’addome, decedette
il giorno successivo;
03.05.1925 - Brunori Vincenzo – nato a Spello (Perugia) 17.4.1883 – ucciso nel corso di in
un agguato tesogli da antifascisti, a S.Giovanni di Spello (Perugia);
17.05.1925 - Nizzica Paolo – nato a Roma (?) - trovato ucciso, per strada, a Roma;
17.05.1925 - Ferrioli Agostino – nato a Scortichino (Ferrara) 20.8.1905 - ucciso per strada,
a Casumaro (Ferrara), con due fucilate al petto, da parte di alcuni comunisti in
agguato;
21.05.1925 - Visentin Silvio – nato a Boara Polesine (Rovigo) 22.4.1907 – ucciso a Boara
Pisani (Padova), a colpi di punteruolo, da parte di un gruppo di antifscisti;
22.05.1925 - Turrini Ugo – nato a Ariano Polesine (Rovigo) 13.4.1903 – ucciso in
un’imboscata, ad Adria (Rovigo), tesagli da alcuni comunisti;
03.08.1925 - Giustacchini Francesco – nato a Prevalle (Brescia) 18.2.1891 – aggredito ed
ucciso a colpi di bastone, a Prevalle (Brescia), sulla soglia di casa sua, da un
gruppo di antifascisti;
17.08.1925 - Galiano Elio – nato a Francavilla Fontana (Brindisi) 16.8.1908 - ucciso a
Francavilla Fontana (Brindisi), con alcuni colpi di pistola sparatigli da alcuni
comunisti che gli avevano teso un’imboscata;
31.08.1925 - Gerocarni Rocco – nato a Palmi (Reggio Calabria) 1.6.1898 - aggredito a
Palmi (Reggio Calabria) e mortalmente ferito da un gruppo di antifascisti, morirà
all’ospedale;
05.09.1925 - Iemma Francesco – nato a Gioiosa Jonica (Reggio Calabria) 27.3.1897 –
50
ucciso a colpi di pistola, da parte di alcuni antifascisti, a Gioiosa Jonica (Reggio
Calabria);
07.09.1925 - Rossi Mario – nato a Felino (Parma) 14.1.1902 – ucciso a colpi di fucile, a
Felino (Parma), da parte di antifascisti che gli avevano teso un’imboscata, sulla
strada di casa, in aperta campagna;
27.09.1925 - Pezzi Giovanni – nato a Castelgandolfo (Roma) 26.6.1900 – gravemente ferito
a pugnalate – a Genzano (Roma) - da un gruppo di antifascisti, morirà, qualche
tempo dopo, all’ospedale;
03.10.1925 - Luporini Giovanni – nato a Firenze 2.7.1895 - ucciso con un colpo di pistola
da un antifascista, a Firenze;
19.10.1925 - Porzio Achille – nato a Grignasco (Novara) 2.6.1898 - aggredito a colpi di
bastone e di sacchetti di sabbia, a Quarona (Vercelli), da un gruppo di
antifascisti che lo feriranno gravemente, causandogli la morte, qualche tempo
dopo, per trauma ai polmoni ed allo stomaco;
31.12.1925 - Rossi Angelo – nato a Burano (Venezia) 11.7.1900 – ucciso a Treporti
(Venezia) da un colpo di fucile sparatogli da un comunista;
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii aaallllll’’’eeesssttteeerrrooo (1925)
04.12.1925 - Tiapago Abele – nato a Sospirolo (Belluno) 23.4.1893 - ucciso a colpi d’arma
da fuoco nel suo ufficio, a Esch-sur-Alzette (Lussemburgo), da un gruppo di
assalitori, mai identificati;
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii iiinnn IIItttaaallliiiaaa (1926)
07.02.1926 - Resola Arturo – nato a Mairano (Brescia) 18.9.1895 – ucciso in uno scontro
armato con alcuni antifascisti, a Paderno Franciacorta (Brescia);
26.02.1926 - Pelliccia Pietro – nato a Carrara 5.12.1891 - ucciso a colpi di rivoltella in un
agguato, a Codena di Carrara (Massa Carrara);
03.04.1926 - Del Fiume Dino – nato a Firenze 14.10.1899 – ucciso a colpi d’arma da fuoco,
a Prestrane (Trieste);
11.07.1926 - Fiorio Lorenzo – nato a Castelletto Cervo (Vercelli) 27.6.1895 – aggredito da
una squadra di comunisti, ferito in più parti del corpo e abbandonato al suolo,
morì all’ospedale di Vercelli alcuni giorni dopo per le ferite riportate;
23.08.1926 - Rossi Oscar – nato a Massa (Massa Carrrara) 20.5.1907 - aggredito ed
ucciso a colpi di pugnale, a Massa (Massa Carrara), da un gruppo di
antifascisti;
10.09.1926 - Moia Luigi – nato a Dormelletto (Novara) 25.10.1907 - ucciso a colpi di
bastone in testa, da alcuni antifascisti, a Dormelletto (Novara);
10.09.1926 - Monti Antonio – nato a Paterno Dugnano (Milano) 6.1.1888 - ucciso a colpi di
bastone, da alcuni antifascisti, a Dormelletto (Novara);
14.09.1926 - Tamplenizza Mario – nato a Capodistria (Trieste) 6.8.1910 - ucciso con un
colpo di moschetto, a Trieste, in uno scontro con alcuni antifascisti;
31.10.1926 - Porrà Battista – nato a Cagliari 18.8.1905 – ucciso a Cagliari da un colpo di
rivoltella sparato da una finestra;
28.10.1926 - Casadei Umberto – nato a Forlì 13.6.1892 – ucciso a colpi di rivoltella da parte
di un antifascista, a Faenza (Ravenna);
01.11.1926 - Bertoni Mario – nato a Montereggio (Massa Carrara) 15.12.1895 – ucciso a
Genova, a colpi d’arma da fuoco da parte di alcuni antifascisti;
02.11.1926 - Cecchetti Ferdinando – nato a Vada (Livorno) 5.2.1904 – ucciso a Rosignano
(Livorno), con un colpo d’arma da fuoco sparato da un antifascista;
03.11.1926 - Stangoni Costantino – nato a Sedini (Sassari) 9.9.1900 - colpito gravemente
da due pallottole alla testa e al braccio, decedette due giorni dopo a Genova;
51
03.11.1926 - Chersevan Antonio – nato a Rifembergo (Gorizia) 27.1.1907 – vittima di un
attentato dinamitardo contro la caserma della MVSN di S.Pietro del Carso
(Trieste), dove prestava servizio;
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii aaallllll’’’eeesssttteeerrrooo (1926)
02.05.1926 - Carloni Umberto – nato ad Onna (L’Aquila) – ucciso a colpi di rivoltella alle
spalle da alcuni antifascisti, a Penova (USA);
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii iiinnn IIItttaaallliiiaaa (1926)
10.12.1926 - Ongari Luigi – nato a Brescia 14.8.1903 - ucciso a Brescia, per strada, con
una pugnalata alla gola;
23.12.1926 - Ripamonti Mario – nato a Cambiago (Milano) 10.9.1899 - gravemente ferito
in un agguato tesogli a Gorgonzola (Milano) da alcuni Socialisti, morirà
all’ospedale;
26.12.1926 - Penengo Carlo Giovanni – nato a Calamandrana (Asti) 31.5.1897 -
gravemente ferito in un’imboscata tesagli da alcuni Comunisti, morirà
all’ospedale di Acqui (Alessandria);
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii aaallllll’’’eeesssttteeerrrooo (1926)
21.12.1926 - Franci Giuseppe – nato a Castiglion Fiorentino (Arezzo) 2.6.1901 –
assassinato da alcuni Comunisti, a New York (USA);
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii iiinnn IIItttaaallliiiaaa (1927)
10.01.1927 - Cecchetto Dante – nato a Brogliano (Vicenza) 6.5.1898 – ucciso in
un’imboscata tesagli da alcuni antifascisti, a Quargnenta (Vicenza);
13.02.1927 - Venturi Carlo – nato a Saludecio (Forlì) 4.5.1876 - ucciso a rivoltellate da un
Antifascista, a Saludecio (Forlì);
01.05.1927 - Magni Piero – nato ad Osnago (Como) 24.8.1896 – ucciso da un Comunista a
Ronco Briantino (Milano);
12.07.1927 - Zanetti Umberto – nato a Zola Predosa (Bologna) 23.3.1906 - gravemente
ferito con due colpi di pistola in un agguato tesogli a Bologna da un Anarchico
ed alcuni Comunisti, morirà qualche tempo dopo all’ospedale;
01.10.1927 - Penna Umberto – nato a Benevento 3.12.1897 - gravemente ferito in uno
scontro con alcuni antifascisti, morirà all’ospedale di Benevento;
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii aaallllll’’’eeesssttteeerrrooo (1927)
30.05.1927 - Ambrosoli Michele – nato a Rionero in Vulture (Potenza) 9.2.1906 – ucciso da
un antifascista, con otto pugnalate alla schiena, a New York (USA) ;
30.05.1927 - Carisi Giuseppe – nato a Staiti (Reggio Calabria) 10.2.1889 – ucciso a
coltellate da due antifascisti, a New York (USA);
30.05.1927 - D’Ambrosoli Michele – nato a Rionero in Vulture (Potenza) 1905 - ucciso da
colpi di pistola e coltellate mentre cercava di soccorrere un camerata assalito
dai sovversivi, a New York (USA);
12.09.1927 - Nardini Carlo – nato a Roma 17.8.1868 (vice-Console generale d’Italia a
Parigi) - ucciso da un comunista, nel suo ufficio, con due colpi di rivoltella;
19.10.1927 - Damin Graziano – nato a Nas (Belluno) 13.6.1897 – ucciso una sera, mentre
rincasava con un connazionale, da colpi di rivoltella esplosi da alcuni sovversivi,
a Chockier (Belgio);
52
24.10.1927 - Bergossi Armando – nato a Mercato Saraceno (Forlì) 26.10.1886 – ucciso a
colpi di rivoltella, insieme ad un suo camerata, da un gruppo di antifascisti, a
Chockier (Belgio) ;
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii iiinnn IIItttaaallliiiaaa (1928)
16.05.1928 - Buonamici Giovanni – nato a Ponte Buggianese (Pistoia) 9.11.1886 – ucciso
con un colpo di pistola al cuore da un antifascista, a Ponte Buggianese
(Pistoia);
18.05.1928 - Moschini Gino – nato ad Uzzano (Pistoia) 19.5.1901 - ucciso a colpi di pistola
da un sovversivo che lo aveva aggredito nella sua bottega di sarto, a Pescia
(Pistoia);
02.08.1928 - Cerkvenick Giuseppe – nato a S. Canziano delle Grotte (Trieste) 11.1.1902 –
ucciso con due colpi di rivoltella da due antifascisti slavi, a Divaccia S.Canziano
(Trieste);
06.12.1928 - Brustenghi Vincenzo – nato a S.Valentino della Collina (Perugia) 18.4.1897 -
ucciso in uno scontro armato con alcuni antifascisti, a S.Valentino della Collina
(Perugia);
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii aaallllll’’’eeesssttteeerrrooo (1928)
14.03.1928 - Savorelli Angelo – nato a Mezzano (Ravenna) 1.12.1894 - ucciso con tre
colpi di pistola da un sicario inviato dalla concentrazione antifascista di
Parigi (Francia);
23.05.1928 - Alippi Luigi – nato a Cernobbio (Como) – vittima - con altre 35 persone - di un
attentato antifascista perpetrato all’interno di una sala del Regio Consolato
Generale d’Italia di Buenos Aires (Argentina);
23.05.1928 - Bellora Giovanni - nato a Rivarone (Alessandria) 1863 - vittima – con altre 35
persone - di un attentato antifascista perpetrato all’interno di una sala del Regio
Consolato Generale d’Italia di Buenos Aires (Argentina);
23.05.1928 - D’Abarna Vincenzo – nato a Lupara (Campobasso) 11.11.1878 – medesimo
attentato, come sopra; Buenos Aires (Argentina);
23.05.1928 - Frangioni Virgilio – nato a Castelfranco di Sotto (Pisa) 14.3.1875 - medesimo
attentato, come sopra; Buenos Aires (Argentina);
23.05.1928 - Palmieri Filippo – nato a Gagliano Aterno (L’Aquila) 1.5.1908 - medesimo
attentato, come sopra; Buenos Aires (Argentina);
23.05.1928 - Sartini Sebastiano – nato a Borgo a Mozzano (Lucca) 21.1.1861 - medesimo
attentato, come sopra; Buenos Aires (Argentina);
23.05.1928 - Zaninetti Francesco – nato a S.Stefano (Novara) 20.4.1875 - medesimo
attentato, come sopra; Buenos Aires (Argentina);
17.11.1928 - Caravadossi Cesare – nato a Carcare (Savona) 21.4.1884 – ucciso a colpi di
pistola da un antifascista, a Joeuf (Francia);
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii iiinnn IIItttaaallliiiaaa (1929)
20.01.1929 - Perricone Domenico – nato a Vita (Trapani) 27.4.1900 – gravemente ferito in
un agguato organizzato da alcuni antifascisti, mori qualche tempo dopo a Vita
(Trapani));
20.07.1929 - Grava Antonio – nato a Revine Lago (Treviso) 12.9.1907 – ucciso a Vittorio
Veneto (Treviso), da due antifascisti;
12.12.1929 - Bocci Guerrino – nato a Sten (Germania) 30.11.1911 –ucciso da un
comunista, a Ravenna, con alcuni colpi di pistola a bruciapelo ;
53
12.12.1929 - Silvagni Bruno – nato a Faenza (Ravenna) 10.10.1886 - ucciso da un
comunista, mentre stava lavorando nella sua bottega di marmista, a Faenza
(Ravenna);
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii aaallllll’’’eeesssttteeerrrooo (1929)
24.03.1929 - Tarozzi Ferdinando – nato a Borgo Panigale (Bologna) 24.2.1888 - aggredito
ad Algrange (Francia), da un gruppo di antifascisti, a colpi di tirapugni e calcio
delle rivoltelle, morì in ospedale qualche tempo dopo;
30.04.1929 - Arena Alfonso – nato a Canicattì (Agrigento) 5.8.1882 (Cancelliere
d’ambasciata in Lussemburgo) – ucciso da un antifascista, per strada, con un
colpo di pistola al cuore ;
18.07.1929 - Galbardi Tito – nato a Zone (Brescia) 1.4.1894 - ucciso a Charleroi (Belgio),
da un antifascista, con un colpo alla gola;
01.09.1929 - Vendramini Alberto – Pordenone 14.3.1898 - ucciso a Nizza Marittima
(Francia), dall’esplosione di una bomba lanciata da un comunista;
01.09.1929 - De Ciantis Teresa – nata a Nizza Marittima (Francia) 24.2.1896 – uccisa a
Nizza Marittima (Francia), da un attentato dinamitardo antifascista;
01.09.1929 - Covini Pietro – nato a Livorno 29.6.1886 – ucciso Nizza Marittima (Francia)
dallo scoppio di un ordigno lanciato da un comunista);
19.10.1929 - Tudisca Giuseppe – nato a Tusa (Messina) 25.12.1890 - rapito, avvelenato,
ucciso e gettato nelle acqua del fiume Mystic - Ildven (USA) - da un gruppo di
antifascisti;
03.11.1929 - Pascolini Genesio – nato a Gualdo Tadino (Perugia) 4.11.1911 - colpito alla
schiena da alcuni colpi d’arma da fuoco esplosi da un gruppo di antifascisti,
morî all’ospedale, sette giorni dopo, a Esch-sur-Alzette (Lussemburgo);
13.12.1929 - Favale Tullio – nato a Roma 2.4.1891 - ucciso a Lione (Francia), con due colpi
di pistola sparatigli da due antifascisti;
25.12.1929 - Poloni Ferruccio – nato a Chies d’Alpago (Belluno) 6.5.1905 - ucciso a colpi di
pistola in un agguato tesogli, insieme al fratello Luigi, da alcuni antifascisti, a
Liegi (Belgio);
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii iiinnn IIItttaaallliiiaaa (1930)
07.01.1930 - Blasina Goffredo – nato a Sistiana (Trieste) 28.2.1899 – ucciso da un colpo di
fucile, sparato dalla strada, mentre prestava servizio in Municipio, a Cruscevie
(Trieste);
10.02.1930 - Neri Guido - nato ad Ancona 25.2.1904 - vittima di un attentato dinamitardo
antifascista contro la sede del “Popolo di Trieste”, a Trieste;
09.03.1930 - Angelini Mario – nato a S.Pietro in Vincoli (Ravenna) 10.8.1901 – ucciso con
una coltellata al cuore, da un comunista, a S.Pietro in Vincoli (Ravenna) ;
26.07.1930 - Porcu Orazio – nato a Cagliari 9.7.1899 - ucciso a Milano con cinque colpi di
trincetto sferratigli da un antifascista;
02.09.1930 - Moisè Romano – nato a Cherso (Pola) 25.12.1900 - ucciso da un antifascista
slavo, mentre prestava servizio sul confine Italo-Iugoslavo, a Santa Caterina di
Postumia (Trieste);
04.10.1930 - Sottosanti Francesco – nato a Piazza Armerina (Enna) 31.7.1894 - ucciso a
fucilate sulla soglia di casa da un antifascista slavo, a Verpogliano (Gorizia);
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14.04.1930 - Verrecchia Giovanni – nato a Parigi (Francia) 5.5.1884 - ucciso, per strada, a
Parigi (Francia), da alcuni antifascisti, a colpi di rivoltella;
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15.06.1930 - Trevenzuoli Pietro – nato ad Isola Rizza (Verona) 15.6.1887 - ucciso, davanti
a casa sua, ad Athus (Belgio), da due fuoriusciti comunisti, con sei colpi di
rivoltella;
01.10.1930 - Aurilio Silvestro – nato a Casale di Carinola (Caserta) 16.3.1894 –
gravemente ferito, per strada, a Bruxelles (Belgio), con due colpi di pistola
all’addome, da un antifascista, morirà in ospedale dopo 10 giorni ;
23.10.1930 - Tullo Leonardo – nato a Palo del Colle (Bari) 21.9.1875 - gravemente ferito, al
fianco e ad una gamba, sulla soglia del suo esercizio commerciale, a Parigi
(Francia), da tre fuoriusciti antifascisti, con diversi colpi di pistola, decedette
all’ospedale dopo due settimane di agonia;
25.12.1930 - Mazzorana Bernardo – nato a Limana (Belluno) 31.8.1895 - ucciso da alcuni
fuoriusciti con quattro colpi sparatigli alla schiena, mentre rincasava, ad Esch
sur Alzette (Lussemburgo);
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii aaallllll’’’eeesssttteeerrrooo (1931)
18.03.1931 - Bezzecchi Gildo – nato a San Martino in Rio (Reggio Emilia) 13.1.1902 –
ucciso a Charleroi (Belgio), con quattro colpi di pistola sparati da due fuoriusciti
antifascisti, appartenenti al « Soccorso Rosso » ;
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii iiinnn IIItttaaallliiiaaa (1932)
05.12.1932 - Lusina Carlo – nato a Veglia (Fiume) 25.5.1912 - ucciso a Fiume, con diversi
colpi di baionetta sferrati da cinque antifascisti slavi;
FFFaaasssccciiissstttiii uuucccccciiisssiii aaallllll’’’eeesssttteeerrrooo (1932)
24.06.1932 - Diana Domenico – nato a Fiume Veneto (Udine) 5.10.1906 – ucciso, in un
bosco, vicino a Esch sur Alzette (Lussemburgo), da un comunista, con
numerosi colpi di pistola;
02.08.1932 - Frescura Antonio – nato a Domegge di Cadore (Belluno) 4.8.1874 – aggredito
a Petange (Lussemburgo) e gravemente ferito con un colpo di pistola alla nuca,
da due antifascisti, morì qualche tempo dopo in ospedale;
06.11.1932 - Di Mauro Pietrantonio – nato a Roccasecca (Frosinone) 24.4.1913 –
aggredito alle spalle all’interno di un locale pubblico di Lione (Francia), da sei
antifascisti, decedette per le gravi ferite riportate;

a cura di: Alberto B. Mariantoni